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Qualche domanda per la commissaria al Terzo Valico Iolanda Romano. Risponderà?

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Recentemente una bella inchiesta di Wolf Bukowski e Wu Ming sul “Passante di Bologna” ha avuto, fra gli altri, il merito di porre al centro dell’attenzione alcune contraddizioni del commissario governativo per la costruzione del Terzo Valico Iolanda Romano. La dottoressa Romano è stata fondatrice e presidente fino al 2016 dell’azienda Avventura Urbana che si occupa, come scritto sul loro sito, di stare al fianco di amministrazioni pubbliche e private che vogliono attivare processi di comunicazione pubblica, democrazia partecipativa e mediazione dei conflitti locali. La Romano continua ad essere socia di Avventura Urbana senza più esserne presidente, con ogni probabilità a seguito della sua nomina a commissario per il Terzo Valico. Per Avventura Urbana il modello da seguire è quello del “débat public” alla francese secondo cui prima della stesura del progetto definitivo bisognerebbe procedere ad un confronto pubblico con le popolazioni locali per discutere del come, del se e dell’opportunità di realizzare un’opera pubblica. Interessante sul punto l’intervista della stessa Iolanda Romano, al tempo presidente di Avventura Urbana, rilasciata al Fatto Quotidiano a marzo del 2012 in cui si può leggere: “Ha poco senso procedere quando le decisioni sono già a uno stato avanzato, sono stati spesi molti soldi e si sono radicati dei convincimenti”. Sul campo del “débat pubblic” dovrebbe esserci anche l’opzione zero, quella della non realizzazione se dovesse emergere, facendo un esempio calzante per il Terzo Valico, l’inutilità dell’opera, un rapporto costi benefici sfavorevole o un impatto ambientale troppo gravoso. Un modello che Avventura Urbana si vanta di aver utilizzato numerose volte e che, guarda un po’ il caso, ci risulta non aver mai portato all’opzione zero. Se un ente pubblico o privato paga qualcuno per indorare con le popolazioni locali la pillola di un’opera dal forte impatto ne consegue che dietro il finto processo di partecipazione e mediazione dei conflitti non vi sia una reale volontà di confronto ma lo scopo di prevenire i conflitti stessi affinché l’opera si possa realizzare senza intoppi e grattacapi. Questo è vero a tal punto che Iolanda Romano ha accettato di diventare commissario governativo per il Terzo Valico decidendo quindi di occuparsi non della mediazione dei conflitti ma della realizzazione dell’opera. Opera su cui è bene ricordare come non vi sia mai stato nessun confronto con le popolazioni locali, sempre che per confronto non si intendano manganelli, lacrimogeni, denunce, processi, fogli di via e misure cautelari. Se Iolanda Romano fosse stata coerente con quanto predica avrebbe dovuto rifiutare l’incarico visto che oggi non vi è più nulla da mediare con le popolazioni locali ma rimane solamente da spartirsi le briciole delle compensazioni fra amministrazioni locali rispetto a cui il modello di partecipazione e confronto è quello vistosi recentemente all’open space tecnolgy di Alessandria. O decidi di partecipare ad una discussione in cui l’opera viene considerata irreversibile alla faccia dell’opzione zero o il confronto con i cittadini viene demandato alle forze dell’ordine. E veniamo alla prima domanda visto che in rete non troviamo soddisfazione alla nostra curiosità.

Quanto guadagna Iolanda Romano per svolgere il meraviglioso lavoro di commissario? Lo chiediamo perché sovente sentiamo straparlare di trasparenza ma sul suo nuovo sito, su cui torneremo dopo, proprio non abbiamo trovato quanto ci costa la commissaria per il suo meraviglioso servigio alla nostra comunità. Non vogliamo in alcun modo invadere la sua privacy, ma considerato il ruolo pubblico che ricopre, crediamo che sia nostro diritto di contribuenti sapere quanto paghiamo qualcuno che crediamo svolgere un lavoro nocivo per la terra in cui viviamo.

E veniamo al nuovo sito del Commissario che non è proprio un bellissimo biglietto da visita. Sono perfino riusciti a sbagliare il tracciato dell’opera come si può ben vedere dalla cartina. Hanno tirato una riga a casaccio con grossolani errori. Errori che lasciamo al commissario il compito di trovare così da dimostrare la profonda conoscenza di un territorio che secondo noi non conosce per nulla non essendoci né nata, né vissuta. E’ la stessa Avventura Urbana ad annunciare la prima release del sito.

E veniamo alla seconda domanda.

Chi ha realizzato il nuovo sito del commissario? Quanto è costato? E’ stato per caso un affidamento diretto? Lo chiediamo ancora una volta in nome della trasparenza e perché trattasi sempre di soldi nostri. Ammettiamo che questa sia una domanda retorica essendoci noi già fatti un’idea ma ci sembra giusto che sia il commissario a rispondere. Anche perché la nostra idea potrebbe essere sbagliata e abbiamo deciso pertanto di tenerla per noi. Il modo migliore per fugare ogni dubbio è che vengano resi pubblici i documenti di incarico con cui si è commissionata la realizzazione del sito. Una buona prassi di trasparenza che andrebbe utilizzata anche in altre occasioni come spiegheremo dopo.

L’ultima questione è un pochino più complessa e speriamo di riuscire ad essere compresi. Noi abbiamo una grande confusione, e crediamo non sia per colpa nostra, su cosa c’entri Avventura Urbana con il Terzo Valico, considerato che il profilo facebook di Avventura Urbana viene utilizzato dal Commissario Governativo al Terzo Valico e viene utilizzato in modo anche autoritario, cancellando commenti sgraditi, anche se corretti e garbati, come in questa discussione sul percorso partecipativo organizzato da Avventura Urbana sul “Passante di Bologna”.

A noi risulta che il commissario al Terzo Valico sia Iolanda Romano, non Avventura Urbana e che il ruolo di commissario sia individuale e non possa essere assunto da un’azienda. Il dubbio lo abbiamo da questo post di Avventura Urbana dove viene scritto che affronteranno la sfida della nomina a commissario di Iolanda Romano insieme ad Andrea Pillon, socio di Iolanda Romano in Avventura Urbana.

Un post che ha la forza di aprire un mondo di dubbi e domande. Un post che potrebbe portare legittimamente a pensare che Avventura Urbana abbia avuto direttamente un incarico dal commissario Iolanda Romano. Un dubbio che viene alimentato dalla commistione e sovrapposizione di ruoli fra un’azienda privata ed un incarico pubblico, testimoniata dall’uso promiscuo delle utenze Facebook sopra descritto. Anche perché, se questo rapporto esistesse, sarebbe interessante capire quali siano tutte le aziende che hanno avuto un incarico ufficiale di collaborazione con il commissario, così da verificare che, ad esempio, non siano gli stessi fornitori di Avventura Urbana. Dubbi che consideriamo legittimo esporre e che si possono agevolmente fugare con la prassi di trasparenza che già chiedevamo precedentemente. E’ molto semplice, basterebbe la volontà del commissario di rendere pubblici incarichi e fatture.

Caro Commissario non è forse l’ora di fare chiarezza e di smettere di sovrapporre ruoli che possono portare legittimamente a pensare che vi sia un neppur troppo velato conflitto di interessi?

Oltre a Iolanda Romano anche Avventura Urbana (o Pillon?) riceve compensi inerenti al Terzo Valico?

Sono alcune domande a cui ci piacerebbe avere risposta. Si dice che domandare sia lecito e rispondere sia cortesia. In questo caso sarebbe anche correttezza e trasparenza considerato che si tratta di soldi di tutti i contribuenti.

Risponderà Iolanda Romano?