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L’opportunismo di CGIL nel processo Solvay

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Il 4 marzo si aprirà il processo che vede imputati due dirigenti di Solvay e la stessa Solvay con l’accusa di disastro ambientale. Un rinvio a giudizio che conferma ciò che da molti anni a questa parte è evidente: le produzioni e la presenza stessa di Solvay rappresentano un macigno avvelenato sulle vite e sui territori della Fraschetta.
In questo contesto tanti cittadini di Spinetta si stanno costituendo parte civile nel processo, cosa giusta, legittima e doverosa. 

È in questo quadro che apprendiamo la volontà della CGIL di Alessandria di costituirsi anch’essa parte civile sbandierando immediatamente la decisione di destinare eventuali risarcimenti monetari al territorio.
Restiamo onestamente e sinceramente basiti di fronte alla conferenza stampa del segretario provinciale che pare rendersi conto solo oggi dell’esistenza di Solvay  e delle conseguenti criticità ambientali e di salute.

Tralasciando la facile ironia siamo oggettivamente sbigottiti dall’opportunismo con cui la CGIL si muove. Dopo decenni nei quali si è ben guardata dal muovere la benché minima critica e osservazione a Solvay oggi decide di posizionarsi, male, parlando di bonifiche e di produzione sostenibile.

Ma non solo in questi anni la CGIL non ha prodotto nessun tipo di critica ma, quando ne ha avuto l’occasione si è prodigata in dichiarazioni a sostegno delle produzioni nocive di Solvay al limite della decedenza. Ne ricordiamo una su tutte, quella relattiva alla richiesta di ampliamento della produzione di Cc6o4 (classificato da ECHA come tossico per ingestione) avanzata da Solvay e discussa in AIA, la riportiamo fedelmente perchè crediamo che vada dato alla CGIL quello che è della CGIL: “Oggi in ballo c’è la modifica dell’Aia esistente per la produzione di C6O4, una sostanza chimica innovativa che soddisfa le esigenze ambientali più innovative”.

In sostanza, neanche di fronte all’evidenza dell’inquinamento e dei disastri prodotti da Solvay, si riescono ad avere parole chiare, nette e non opportunistiche.
Insomma, ci verrebbe da dire che il silenzio è oro. E di consigliarlo.

Comitato Stop Solvay