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“Ma a Borgo Fornari non doveva essere tutto tranquillo?”

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Se arrivate da Arquata Scrivia, ultimo paese piemontese prima della Liguria e proseguite verso sud si incontra prima Rigoroso, poi Pietrabissara (primo paese Ligure), Isola del Cantone e poi Ronco. Passata Ronco a pochi chilometri da Busalla ci si trova a Borgo Fornari, piccola frazione di Ronco Scrivia in cui risiedono circa 1.500 abitanti. A Borgo Fornari, se svoltate in direzione Voltaggio, si prende la strada della Castagnola e il panorama cambia di colpo. Una strada tutta in salita immersa nel verde ai cui lati sorgono belle case. Più si sale e più il panorama è idilliaco.

No, non ci siamo trasformati in un sito turistico, perchè se deciderete di imboccare la strada della Castagnola, rischiate seriamente di pensare di trovarvi in Val di Susa. Forse ancor più che a Moriassi ad Arquata, per quasi ogni casa c’è una bandiera No Tav appesa, su ogni muro una scritta, sulla strada altre scritte come quelle che si fanno quando passano le gare ciclistiche. Anche a Borgo Fornari, le lettere di esproprio hanno fatto un miracolo e tantissime persone (più di 150 all’ultima assemblea) hanno deciso di costituire il comitato locale No Tav – Terzo valico e di mettersi in contatto con gli altri comitati geograficamente vicini.

Da Lunedì scorso ai presidi antiespropri partecipano sempre un centinaio di cittadini di Borgo insieme agli attivisti dei comitati No Tav – Terzo Valico piemontesi, visto che i liguri sono già quotidianamente impegnati a bloccare gli espropri in Valpolcevera.

Oltre a questo, l’altro dato di importanza strategica per il movimento è che la strada della Castagnola è una delle principali vie di comunicazione che dovrà usare il Cociv nel caso venissero aperti i cantieri e sempre dalla strada della Castagnola vi è l’unico accesso a uno dei due fori pilota che vennero scavati a metà anni 90, senza che vi fosse una particolare opposizione da parte delle popolazioni locali.

Il cantiere della finestra Castagnole è ancora lì ben visibile a deturpare il paesaggio ed è in stato di abbandono da circa quindici anni.

Quando il Cociv si è presentato nell’unico tentativo fatto fino ad oggi a Borgo di eseguire gli espropri la reazione è stata pacifica e molto determinata. Neppure davanti alla minaccia di denunce da parte della Digos si è retrocessi di un solo millimetro e mentre gli espropriatori battevano in ritirata un tecnico si è lasciato scappare una domanda ad alta voce: “ma non doveva essere tutto tranquillo qui?”.

Sì, doveva, ma ora non più visto che il consenso di cui godono i No Tav – Terzo Valico si sta espandendo a macchia d’olio.

Anche in Valpolcevera fino a qualche tempo fa tutto era tranquillo, invece adesso centinaia di persone a Trasta, Pontedecimo, Fegino, Campomorone e Isoverde stanno impedendo che vengano eseguiti gli espropri.

Dopo il comitato di Serravalle nato qualche settimana fa ora è arrivato quello di Borgo Fornari.

Si accettano scommesse sul prossimo nascituro.