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Alessandria – La Rete per la Casa, gli sfratti e Maino della Spinetta

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Il 18 Agosto ad Alessandria possono capitare cose strane.

Può succedere, che una donna, sua figlia di 15 anni e l’anziana madre malata si trovino a subire uno sfratto per morosità incolpevole.

La perdita del lavoro, il ritardo nel pagamento dell’affitto, una bella lettera intimidatoria da un avvocato, la convocazione in Tribunale e si arriva al giorno dello sfratto.

Oggi era la terza volta che l’Ufficiale Giudiziario bussava alla porta della signora e la proprietaria, manco fosse il Ministro degli Interni, aveva promesso la presenza della forza pubblica.

Il solito copione che ormai ha stancato anche chi sta scrivendo.

Dalle otto del mattino iniziano a radunarsi alla spicciolata i primi attivisti intenzionati ad impedire lo sfratto. I primi ad arrivare gli attivisti del centro sociale Crocevia, per la verità in pochi visto che molti si trovano ancora in giro per il mondo seppur con pochi quattrini in tasca.

Al secondo posto arrivano le famiglie di Via Carlo Alberto 14, la palazzina degli orrori che si troverà ad affrontare lo sfratto il 30 Settembre.

Al terzo posto le famiglie rumene delle case occupate di via Viora, anche loro si troveranno ad affrontare l’ennesimo sfratto esecutivo, il decimo (alla fine del quale riceveranno un premio), il 24 di Settembre.

Ultimi arrivati, ma sempre presenti, una delegazione dalle case di Spinetta conquistate dopo l’occupazione della palazzina del demanio di via Piacenza.

I volti si distendono, seppur siamo al 18 Agosto, venticinque solidali sono arrivati a dar manforte alla signora che oggi dovrebbe subire lo sfratto.

Questa è la Rete Sociale per la Casa, un percorso di dignità e rivendicazione di diritti dal basso che sembra crescere giorno dopo giorno.

Arriva l’Ufficiale Giudiziario, vecchia conoscenza degli attivisti già altre volte impegnati nelle loro gesta nel sobborgo alessandrino di Spinetta Marengo. Proprio lei, il luogo della Battaglia che il 14 Giugno del 1800 vide affrontarsi le truppe napoleoniche e le truppe della Seconda Coalizione. A memoria di questo un museo e un famoso Platano su cui leggenda vorrebbe che Napoleone in persona avesse fatto la pipì…

Tornando ad oggi la proprietaria decide di rimanere in disparte e l’ufficiale Giudiziario accortosi dei convenuti si lascia scappare un’imprecazione scherzosa del tipo:”ma che rompi palle che siete”…

Tutti ormai sono consapevoli di come si concluderà la storia. Tutti tranne la proprietaria che decisa a ripristinare lo stato di diritto, telefona personalmente alla cavalleria (i Carabinieri di Spinetta) e chiede il loro intervento. Sarà che è il 18 di Agosto pure per loro, sarà che il Prefetto non aveva disposto la forza pubblica, arriva una sola macchina con tanto di Maresciallo. Anche lui sa come si concluderà la storia e spiega alla signora che non possono intervenire vista la sproporzione dei numeri. Sfratto rinviato al 20 Ottobre, un tempo sufficiente per assistenti sociali in ferie e Comune per trovare una soluzione degna al dramma abitativo di questa famiglia.

Altrimenti il solito copione rischierà di ripetersi, sempre che la cavalleria non arrivi in forze e decida di scontrarsi con gli attivisti della Rete Sociale per la Casa. Finalmente un colpo di scena!

L’ultima annotazione riguarda un particolare di interesse.

Pare che uno spettro sia comparso in sogno a molte donne e molti uomini della Rete, ricordando loro che Spinetta Marengo fu luogo di gesta epiche. Non parlava della Battaglia di Marengo, ma delle gesta di centinaia di uomini che oppressi dai francesi, costituirono una banda per rubare ai ricchi e distribuire ai poveri. Una banda amata dalla gente e perseguitata dalle forze dell’ordine. Si vocifera che lo spettro del sogno fosse quello di Maino della Spinetta, autoproclamatosi Re di Marengo e delle Alpi per sbeffegiare i Francesi. Sembra che abbia detto solo poche parole: “Fratelli e sorelle, continuate la nostra battaglia. La sete di giustizia, la voglia di ribellione contro i soprusi, la difesa della povera gente devono continuare a esistere nelle terre degne di Spinetta Marengo”.

Sembra proprio che la Rete Sociale per la Casa sia intenzionata a dargli retta.