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30 luglio 2011 – 30 luglio 2012: la lotta no tav diventa movimento di popolo in Valpolcevera

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Era il 30 luglio del 2011 quando in Valpolcevera rilanciammo il movimento no tav – terzo valico, dopo alcuni mesi l’ultimo governo Berlusconi avrebbe stanziato i fondi per il primo lotto di lavori (0,5 mld di euro), poco dopo il “tecnico” Monti quelli per il secondo (1,1 mld di euro).

Denari ovviamente pubblici, di tutti noi, mentre a Genova sono a rischio i posti di lavoro di Ericsson, Centrale del Latte, Ilva e si privatizza AMT, per non parlare delle pensioni tagliate, le scuole e gli ospedali che chiudono.

Una premonizione quella del luglio dello scorso anno, in una storia ventennale fatta di decine e decine di pose di “prime pietre” per i lavori, ricorsi ai tar, progetti bocciati grazie alla V.I.A. e cantieri sequestrati, sino a quando il meccanismo dellla legge obiettivo non ci ha legato le mani.

Ma non ci ha messo il bavaglio, infatti questa è una vicenda fatta anche di presidi, riunioni e volantinaggi tra l’ostracismo trasversale di quasi tutte le forze politiche e sindacali e delle loro strutture di “apparato”, ma anche di assemblee in cui l’unica preoccupazione della cittadinanza fosse quella di dove sarebbero stati ricollocati.

La scorsa estate quando sentivo molti amic* e compagn* andare in Val Susa un po’ mi arrabbiavo: ovviamente sono solidale con la lotta dei valsusini dai quali abbiamo solo da imparare, ma allo stesso tempo mi faceva male che non si comprendesse che il nostro Chiomonte l’avremmo avuta tra poco a Fegino.

Forse non capivo che ognuno di noi ha i propri tempi e i propri percorsi, ed in cuor nostro tutti speravamo che i soldi per fare questa “grande” opera non li avrebbero mai trovati…

Ma non è stato così, quindi da gennaio ci siamo nuovamente riconnessi con i comitati piemontesi cercando di saldare la lotta tra i due versanti dell’Appennino.

Anche io voglio ringraziare il Cociv, come il cosiddetto comandate del basso Piemonte, se non fosse stato per loro e la gaffe compiuta con la scuola Villa Sanguineti di Genova-Fegino, dove a marzo volevano istallare i loro uffici nonostante la presenza di 180 bambini, la scintilla non sarebbe scoccata in Valpolcevera e probabilmente questa vicenda sarebbe rimasta prerogativa esclusiva di una ristretta “avanguardia”.

Abbiamo quindi iniziato una serie di assemblee informative da Isoverde a Rivarolo, da Pontedecimo a Certosa, ci siamo conosciuti e dati pari dignità tra chi milita in formazioni politiche o magari fa parte delle case occupate.

Tutto questo sino ad arrivare a giorni nostri, al recapito delle lettere di esproprio, tra la sorpresa delle istituzioni, le loro affermazioni mendaci e la rabbia della cittadinanza.

Nelle scorse settimane abbiamo respinto gli espropri ad Arquata, Serravalle ed in Val Lemme, abbiamo effettuato assemblee in Valpolcevera in cui complessivamente hanno partecipato oltre 400 persone: la gente finalmente ha capito che questo non è il futuro che vogliamo per noi ed i nostri figli ed è disposta a scendere in piazza per difendere la propria terra.

Il 30 luglio 2012, dopo un anno, saremo a Trasta per respingere i primi espropri in Valpolcevera, tutti insieme: quelli che ci sono sempre stati, quelli che ci sono adesso e quelli che ci saranno domani.

Continua.

Davide Ghiglione

Movimento No Tav Terzo Valico Valpolcevera