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Bloccato un altro sfratto, domani presidio sotto al Tribunale di Torino

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Erano le 8 di questa mattina quando le donne e gli uomini del Movimento per la Casa hanno dato il via all’ennesima giornata di blocco degli sfratti ad Alessandria. L’appuntamento era in Via della Santa al Villaggio Profughi, uno dei quartieri più attraversati dal fenomeno delle occupazioni di case Atc: qui decine di alloggi lasciati vuoti sono stati riconquistati da famiglie che non riuscivano più a sostenere i prezzi sempre più alti degli affitti.

L’obiettivo del Movimento questa mattina era quello di impedire che una signora di 78 anni venisse cacciata dall’alloggio in cui vive e privata dell’unico luogo che può considerare “casa”, in cui in questi anni ha messo radici e costruito la sua vita. La sua storia è simile a quella di molti altri e ha a che fare con l’inadeguatezza e con l’arroganza di chi dovrebbe occuparsi di amministrare il patrimonio popolare pubblico garantendo anche ai più poveri un luogo sicuro in cui abitare, e preferisce invece continuare a girarsi dall’altra parte, scaricare le responsabilità e accanirsi contro chi, dopo anni di attesa e richieste, ha deciso di alzare la testa e riprendersi il diritto ad avere una casa.

Sebbene sia evidente l’antipatia che il sindaco e il presidente Atc provano nei confronti delle famiglie occupanti, non si riesce a comprendere con altrettanta chiarezza se da qualche parte vi sia una strategia d’intervento concreta: mentre gli occupanti per necessità vengono buttati fuori dalle case che abitano le graduatorie sono bloccate da anni e all’orizzonte non vi sono progetti di assegnazione, o piani di ristrutturazione e costruzione di alcun tipo.

Il tentativo di sgombero previsto per questa mattina è miseramente fallito e, come sempre avviene quando le famiglie si organizzano insieme, l’ufficiale giudiziario è stato costretto a dare una proroga di sei mesi, fino al 27 Luglio.

Mentre la signora potrà dormire sonni tranquilli fino all’inizio dell’estate, il Movimento per la Casa si prepara a raggiungere il tribunale di Torino, dove domani mattina alle 9.30 si terrà un presidio in solidarietà alle sei persone denunciate per aver impedito, alcuni mesi fa, l’esecuzione dello sfratto di un’altra donna anziana che rischiava di rimanere in mezzo a una strada.

I Movimenti per il diritto alla casa sono ormai diventati, in tutta Italia, uno dei bersagli preferiti del potere istituzionale e giudiziario, che tenta in tutti i modi di soffocare una rabbia e un desiderio di riscatto sempre più diffusi e trasversali.

Pubblichiamo qui sotto il comunicato stampa del collettivo Prendo Casa di Torino e delle famiglie dello spazio popolare Neruda:

Questa mattina sono stati notificati obblighi di firma quotidiani e divieti di dimora a Torino a compagn* e occupanti dello sportello Prendocasa. I reati contestati si riferiscono a un episodio di resistenza a uno sfratto avvenuto quest’estate.

L’accanimento della questura verso i/le compagn* è evidente, i reati contestati (se si contestualizza il fatto) sono assolutamente ridicoli e pretestuosi, forse perchè i movimenti per la casa fanno paura? forse perchè un nucleo di persone, resistenti e solidali con chi viene sfrattato e costantemente in crescita, spaventa?

Un dato è certo: le resistenze agli sfratti sono sempre in aumento, magistratura e questura mirano a indebolire le lotte sociali, intimidendo con spropositate misure cautelari chi oggi si spende e si batte maggiormente a difesa del diritto all’abitare.

Ricordiamo che Torino vince il titolo inglorioso di capitale degli sfratti, 4500 sfratti l’anno a fronte di mega speculazioni edilizie e grandi eventi, le istituzioni dimostrano ancora una volta di essere incapaci di gestire l’emergenza abitativa. Torino ci racconta dell’abbandono in cui versano i quartieri popolari ed i loro abitanti e del continuo disagio in cui ci è imposto vivere e l’incertezza a cui le nostre vite sono ridotte.

Laddove le istituzioni non sono in grado di garantire la casa a tutt* è necessario prendere posizione, chi alza la testa per rivendicare la propria dignità è linfa vitale per alimentare un cambiamento, e questo attacco è la conferma che il nostro impegno va nella giusta direzione.

Le azioni di questa mattina suonano inoltre come un attacco costruito ad arte per colpire il progetto dello Spazio Popolare Neruda che acquista sempre più leggittimità in città.

Non ci facciamo spaventare: la nostra lotta non si arresta così facilmente, la casa è un diritto e chi lotta per difenderla non può essere criminalizzato!

Liber* tutt*!

I compagni e le compagne del Collettivo PrendoCasa Torino

Le Famiglie dello Spazio Popolare Neruda