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La forza di un movimento popolare e la debolezza di una classe politica autoreferenziale

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Su quanto di buono, pur con mille difficoltà, il Movimento No Tav – Terzo Valico sta facendo in queste giornate di opposizione agli espropri, abbiamo ampiamente scritto provando ad approfondire alcuni aspetti e riportando la cronaca sul campo di quanto avvenuto a Serravalle e ad Arquata Scrivia. Giornate vissute con forte intensita dalle donne e dagli uomini del movimento, utili a cementificare quel tessuto di relazioni sociali alla base di un movimento popolare in divenire.

Al fianco di questo, una classe politica sempre più miope e autoreferenziale è sempre più in affanno nel rapportarsi col dato di partecipazione che le settimane appena trascorse ci hanno consegnato.

L’ampio fronte Sì Tav costituito dai partiti che appoggiano il Governo Monti, dal mondo del sindacalismo concertativo e dal mondo industriale, sembra incapace in questa fase di farsi portatore di un pensiero forte, messo in scacco fra volontà di costruzione del Terzo Valico, asservimento politico, morale e intellettuale agli squali del mondo dell’imprenditoria e la grande risposta determinata delle popolazioni locali che hanno impedito l’esecuzione degli espropri. Se nella settimana precedente si rincorrevano le dichiarazioni di chi si diceva favorevole al Tav ma con opportune garanzie, adesso che è stato reso esplicito ed evidente a tutti il metodo autoritario con cui Cociv si relaziona ai cittadini, tutti sembrano aver perso la lingua.

Dove sono finiti gli esponenti del PD che chiedevano il dialogo con le amministrazioni locali (neppure messe a conoscenza dell’inizio degli espropri)?

Dove è finita la segreteria della Cgil che acconsentiva all’inizio dei lavori a patto della salvaguardia degli acquedotti e dopo aver chiarito la questione amianto?

Il referendum truffa proposto dall’Amministrazione Comunale pozzolese in quale cassetto è stato chiuso a chiave?

Pdl e Lega da sempre favorevoli ma taciturni recupereranno mai la capacità di dire qualcosa sul Terzo Valico?

Domande retoriche evidentemente, la cui risposta è più semplice di quanto ci si possa immaginare. Tutti quanti stavano cercando di truffare i cittadini e quel meccanismo di cattura del consenso chiamato opinione pubblica. Ormai le loro maschere sono cadute e se pur con imbarazzo, non riescono più a nascondere con giri di parole che sono corresponsabili della devastazione del territorio per costruire un’opera inutile dal costo di 6,2 Miliardi.

Non se la passa di certo meglio il fronte dei partiti “a parole” contrari al Terzo Valico.

Quelli alla sinistra del Pd continuano a sostenere le maggioranze di Governo che vogliono costruire il Terzo Valico (Genova e Novi Ligure) e dopo mesi di roboanti dichiarazioni e promesse si ritrovano prigionieri del rapporto con chi sostiene da sempre i poteri forti.

Altro che la Syriza italiana!

Sembrano piuttosto i servi sciocchi del loro padrone che vorrebbe fargli svolgere lo storico compito di cani da guardia del movimento. Ecco allora i fulminei passaggi ai presidi (di cui non si accorge nessuno a parte loro) con tanto di delegazioni ufficiali, foto di rito e comunicato stampa da mandare ai giornali, rovinando il lavoro onesto e generoso dei loro militanti che partecipano ai presidi come tutti gli altri e senza volontà alcuna di strumentalizzazione.

Addirittura, i custodi del pensiero comunista ortodosso novecentesco, si arrogano il diritto di attaccare il movimento accusandolo di complicità con il Sindaco di Arquata Paolo Spineto.

Non riuscendo a capire che quando attaccano l’amministrazione di Arquata che si è schierata senza tanti giri di parole contro il Terzo Valico e che si sta comportando di conseguenza, dimenticano che dove governano loro le amministrazioni sono favorevoli al Tav.

L’altro dato è che il Sindaco di Arquata e il consigliere Regionale Davide Bono hanno ben capito la differenza di ruoli fra rappresentanti istituzionali e movimento, cosa che non riescono a fare Rifondazione, Sel e Comunisti Italiani.

Quelli che sono contro il Tav in Piemonte, favorevoli al Tav in Regione Liguria, sostengono maggioranze a favore del Tav in Piemonte e ovviamente anche in Liguria, sono parte del movimento, sono i partiti che lo vorrebbero rappresentare, si arrogano il diritto di giudicare quello che il movimento fa.

In realtà sono semplicemente la riproposozione di una vecchia sinistra inutile su cui la storia si è già espressa senza ambiguità. Per questa ragione queste sono le ultime parole che li riguardano che verranno scritte su notavterzovalico.info, anche se continueranno a fare delegazioni ufficiali in visita ai presidi senza neppure essersi vissuti dieci minuti di condivisione con le donne e gli uomini che sono stati il cuore di queste giornate di mobilitazione.

Una risata li seppellirà!