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Senza Vergogna!

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Oramai non ci si stupisce più di nulla, ma anche a distanza di un po’ di ore continua ad avere del surreale quanto abbiamo anticipato questa mattina, ovvero che COCIV ha il coraggio di dichiararsi parte lesa dopo quanto accaduto il 26 ottobre.

Cos’è accaduto il 26 ottobre di così tanto grave da danneggiare il povero COCIV?
Niente, hanno solo arrestato il Presidente di COCIV (Longo), il suo Direttore Generale (Pagani), due suoi ex Direttori Generali pro tempore (Marcheselli e Pelliccia), il suo Responsabile Unico del Procedimento (RUP) relativo alle procedura aperta di affidamento di lavori (Ottolin), i suoi due ausiliari del RUP (Lorenzi e Puma), il suo coordinatore del settore costruzioni (Frulloni), il suo responsabile degli affidamenti ed approvigionamenti (Dionisi), il suo membro effettivo del comitato tecnico e a buon peso due esponenti della società Condotte d’Acqua facente parte di COCIV stesso (Astaldi e Coraggio).

E quale ragazzata avranno mai fatto per danneggiare COCIV?
Nulla, solo un sistema, a vario titolo, di «reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro»; in pratica «“un reciproco scambio di utilità ai danni dei contribuenti”, ha spiegato in conferenza stampa a Roma il procuratore aggiunto Michele Prestipino» (Il Fatto Quotidiano)
E nonostante questo, secondo COCIV «non sussistono oneri aggiuntivi a carico dello Stato così come nessuna differente qualità delle opere» (Comunicato Stampa di COCIV).
Già, quindi per COCIV non c’è differente qualità delle opere se si usa “cemento che sembra colla” e “calcestruzzo che non ha una barriera fisica e defluisce un po’ a cazzo come gli pare a lui“, come emerso dalle intercettazioni (Il Fatto Quotidiano).
Roba tanto scadente che «Jennifer De Michelis, indagata, responsabile Qualità e Sicurezza per società Grandi Opere Italiane e figlia di quel Giampiero ritenuto dai pm cardine dell’intero sistema corruttivo, parla al telefono con il suo fidanzato Enrico Conventi, indagato, ispettore di cantiere nella costruzione dell’Alta Velocità Milano-Genova, della scarsa qualità del calcestruzzo utilizzato e cerca di convincerlo, scrive il Gip, a “falsificare gli atti del controllo per garantire mediante soluzione condivisa la tenuta del patto criminale”» (Il Fatto Quotidiano).
E si parla proprio di quella Società Grandi Opere Italiane che è subappaltatrice anche per i lavori del Terzo Valico sul Neirone a Gavi, la cui responsabile Qualità e Sicurezza si scopre essere figlia del Direttore dei Lavori di COCIV e fidanzata dell’ispettore di cantiere nella costruzione dell’Alta Velocità Milano-Genova (si veda la foto in cima all’articolo, dell’aprile 2015). Quel materiale scadente è stato usato per caso anche a Gavi?

E infine, con quale coraggio COCIV sottolinea che l’«eventuale maggior costo ricade esclusivamente sul contraente generale, trattandosi per il pubblico committente di opera a prezzo fisso ed invariabile»? (Comunicato Stampa di COCIV)
COCIV ha ricevuto l’affidamento della realizzazione dell’opera senza gara, si è redatto nel 2003 uno studio costi benefici in cui ne dimostrava artatamente l’utilità e necessarietà, condizione imprescindibili per proseguire con la realizzazione, ha contribuito ad indicare i costi di realizzazione e ora sostiene che gonfiare le gare di appalto, fare turbativa per pilotarne l’aggiudicazione escludendo soluzioni più convenienti, utilizzare materiale scadente per lucrare, realizzare opere insicure e destinate a crollare, non comporta maggiori costi?
Ma allora, se tutto questo non comporta maggiori costi, COCIV sta forse ammettendo che il valore dell’opera era stato gonfiato fin dall’inizio sapendo che una parte sarebbe stata sperperata nel malaffare e che lo stesso lavoro andava fatto due volte, la seconda per rimediare alla prima? E quindi, se nessuno l’avesse scoperto, plusvalenza nelle casse di COCIV!
Se questo è il concetto di attenzione alla sicurezza e di gestione dei fondi pubblici di COCIV, chissà cosa é già accaduto e cosa accadrà al ritrovamento dell’amianto!

COCIV, capiamo che hai i nervetti tesi, ma provare anche a prendere per il culo dopo tutto quello che è successo, è troppo persino per te!
Ci vediamo il 29 ottobre, vorremmo salutare il tuo Presidente, il tuo Direttore Generale, i tuoi ex direttori generali, il direttore lavori e compagnia bella, ma ci dicono che la loro spavalderia a confrontarsi con noi abbia ricevuto una battuta d’arresto.