La Comunità San Benedetto condivide pienamente la necessità di affrontare in modo allargato un dibattito cittadino che affronti le sorti dell’Ex Caserma di Via Piave.
Siamo preoccupati perché, dopo un lungo periodo di inattività e abbandono, l’edificio potrebbe continuare a deteriorarsi perdendo molte delle sue preziose funzionalità.
Siamo preoccupati perché nessuna Istituzione fino ad ora si è seriamente interessata al futuro di questo spazio provando a coniugarlo con i reali bisogni dei cittadini. Aprendo una riflessione.
Siamo preoccupati perché le ultime tendenze dello sviluppo urbanistico urbano prediligono gli interessi di alcune grandi imprese industriali e imprenditoriali a scapito dei bisogni e delle necessità dei cittadini e non vorremmo che prossimamente si “scoprisse” che l’edificio è stato venduto, aggiudicato o concesso a gruppi o imprese immobiliari per speculazioni edilizie che impoveriscono gli abitanti della nostra Città. Non sentiamo l’esigenza di altri supermercati o palazzoni dormitorio.
Siamo preoccupati perché tra i giovani Alessandrini è radicata da anni la convinzione che ad Alessandria non c’è nulla per loro e siamo invece convinti che questo spazio rappresenti una occasione irripetibile da costruire CON loro (e non per loro).
Siamo preoccupati perché la controriforma della Scuola rischia di sgretolare ulteriormente il sistema educativo e formativo Italiano e uno spazio simile rappresenterebbe invece la possibilità di costruire, con gli Alessandrini, moduli formativi e spazi di sostegno educativo e culturale per moltissimi bambini della nostra Città. Anche in collaborazione con gli Istituti presenti.
Siamo preoccupati perché le pochissime occasioni dei minorenni ad Alessandria non possono esaurirsi in qualche giardinetto con giochi, magari aperto ad orari prestabiliti, e nelle diverse aree verdi vittime dell’incuria e dell’abbandono. Con l’inverno poi, anche questi scompaiono!
Per questi motivi siamo qui oggi con l’augurio che da questo momento si apra una fase di “elaborazione sociale allargata”, davvero aperta a tutti gli abitanti, per proporre e costruire insieme, in questo magnifico spazio, diverse attività.
Ci vengono in mente delle idee, per esempio: una palestra, un teatro sociale per bambini e uno per gli adulti con rappresentazioni, un campo da volley, tre laboratori di doposcuola e sostegno agli alunni (e ai genitori) delle scuole primarie e secondarie, 3 mini appartamenti per donne vittime di violenza di genere, 6 unità abitative per famiglie vittime di sfratti o senza casa, un piccolo dormitorio di emergenza con 8 posti letto per donne, 2 laboratori socio-educativi, una sala musica e video attrezzata, corsi di lingue straniere e di lingua italiana,un servizio di ascolto e orientamento con assistenti sociali e volontari, una sala da ballo per “over 50”, uno spazio concerti e feste, locali per attività e relazioni con le Università cittadine, spazi per Associazioni e gruppi di quartiere.
Sono solo esempi ma rappresentano la sintesi di un’idea per un POLO culturale e socio – educativo capace di posizionarsi al servizio di tutta la Provincia animando dal basso, con il contributo degli abitanti, la vita della Città di Alessandria con l’obiettivo di un sensibile miglioramento della qualità della vita di tutti i suoi cittadini.