
da La Stampa
Il deposito di smarino nella ex cava Cementir del Monte delle Rocche a Voltaggio potrebbe causare un’enorme frana nel Lemme e la dispersione di amianto. Lo sostiene il Comitato No Tav TERZO VALICO della Val Lemme, che ha valutato la relazione di Giovanni Barla, docente del Politecnico di Torino, nel 2005 incaricato dalla Provincia di esaminare il progetto definitivo del TERZO VALICO e, in particolare, la «riqualificazione ambientale» della ex cava, dove è previsto il deposito di rocce e terreni scavati dalla galleria di VALICO. Nei progetti iniziali si parlava di 4 o 6 milioni di metri cubi, da trasferire dal cantiere del foro pilota nel sito tramite una teleferica. Il Cociv ora parla di solo 1,6 milioni. La relazione di Barla definisce «inadeguata» la documentazione del progetto definitivo e richiede un’approfondita analisi delle condizioni di stabilita’ del versante prima del deposito del materiale. Non solo: non c’è neppure uno studio dei materiali da depositare. Una situazione che fa ritenere a Barla «inattendibili le successive verifiche di stabilità del cumulo». «Milioni di metri cubi di materiale contenente un’alta percentuale di amianto – ricorda il Comitato -. Qualora questo materiale dovesse scivolare in seguito a forti piogge rappresenterebbe un grave pericolo per tutta la valle poiché rischierebbe di finire nel Lemme». Il progetto definitivo del TERZO VALICO non indica neppure quale ente sia preposto al controllo del deposito e la delibera del Cipe che nel 2006 ha approvato il progetto si limita a richiedere a Cociv che «gli interventi non alterino l’attuale stabilità del versante». Commenta il comitato: «Nessun amministratore pubblico si è finora preoccupato della gravità della situazione. La pericolosità dell’amianto è stata riconosciuta nell’importante sentenza sulla Eternit».