
Apprendiamo dagli organi di stampa che il PD sta affrontando una “analisi approfondita” del progetto del terzo valico. È un po’ tardi per le analisi considerato che il progetto definitivo il PD l’ha approvato nel 2005, pur con richieste di modifica. Tengono a sottolineare che prima di stilare il progetto esecutivo e cominciare con i lavori “dovranno venire assunti tutti i provvedimenti necessari alla difesa e alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e della salute pubblica”.
Il che suona nettamente in contrasto con ciò che è scritto a pagina 42 del progetto definitivo: “In considerazione dell’oscillazione del livello che presenta variazioni metriche potrebbe essere necessario, in fase costruttiva, prevedere opere per l’aggottamento della falda nel caso in cui interferisse con le opere di progetto.” Ovvero, se scavando dovessimo intercettare la falda ci porremo il problema. Questo è solo un esempio della forza di chi vuole costruire a tutti i costi un’opera inutile. Prima muovere le ruspe minimizzando i problemi e una volta svolti i lavori mettere una toppa imputando i danni al caso. Come il PD della Val Lemme, che nel recente consiglio comunale di Voltaggio ha sostenuto ”l’amianto non deve essere un espediente per fermare il Terzo valico.”
Parlare di compensazioni e leggi regionali per lo sviluppo del territorio per noi è un tentativo di indorare una pillola che i cittadini novesi non vogliono mandare giù. Informare sulle caratteristiche del tracciato è un lavoro che fortunatamente è stato svolto negli anni dai comitati contrari all’opera, perché non c’è mai stato da parte dell’amministrazione un reale atteggiamento di apertura al dialogo sull’utilità del progetto. Le motivazioni che da sempre contraddistinguono l’arco politico sulla TAV, tranne rare e meritevoli eccezioni, sono che “l’opera si deve fare perché è strategica”, “perché non si può rimanere tagliati fuori dall’Europa”, “perché non si può essere sempre contro tutto”. Mai è stata messa in dubbio la fattibilità della linea né tantomeno sono state analizzate le alternative al tracciato che i comitati propongono fin dai primi anni novanta.
Pertanto, rispediamo al mittente l’invito ad “un confronto sereno e costruttivo con il Comitato novese costituitosi contro la realizzazione del Terzo Valico, perché da questo possano nascere proposte ed indicazioni utili per l’attenuazione delle conseguenze dei lavori sulla nostra città”. Non ci interessa discutere con il PD su come ridurre l’impatto dei lavori perché riteniamo che l’impatto non si possa ridurre. Continuino pure a discuterne con i loro amici, i capi del partito e il ricco sottobosco di imprenditori e banchieri che ha fatto del cemento una professione di fede. Da sempre sosteniamo che il progetto sia inutile dal punto di vista logistico e dannoso sotto i profili dell’economia, della salute pubblica, dell’ambiente. A ciò si aggiunga la questione delle infiltrazioni mafiose negli appalti, recentemente assurta agli onori della cronaca. Il terzo valico per noi non si deve fare, lo dicono i dati di traffico che propugniamo da venti anni venendo puntualmente ignorati, lo dicono i maggiori esperti italiani di trasportistica.
L’onda lunga del dissenso in valsusa fa scricchiolare anche il fronte del sì, che ad oggi presenta defezioni e incertezze. Si comincia ad ammettere che i cittadini hanno ragione a protestare, ma che ormai i giochi sono fatti. Contro questa logica di ineluttabilità opponiamo l’azione costante e onesta di tante persone che non vogliono vedere distrutto il loro territorio da una colata di cemento. La vicinanza e la crescente partecipazione dei cittadini novesi ci dimostra che stiamo facendo la cosa giusta.
Comitato Novese contro il Tav – Terzo Valico