
Pare sia stata una riunione molto gustosa quella svolta pochi giorni fa a Roma, al Ministero delle Infrastrutture, alla presenza del Ministro Lupi e dei rappresentanti della zona.
Se i sindaci piemontesi, prima di partire, avevano annunciato tronfi: “andiamo a Roma a chiedere conto della moratoria”, pare che poi nessuno si sia strappato le vesti in merito, anzi sembra che l’argomento sia stato un tabù.
Nella riunione, condita da molti salamelecchi, la questione principe è stato il “terrore” dei No Tav. Con un lessico degno del miglior Cossiga, deputati, presidenti e prefetti si sono alternati nell’agitare lo spauracchio dei violenti, degli eversori, degli anarchici, degli antagonisti. Nessuno ha avuto il coraggio di dire al Ministro che sui territori c’è gente normale, non animali strani, che si oppongono all’opera sulla base di dati veri e con grande buonsenso. Chiaro, il Ministro lo sa già, ma persino nelle segrete stanze dove non ce ne sarebbe bisogno, il brainstorming dei Sì Tav impone di parlare dei No Tav come di una grande associazione a delinquere pronta a destabilizzare il paese.
Pare però che l’intervento del capobanda dei sindaci questuanti abbia incrinato un po’ il magico mondo tutto ruspe e fiorellini dipinto dal Ministro berluschino. Con il piglio di chi ne ha le balle piene, dice: “RFI deve venire a spiegare il progetto, non dobbiamo farlo noi. Non possiamo prenderci gli schiaffoni conto terzi”.
Come come? Il Partito ha paura a spiegare il progetto alla gente? Non dovrebbero, visto che sono così convinti della sua utilità.
Pare che nessuno si sia azzardato a dire che Cociv vuole partire con gli scavi senza aver redatto un piano per l’amianto e senza sapere dove depositare il materiale. Che leoni i nostri sindaci!
P.s. : in un mondo in cui stregonerie come la videoconferenza sono alla portata dell’utente medio di computer già da un bel pezzo, quanto ci sarà costata la gita a Roma?