
da La Stampa
Il problema della mafia si risolve solo se si guarda in faccia alla realta’: e’ la filosofia di Christian Abbondanza, presidente della Casa della Legalita’ e della Cultura di Genova, tra i relatori, venerdi’ sera, al convegno organizzato dal Movimento 5 Stelle, insieme al consigliere regionale Davide Bono e al giornalista alessandrino Giordano Panaro. Un incontro per continuare a parlare della presenza, sempre piu’ chiara, della mafia nel Nord d’Italia e anche in provincia. Una presenza che c’e’ da sempre, dice Abbondanza, ma e’ stata sottovalutata. Fino a quest’estate, quando il caso Caridi ha smosso le acque anche della coscienza della comunita’: «Ma dopo quell’arresto mi sarei aspettato una sollevazione popolare. Ci voleva. Giuseppe Caridi era presidente della commissione Politiche del Territorio, non era invisibile. Magistrati ciechi? Chissa’. Ma deve essere anche la comunita’ ad indicare la strada, facendo nomi e cognomi; se sta in silenzio non fa altro che rafforzare le associazioni mafiose. E i politici che non si accorgono di avere la mafia ”in casa” non devono fare altro che dimettersi». Ripercorrendo tutte le fasi dell’indagine «Maglio» e dell’operazione «Albachiara», che ha portato all’arresto di diciannove persone nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, dice: «La ‘ndrangheta discute sempre di politica e fa affari». Quali? Soprattutto appalti, «com’e’ successo con il centro benessere che avete alle porte della citta’, costruito da Romeo Rea (uno degli arrestati; ndr) o con l’enorme complesso commerciale di Serravalle o con i lavori sull’autostrada Milano-Serravalle. E come succedera’ con TERZO VALICO e Tav». I modi per controllare meglio la fitta rete di appalti e subappalti c’e’, e si chiama «Progetto Sciamano», pensato e curato dal prefetto di Genova, Francesco Musolino: consiste nella creazione di un database nel quale registrare quotidianamente tutti i movimenti di persone, vetture, materiali e mezzi che entrano ed escono dal cantiere. Mappare tutto, insomma, e rendere questi dati accessibili alla Magistratura. L’intreccio politica-affari e’ complesso, a volte poco trasparente, «per questo aggiunge e’ facile ”entrarci”». Davide Bono chiarisce come avvicinano i politici: «Promettendo pacchetti di voti e soldi per la campagna elettorale». Loro, del Movimento 5 Stelle, l’hanno fatta con 13 mila euro, anche se qualcuno aveva offerto una cifra a cinque zeri, «ma abbiamo rifiutato, quasi ci ha spaventati». Christian Abbondanza, invece, e’ spaventato dalla situazione di Alessandria, definita «pattumiera» del triangolo industriale, crocevia di rifiuti pericolosi e, da anni, sotto il potere delle cosche: «Il Piemonte Sud dipende dalla Liguria, Carmelo Gullace segue tutto il Nord Est: un potere enorme che e’ arrivato ad influenzare anche alcune elezioni in Calabria». E, forse, anche l’approvazione della terza variante del piano regolatore che interessa la collina. Qui, a rimetterci, sara’ Valle San Bartolomeo, «vittima – secondo il comitato Noi di Valle – di una speculazione edilizia». Simone Lumina e Paolo Bellotti, consigliere comunale dell’idV che ha gia’ chiarito che non si candidera’ piu’ «per motivi di sicurezza», confermano: «Siamo stati lasciati soli, la gente ha cominciato a preoccuparsi quando ha preso forma l’ipotesi dell’interessamento della ‘ndrangheta, ma ci siamo ancora e lotteremo». Abbondanza accetta la sfida dei cittadini di Valle, proponendo in tempi brevi una manifestazione, insieme anche all’associazione «Libera contro le mafie» proprio davanti ai cantieri dei nuovi insediamenti, per tenere alta la guardia e far capire che i cittadini, per primi, rifiutano l’illegalita’.