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Fare luce sul disastro: Le Iene a Spinetta Marengo

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Abbiamo visto il servizio de Le Iene andato in onda il 5 dicembre su Italia1, che ha affrontato la situazione di Spinetta Marengo e il disastro ambientale perpetrato da Solvay.

Possiamo solo ringraziare Le Iene e tutti gli organi di informazione che contribuiscono a fare luce e a tenere alta l’attenzione sulla tragedia che Solvay sta facendo vivere alla popolazione alessandrina e in particolare di Spinetta.
Nel servizio ci sono volti e storie che conosciamo bene, molte persone con cui stiamo facendo la stessa strada verso la conquista di giustizia, verità, dignità e speranza per un domani libero da veleni e inquinamento, un domani in cui finiscano la prepotenza e la violenza che Solvay sta quotidianamente perpetrando.

In questo servizio vengono confermate le sofferenze e la gravità della situazione nel nostro territorio. Non ci stupisce quanto abbiamo visto, ma ci indigna sempre ascoltare le ricostruzioni degli eventi che si sono susseguiti attorno al caso Solvay.

Alcune domande nascono spontanee, però.

E’ possibile che le tutte le istituzioni coinvolte in questa tragedia reagiscano solo perchè “pizzicate” da una televisione nazionale? Perché hanno mostrato lassismo e disinteresse in questi anni di denuncia da parte della popolazione, del Comitato Stop Solvay e di altre autorevoli voci con cui abbiamo collaborato?
Non ci tranquillizzano per niente le dichiarazioni del consigliere regionale Sacco sulle buone intenzioni dell’Assessore Icardi a proseguire sul biomonitoraggio. Oltre a parole e mezze promesse, non abbiamo visto nulla. Finchè non inizierà il biomonitoraggio, le lungaggini della burocrazia e delle istituzioni può solo essere considerata complicità della sofferenza che vivono gli spinettesi. Ricordiamo che 18 mesi fa, collaborando con organi di informazioni belgi, abbiamo dimostrato scientificamente la gravità della presenza di pfas nel sangue degli spinettesi. Non c’è tempo da perdere e tutti gli enti sono pienamente informati e consapevoli.

Altre domande sono per la Regione. Il Presidente Cirio ha realmente intenzione di affrontare e risolvere la situazione? C’è la volontà politica di difendere i cittadini? Nel servizio abbiamo assistito attoniti a uno squallido spettacolo. Cirio ha mostrato lontananza e sprezzante disinteresse nei confronti degli abitanti di Spinetta. Ha altri interessi o priorità rispetto alla salute pubblica e alla tutela del nostro territorio? Deve qualcosa a Solvay o può dare seguito ai suoi doveri istituzionali?

Le ultime domande non possono che essere per il Sindaco di Alessandria. Dov’è l’indignazione per quello che stanno vivendo i suoi concittadini? Se la Regione sta bloccando il biomonitoraggio, perché non continuare a picchiare sulla porta regionale? Perché non assume posizioni pubbliche che facciano pressione? Alla luce dell’immobilismo della Regione, perché il nostro Sindaco assume l’asettico e freddo formalismo de “abbiamo passato il problema ad altri”? Quello che sta accadendo a Spinetta e che il servizio de Le Iene ha ricostruito con dovizia, merita un sindaco che abbia almeno empatia con la sofferenza dei concittadini, che dovrebbe difendere e rappresentare. Niente di tutto questo è stato percepito nelle parole di Abonante, non solo nel video passato in televisione, ma anche in passato.

La domanda che ci facciamo ormai troppo spesso è però questa: si vogliono tutelare davvero i cittadini di Spinetta? Le istituzioni sembrano non essere interessate a contrastare Solvay. In questi anni, sono state fatte poche mosse da qualunque istituzione di qualsiasi grado e colore e sempre sono state seguite da immobilismo e mutismo. Se fossimo maligni, penseremmo alla classica tattica di usare tempo e silenzio per far dimenticare i vari casi del giorno. De Andrè diceva: “e lo Stato che fa? Si costerna, si indigna, si impegna e poi getta la spugna con grande dignità”. A noi non basta e non lo permetteremo.

Noi non siamo una polemica momentanea. Noi lottiamo per la nostra salute, il futuro nostro e dei nostri figli, la dignità e la giustizia e per questo ci troverete sempre qui.
Ci auguriamo che questo servizio possa rimettere al centro dell’agenda politica delle Istituzioni il biomonitoraggio, primo passo ma non esaustivo per affrontare seriamente il disastro ambientale causato da Solvay.

Per la rabbia delle sofferenze inflitte da Solvay e per la speranza di un nuovo inizio per la nostra comunità e il nostro territorio, noi continueremo la nostra lotta: chiudere Solvay subito, bonifica completa, screening medico alla popolazione.
Un secolo di morte e veleni può bastare.

Comitato Stop Solvay