
Azioni, pratiche e percorsi. Questo hanno espresso circa un centinaio di persone ieri sera presso la Società di Mutuo Soccorso “Club Amici Barabini” di Genova-Trasta.
La presenza di quegli uomini e quelle donne rappresenta un nuovo significato per il mutualismo di mazziniana memoria, in cui, attraverso azioni di auto-aiuto, la popolazione si autorganizzava per affrontare delle spese sanitarie o per l’istruzione, ad esempio, quando lo stato sociale non esisteva ancora. Adesso, che quello stato sociale è stato smantellato da anni di politiche liberiste, le persone tornano ad autorganizzarsi per resistere alle “grandi” opere, come l’alta velocità, che rappresentano proprio il culmine di quel processo di privatizzazione di tutto ciò che è pubblico.
In passato avevamo provato a spargere dei semi di r-esistenza nei confronti delle “grandi” opere, e del terzo valico ferroviario, ma con scarsi risultati, in quanto non avevamo capito che solamente con l’autorganizzazione delle persone si sarebbe potuto scatenare un conflittualità.
Adesso grazie all’attivismo di alcune realtà che in Valpolcevera stanno animando la lotta all’alta velocità, finalmente si sta realizzando un tessuto connettivo capace di fare politica, ma quella con la p maiuscola.
Perché contrastare l’alta velocità non significa solamente confutare un delirante progetto che prevede una galleria da Fegino a Tortona di circa 39 km, andando a scavare in montagne probabilmente piene di amianto, intercettando le falde acquifere, fancendo transitare centinaia di camion per le strade della nostra vallata.
Opporsi alla TAV significa rifiutare questo modello di sviluppo che minaccia la salute pubblica e taglia l’istruzione, installando gli uffici del COCIV nella scuola Villa Sanguineti.
Credo che questa sia un immagine emblematica di questa lotta, in quanto la nostra Val di Susa inzia alla foce del Polcevera e non termina sul passo della Bocchetta. Continua.
Davide Ghiglione Movimento No Tav Terzo Valico