
E come in tutte le favole, anche in quella del Terzo Valico alla fine ci sono pure gli animali che parlano. Abbiamo un merlo che piange per il definanziamento in un momento in cui “le cose stavano funzionando” (!) e dei lupi che spiegano come funziona il flusso di cassa in Italia. Si racimola 1 miliardo in periodo di crisi aumentando le tasse ai polli, lo si utilizza per far siglare a COCIV e RFI il contratto per il secondo lotto poi, ottenuta la firma, per il principio del flusso di cassa si spostano i soldi a un’altra opera e così via.
In tutto questo consola che appena un mese fa le volpi avevano assicurato che del campo base di Arquata se ne parlerà (forse!) nel secondo lotto, cioè mai.
E per finire meglio un uovo oggi che una gallina domani; di quest’avviso dev’essere stata Maire Tecnimont, che vista l’aria che tira ha deciso di dismettere un asset ritenuto non più strategico, cedendo oggi per 50 milioni di euro la sua partecipazione in COCIV (20%) a Condotte e soprattutto Impregilo, a cui non è parso vero di pagare i suoi 25 milioni con il miliardo e 700 milioni dei lavori ottenuti per la costruzione della metropolitana 4 di Milano, finanziata con i soldi che avrebbe dovuto prendere per il secondo lotto del terzo valico. Per gli amici della fattoria non importa da quale cassa arrivi il flusso, basta che arrivi.
A questo punto però anche gli asini dovrebbero aver capito che se dopo 20 anni si continua a definanziare un’opera, è perché l’idea che sia strategica ed indispensabile è solo una favola messa in giro dagli avvoltoi.
Pillola gentilmente offerta dal gregge SI TAV nella tratta Genova (http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/porti_e_logistica/2013/06/17/AP2sN1lF-intervista_valico_terzo.shtml) – Milano (http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201306170946323841&chkAgenzie=TMFI) 17/6/2013