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Comitato Stop Solvay

Comitato Stop Solvay

La Solvay, con la connivenza delle amministrazioni locali e non solo, per anni ha dimostrato come il profitto, per loro, valga molto più della salute dei cittadini. E continua a farlo.

Non possiamo più stare a guardare: la Solvay inquina, il silenzio uccide!

Il Comitato Stop Solvay nasce nel 2020, e fonda le proprie radici nella necessità di rompere il muro di silenzio costruito negli ultimi decenni intorno al polo chimico di Spinetta Marengo.

Solvay, con la complicità di Istituzioni, partiti, sindacati confederali e associazioni, ha dimostrato per anni come il profitto, per loro, valga molto più della salute dei cittadini.

È chiara ormai a tutti la situazione di disastro ambientale con cui popolazione e territorio si devono confrontare quotidianamente: se vivi a Spinetta hai maggiore probabilità di essere ricoverato in ospedale in confronto a chi vive nel capoluogo. A Spinetta si muore di alcune patologie molto più che nel resto della Provincia.

Nel 2012 Solvay fu costretta a sospendere la produzione di PFOS – perfluoroottansolfonati, vietati dalle normative e dalle convenzioni internazionali. I PFOS, insieme ai PFOA – acidi perfluoroottanoici -, sono le classi più diffuse dei PFAS. Questi acidi perfluoroacrilici – che Solvay tutt’ora produce, seppur con un nome diverso (il C604) -, sono riconosciuti tra i fattori di rischio per un’ampia serie di patologie. Ad alte concentrazioni sono tossici non solo per l’uomo, ma per tutti gli organismi viventi.

I PFAS penetrano con facilità nelle falde acquifere e, attraverso l’acqua, raggiungono i campi e i frutti dell’agricoltura che raggiungono le nostre tavole.

Le acque di cui facciamo abitualmente uso sono contaminate, la concentrazione di PFAS nelle acque del fiume Bormida è altissima.

Un polo chimico accusato di disastro ambientale non può continuare a produrre indisturbato, il muro di silenzio e di paura che si erge anche davanti a prove certe deve crollare.

Quello che vogliamo è la chiusura della fabbrica e la bonifica del territorio. Quello che chiediamo a chi ci circonda è di lasciar cadere le proprie paure e le proprie maschere: è arrivato il momento di indignarsi e prendere parola di fronte alle morti e alle malattie che colpiscono la nostra comunità ogni giorno di più.


Un secolo di morti e di veleni può bastare!

Noi crediamo che sia il momento di reagire e di agire!

La Solvay è la vergogna del nostro territorio

Sospensione della produzione, bonifica e riconversione ecologica sono i nostri obiettivi.

Ecocidio, biocidio, disastro ambientale sono parole che stanno entrando nel linguaggio comune.

Dietro queste parole ci sono i numeri su malattie e mortalità. Dietro alla produzione della Solvay, ai PFAS, alle emissioni nell’aria, alla falda contaminata, ci sta il fatto che nascere o lavorare a Spinetta, utilizzare l’acqua del Bormida, segna in modo drastico la possibilità e la qualità della vita.

Il profitto di una multinazionale contro la salute di donne, uomini, anziani e bambini. Una vergogna.

Instagram:

𝐋𝐎 𝐒𝐓𝐀𝐁𝐈𝐋𝐈𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎 𝐒𝐎𝐋𝐕𝐀𝐘 𝐄̀ 𝐈𝐋 𝐒𝐈𝐓𝐎 𝐏𝐈𝐔̀ 𝐈𝐍𝐐𝐔𝐈𝐍𝐀𝐓𝐎 𝐃'𝐄𝐔𝐑𝐎𝐏𝐀: 𝐋'𝐈𝐍𝐀𝐃𝐄𝐌𝐏𝐈𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐃𝐈 𝐀𝐑𝐏𝐀 𝐄 𝐋𝐀 𝐏𝐎𝐒𝐒𝐈𝐁𝐈𝐋𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐎𝐂𝐀𝐋𝐈𝐙𝐙𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐈𝐍 𝐀𝐒𝐈𝐀 𝐃𝐈 𝐒𝐎𝐋𝐕𝐀𝐘/𝐒𝐘𝐄𝐍𝐒𝐐𝐎
“L'azienda ha rilevato sotto 𝐥𝐚 𝐯𝐚𝐬𝐜𝐚 𝟐𝟓𝟎𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐢𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐂𝟔𝐎𝟒, 𝐮𝐧 𝐩𝐟𝐚𝐬 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐞𝐭𝐚̀ e considerato meno tossico, anche se, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐡𝐚 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐓𝐚𝐫 𝐝𝐢 𝐓𝐨𝐫𝐢𝐧𝐨, 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 “𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥'𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞”. […] I problemi non sono iniziati a fine marzo, come dimostrano documenti inediti ottenuti da Domani, 𝐀𝐫𝐩𝐚 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐧𝐨𝐦𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞. 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚𝐯𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐧𝐮𝐭𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐢𝐥 𝟏𝟎 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐒𝐜𝐫𝐢𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐡𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐞𝐜 𝐮𝐫𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞, 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚, 𝐀𝐬𝐥 𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐚. In particolare sono stati trovati il Pfoa, ufficialmente dismessoda Solvay/Syensqo nel 2013, il cC6O4 e l'ADV. 𝐍𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐒𝐜𝐫𝐢𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨, 𝐨𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐧𝐝𝐨, 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐨, 𝐝𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐧𝐢𝐜𝐢 𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 – 𝐢𝐧 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐯𝐚 – 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐮𝐭𝐨 𝐛𝐥𝐨𝐜𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨. 𝐋𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐩𝐚 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐢𝐚, 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐡𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞.”

𝐋𝐎 𝐒𝐓𝐀𝐁𝐈𝐋𝐈𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎 𝐒𝐎𝐋𝐕𝐀𝐘 𝐄̀ 𝐈𝐋 𝐒𝐈𝐓𝐎 𝐏𝐈𝐔̀ 𝐈𝐍𝐐𝐔𝐈𝐍𝐀𝐓𝐎 𝐃`𝐄𝐔𝐑𝐎𝐏𝐀: 𝐋`𝐈𝐍𝐀𝐃𝐄𝐌𝐏𝐈𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐃𝐈 𝐀𝐑𝐏𝐀 𝐄 𝐋𝐀 𝐏𝐎𝐒𝐒𝐈𝐁𝐈𝐋𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐎𝐂𝐀𝐋𝐈𝐙𝐙𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐈𝐍 𝐀𝐒𝐈𝐀 𝐃𝐈 𝐒𝐎𝐋𝐕𝐀𝐘/𝐒𝐘𝐄𝐍𝐒𝐐𝐎

“L`azienda ha rilevato sotto 𝐥𝐚 𝐯𝐚𝐬𝐜𝐚 𝟐𝟓𝟎𝐦𝐢𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐜𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐢𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐂𝟔𝐎𝟒, 𝐮𝐧 𝐩𝐟𝐚𝐬 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐞𝐭𝐚̀ e considerato meno tossico, anche se, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐡𝐚 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐓𝐚𝐫 𝐝𝐢 𝐓𝐨𝐫𝐢𝐧𝐨, 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 “𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥`𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞”. […] I problemi non sono iniziati a fine marzo, come dimostrano documenti inediti ottenuti da Domani, 𝐀𝐫𝐩𝐚 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐧𝐨𝐦𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞. 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐚𝐯𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐧𝐮𝐭𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐢𝐥 𝟏𝟎 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐒𝐜𝐫𝐢𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐡𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐞𝐜 𝐮𝐫𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞, 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚, 𝐀𝐬𝐥 𝐞 𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐝𝐚. In particolare sono stati trovati il Pfoa, ufficialmente dismessoda Solvay/Syensqo nel 2013, il cC6O4 e l`ADV. 𝐍𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐒𝐜𝐫𝐢𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨, 𝐨𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐧𝐝𝐨, 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐨, 𝐝𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐧𝐢𝐜𝐢 𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 – 𝐢𝐧 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐯𝐚 – 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐮𝐭𝐨 𝐛𝐥𝐨𝐜𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨. 𝐋𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐩𝐚 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐢𝐚, 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐡𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞.”
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Era l'ottobre del 2022 quando ci sedemmo in sala giunta con l'attuale Sindaco per avanzare le richieste che da anni portiamo avanti, tra queste c'era il monitoraggio di tutti i pozzi pubblici e privati. 
Una settimana fa, a un anno e mezzo di distanza, il Sindaco ha finalmente ordinato un monitoraggio straordinario dell'acquedotto, risultato: ci sono tracce di pfas nelle acque potabili.
Queste le parole del sindaco prima di venire a conoscenza degli ultimi dati emersi durante l'ultimo tavolo tecnico:
"Pur non ritenendo che vi siano problemi riguardo all'acqua potabile - a tal proposito già ASL ci ha rassicurato nello scorso tavolo tecnico - abbiamo chiesto ad Amag reti idriche di valutare l'opportunità di un campionamento straordinario presso i pozzi della rete dell'acquedotto ubicati a Spinetta Marengo. In ultimo, ho chiesto ad ASL e Regione se ci fossero i presupposti per emettere un'ordinanza a tutela della salute pubblica, ma gli enti preposti non hanno ravvisato che al momento vi siano le condizioni perché ciò accada."
Ci chiediamo se adesso le condizioni non si siano evidentemente configurate e se non sia necessario un intervento di chiara matrice politica per risolvere una questione che più che tecnica è sempre stata politica: una multinazionale sta avvelenando noi e il nostro territorio, bisogna smettere di perdere tempo perché è ciò che Solvay- Syensqo ha sempre voluto: prendere più tempo possibile per poter far fruttare il pfas di turno il più possibile. È giunto il momento che siano le istituzioni a dettare i tempi e non la multinazionale.

Era l`ottobre del 2022 quando ci sedemmo in sala giunta con l`attuale Sindaco per avanzare le richieste che da anni portiamo avanti, tra queste c`era il monitoraggio di tutti i pozzi pubblici e privati.

Una settimana fa, a un anno e mezzo di distanza, il Sindaco ha finalmente ordinato un monitoraggio straordinario dell`acquedotto, risultato: ci sono tracce di pfas nelle acque potabili.
Queste le parole del sindaco prima di venire a conoscenza degli ultimi dati emersi durante l`ultimo tavolo tecnico:

"Pur non ritenendo che vi siano problemi riguardo all`acqua potabile - a tal proposito già ASL ci ha rassicurato nello scorso tavolo tecnico - abbiamo chiesto ad Amag reti idriche di valutare l`opportunità di un campionamento straordinario presso i pozzi della rete dell`acquedotto ubicati a Spinetta Marengo. In ultimo, ho chiesto ad ASL e Regione se ci fossero i presupposti per emettere un`ordinanza a tutela della salute pubblica, ma gli enti preposti non hanno ravvisato che al momento vi siano le condizioni perché ciò accada."

Ci chiediamo se adesso le condizioni non si siano evidentemente configurate e se non sia necessario un intervento di chiara matrice politica per risolvere una questione che più che tecnica è sempre stata politica: una multinazionale sta avvelenando noi e il nostro territorio, bisogna smettere di perdere tempo perché è ciò che Solvay- Syensqo ha sempre voluto: prendere più tempo possibile per poter far fruttare il pfas di turno il più possibile. È giunto il momento che siano le istituzioni a dettare i tempi e non la multinazionale.
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Dopo 5 anni di attesa da quando, come Comitato, abbiamo iniziato a richiedere un biomonitoraggio per tutti, la Regione Piemonte si è espressa per la prima volta sulle 127 persone (di fatto circa 70 effettivamente coinvolte) che hanno partecipato a quello che speriamo sia solo il primo biomonitoraggio.
Senza ancora rendere pubblici i dati attraverso una campagna di informazione pubblica che favorisca il dialogo sui risultati e senza consentire a nessuno di esaminarli per un'analisi indipendente, la Regione ha liquidato 70 cittadini definendo i dati sulla LORO salute "tranquillizzanti".
Tranquillizzanti perché “solo” 1 persona su 3 ha PFAs nel sangue oltre l’attuale soglia di sicurezza definita per evitare problemi di salute. Tuttavia, desideriamo ricordare alla Regione Piemonte che, se i permessi per produrre queste sostanze a Solvay (ora Synesqo) fossero stati concessi solo dopo aver verificato che l'azienda fosse in grado di produrre senza scaricare sostanze tossiche e cancerogene nell'ambiente (aria, acqua, suolo), probabilmente oggi nessuna delle persone coinvolte in questo studio si troverebbe a fare i conti con un avvelenamento da sostanze persistenti, che rimarranno nel loro corpo per decenni. 
Visto gli anni necessari a coinvolgere 70 persone, ci aspettiamo che almeno la comunicazione dei risultati sia tempestiva: entro la fine del mese che Comune e Regione pubblichino nella totale trasparenza i dati e lo studio condotto in questa prima fase, corredando una documentazione più tecnica ad una usufruibile per tutta la cittadinanza. 
Ci piacerebbe inoltre, venisse specificato chiaramente che i dati appena menzionati riguardano cittadini che non vivono solamente a Spinetta ma anche a decine di chilometri dallo stabilimento, aiutandoci a capire se le persone che purtroppo hanno i dati più alti di questi contaminanti nel sangue sono anche quelli che vivono nelle vicinanze di questo stabilimento.

Dopo 5 anni di attesa da quando, come Comitato, abbiamo iniziato a richiedere un biomonitoraggio per tutti, la Regione Piemonte si è espressa per la prima volta sulle 127 persone (di fatto circa 70 effettivamente coinvolte) che hanno partecipato a quello che speriamo sia solo il primo biomonitoraggio.

Senza ancora rendere pubblici i dati attraverso una campagna di informazione pubblica che favorisca il dialogo sui risultati e senza consentire a nessuno di esaminarli per un`analisi indipendente, la Regione ha liquidato 70 cittadini definendo i dati sulla LORO salute "tranquillizzanti".

Tranquillizzanti perché “solo” 1 persona su 3 ha PFAs nel sangue oltre l’attuale soglia di sicurezza definita per evitare problemi di salute. Tuttavia, desideriamo ricordare alla Regione Piemonte che, se i permessi per produrre queste sostanze a Solvay (ora Synesqo) fossero stati concessi solo dopo aver verificato che l`azienda fosse in grado di produrre senza scaricare sostanze tossiche e cancerogene nell`ambiente (aria, acqua, suolo), probabilmente oggi nessuna delle persone coinvolte in questo studio si troverebbe a fare i conti con un avvelenamento da sostanze persistenti, che rimarranno nel loro corpo per decenni.

Visto gli anni necessari a coinvolgere 70 persone, ci aspettiamo che almeno la comunicazione dei risultati sia tempestiva: entro la fine del mese che Comune e Regione pubblichino nella totale trasparenza i dati e lo studio condotto in questa prima fase, corredando una documentazione più tecnica ad una usufruibile per tutta la cittadinanza.

Ci piacerebbe inoltre, venisse specificato chiaramente che i dati appena menzionati riguardano cittadini che non vivono solamente a Spinetta ma anche a decine di chilometri dallo stabilimento, aiutandoci a capire se le persone che purtroppo hanno i dati più alti di questi contaminanti nel sangue sono anche quelli che vivono nelle vicinanze di questo stabilimento.
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𝐀𝐑𝐏𝐀 𝐒𝐌𝐄𝐍𝐓𝐈𝐒𝐂𝐄 𝐋'𝐄𝐍𝐍𝐄𝐒𝐈𝐌𝐀 𝐁𝐔𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐈 𝐒𝐎𝐋𝐕𝐀𝐘-𝐒𝐘𝐄𝐍𝐒𝐐𝐎
Il “fenomeno delle schiume nel fiume Bormida non è imputabile a Syensqo”, così tuonava il direttore dello stabilimento di Spinetta (Solvay, ora Syensqo) giovedì scorso - a seguito di una segnalazione da parte di cittadini preoccupati – menzionando presunti dati di Arpa a sostegno di quanto affermato: “i nostri dati sono già disponibili e i dati di Arpa che sono già trapelati sono concordi”.
𝐈𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐩𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚: “𝐋𝐞 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝟏𝟑 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐨𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐦𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐞𝐧𝐠𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐁𝐨𝐫𝐦𝐢𝐝𝐚 «𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐝𝐮𝐜𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐥'𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐨». 
Dopo la notizia ufficiale di ARPA, Solvay- Syensqo ha iniziato ad arrampicarsi sugli specchi affermando che le schiume "provengono dall'impianto, però rispettano i limiti", come se questo dato dovesse confortarci.
Dall'ultimo controllo ordinario le concentrazioni di tensioattivi nelle acque di scarico sono più che raddoppiate. 
𝐓𝐫𝐚 𝐥𝐞 𝟑𝟐 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐫𝐢𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞 𝐜𝟔𝐨𝟒, 𝐜𝐞 𝐧𝐞 𝐞𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥'𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐢𝐚: 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐦𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐨𝐥𝐞𝐜𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐪𝐮𝐢𝐧𝐚𝐧𝐭𝐞.

𝐀𝐑𝐏𝐀 𝐒𝐌𝐄𝐍𝐓𝐈𝐒𝐂𝐄 𝐋`𝐄𝐍𝐍𝐄𝐒𝐈𝐌𝐀 𝐁𝐔𝐆𝐈𝐀 𝐃𝐈 𝐒𝐎𝐋𝐕𝐀𝐘-𝐒𝐘𝐄𝐍𝐒𝐐𝐎

Il “fenomeno delle schiume nel fiume Bormida non è imputabile a Syensqo”, così tuonava il direttore dello stabilimento di Spinetta (Solvay, ora Syensqo) giovedì scorso - a seguito di una segnalazione da parte di cittadini preoccupati – menzionando presunti dati di Arpa a sostegno di quanto affermato: “i nostri dati sono già disponibili e i dati di Arpa che sono già trapelati sono concordi”.

𝐈𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐫𝐩𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚: “𝐋𝐞 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝟏𝟑 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐨𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐦𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐞𝐧𝐠𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐁𝐨𝐫𝐦𝐢𝐝𝐚 «𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐝𝐮𝐜𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐥`𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐨».

Dopo la notizia ufficiale di ARPA, Solvay- Syensqo ha iniziato ad arrampicarsi sugli specchi affermando che le schiume "provengono dall`impianto, però rispettano i limiti", come se questo dato dovesse confortarci.
Dall`ultimo controllo ordinario le concentrazioni di tensioattivi nelle acque di scarico sono più che raddoppiate.

𝐓𝐫𝐚 𝐥𝐞 𝟑𝟐 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐫𝐢𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥`𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞 𝐜𝟔𝐨𝟒, 𝐜𝐞 𝐧𝐞 𝐞𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥`𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐝𝐫𝐢𝐚: 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐦𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐨𝐥𝐞𝐜𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐪𝐮𝐢𝐧𝐚𝐧𝐭𝐞.
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"Non una molecola di inquinante deve fuoriuscire dal sito produttivo, cento anni di veleni possono bastare"
La totale assenza di inquinanti fuoriusciti in aria e in falda dal polo chimico è una delle prescrizioni - inserita dal comune stesso - durante la conferenza dei servizi del 2020/2021, che Solvay avrebbe dovuto rispettare per il rilascio (concesso) dell'autorizzazione a produrre cC6o4: @comune_alessandria , Provincia di Alessandria perché non la state facendo rispettare?

"Non una molecola di inquinante deve fuoriuscire dal sito produttivo, cento anni di veleni possono bastare"

La totale assenza di inquinanti fuoriusciti in aria e in falda dal polo chimico è una delle prescrizioni - inserita dal comune stesso - durante la conferenza dei servizi del 2020/2021, che Solvay avrebbe dovuto rispettare per il rilascio (concesso) dell`autorizzazione a produrre cC6o4: @comune_alessandria , Provincia di Alessandria perché non la state facendo rispettare?
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Ieri al @kontiki_torino , @greenpeace_torino ha illustrato la sua inchiesta sul grave inquinamento di pfas delle acque del Piemonte. 
Ormai è sempre più evidente che il disastro ambientale e sanitario causato dal polo chimico - che ricordiamo essere il centro europeo per la produzione di queste sostanze - non sia un problema solo di Spinetta Marengo e dei suoi abitanti. Ogni anno in Europa si contano tra i 52 e gli 84 miliardi di euro in spese sanitarie per i danni causati dai pfas: è davvero arrivato il momento che le istituzioni si facciano carico della salute delle cittadine, dei cittadini e dell'ambiente che abitiamo.

Ieri al @kontiki_torino , @greenpeace_torino ha illustrato la sua inchiesta sul grave inquinamento di pfas delle acque del Piemonte.
Ormai è sempre più evidente che il disastro ambientale e sanitario causato dal polo chimico - che ricordiamo essere il centro europeo per la produzione di queste sostanze - non sia un problema solo di Spinetta Marengo e dei suoi abitanti. Ogni anno in Europa si contano tra i 52 e gli 84 miliardi di euro in spese sanitarie per i danni causati dai pfas: è davvero arrivato il momento che le istituzioni si facciano carico della salute delle cittadine, dei cittadini e dell`ambiente che abitiamo.
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