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Il Lab cerca una nuova casa!

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

La Provincia di Alessandria, governata dalla destra più arrogante e regressiva, torna ad attaccare un pezzo vivo della città: l’ex Caserma dei Vigili del Fuoco di via Piave 63 – la casa del Laboratorio Sociale – torna all’asta il 22 dicembre, inserita senza alcun criterio politico né visione nel lungo elenco dei beni alienabili. Sono anni che ciclicamente si tenta di vendere le mura del Laboratorio Sociale, inserite nel piano di alienazioni approvato dalla Corte dei Conti per ripianare il disavanzo economico della Provincia. Un’operazione che conferma ancora una volta l’indirizzo politico di chi oggi guida l’Ente: svendere, cancellare, smantellare tutto ciò che parla di solidarietà, diritti, antifascismo, partecipazione. L’esatto contrario di ciò che siamo e di ciò in cui crediamo e la ragione per cui non crediamo possibile possa esistere interlocuzione con un ente governato dal partito di Giorgia Meloni.

Da 17 anni, invece, quel luogo non rappresenta quattro mura, ma un cuore politico, sociale e culturale. Un laboratorio di autogestione, cultura popolare, mutualismo, conflitto sociale. Un punto di riferimento che migliaia di alessandrine e alessandrini di ogni generazione hanno attraversato, vissuto, scelto.

Dentro quelle mura è nata una storia collettiva che ha intrecciato le lotte locali alle grandi battaglie nazionali e internazionali.
 Qui si è costruito “un mondo che contiene molti mondi”, uno spazio plurale in cui ogni movimento, ogni lotta, ogni aspirazione ha trovato confronto, ascolto e crescita.

Qui si sono accese le scintille dei movimenti che hanno segnato la storia recente di Alessandria: No Tav – Terzo Valico, Non Una di Meno, le mobilitazioni per l’acqua e la salute, i movimenti per il diritto all’abitare, quelle studentesche e per la giustizia climatica, la battaglia contro il deposito nucleare nazionale, la lotta del Comitato Stop Solvay per la chiusura del Polo Chimico, la solidarietà verso il Chiapas e il Rojava, la costante opposizione alle guerre con da ultimo le imponenti piazze cittadine contro il genocidio in Palestina.

In questi anni abbiamo ospitato la scuola di italiano per persone migranti, una palestra popolare, sportelli per il diritto alla casa e di tutela legale, il primo sportello del sindacato ADL Cobas che oggi difende i diritti di migliaia di lavoratrici e lavoratori in provincia, centinaia di iniziative culturali, concerti, teatro, assemblee pubbliche. E’ davvero quasi noioso dover elencare ciò che “il Lab”, come viene affettuosamente chiamato da molti, ha rappresentato per la città e la provincia di Alessandria. Lo sanno tutti, amici e nemici.

E mentre la Provincia non ha mai speso un euro per la manutenzione straordinaria che le spettava, noi – grazie all’autofinanziamento e al lavoro di cura collettivo – abbiamo investito decine di migliaia di euro per impedire che lo spazio cadesse a pezzi.

Oggi, però, è impensabile continuare a sostenere le spese di manutenzione con il rischio di essere venduti da un momento all’altro a qualche palazzinaro.

Così, dopo un lungo confronto, ancora una volta decidiamo di metterci in cammino con l’obiettivo che il Laboratorio Sociale possa continuare a essere cuore pulsante eretico della nostra città per almeno altri 17 anni.

Rendiamo pubblico che valuteremo tutte le strade possibili per garantire continuità e sicurezza alle attività del Laboratorio Sociale, compresa la partecipazione al bando comunale “AL P.I.T.T.A.” per la rigenerazione dei Giardini Pittaluga e rendendo esplicito l’interesse alla gestione dell’impianto sportivo comunale Bocciodromo. Lo facciamo con la stessa determinazione con cui, nel 2008, tagliammo i lucchetti e forzammo i portoni dell’ex Caserma dei Vigili del Fuoco occupandola: ciò che conta è il risultato, e ciò che si è fatto ieri lo si può sempre rifare domani, se il percorso scelto non dovesse portare a risultati. Con questo primo passo rendiamo esplicita la nostra disponibilità a valutare il trasferimento del Laboratorio Sociale in altre mura, all’interno dei Giardini Pittaluga, del Bocciodromo o altrove. A prescindere dall’esito, resta chiaro che la città deve trovare una soluzione politica stabile, all’altezza della storia, del valore sociale e della funzione collettiva del Laboratorio: perché le attività e le comunità che lo attraversano non possono dipendere dalla fortuna di un bando o dall’arbitrio della Provincia.

Il Comune di Alessandria e il Sindaco Abonante, a cui chiediamo di aprire un’interlocuzione, hanno davanti a loro una scelta.
 Se si vuole davvero essere l’alternativa politica e culturale a chi amministra la Provincia e “la nazione” – quella stessa destra incapace di immaginare qualcosa che non sia chiusura, abbandono, discriminazione e repressione – ci si può assumere la responsabilità di garantire continuità a ciò che il Laboratorio Sociale ha rappresentato e rappresenta per Alessandria.

Chiediamo una risposta all’altezza della storia che abbiamo costruito e che anche l’attuale Sindaco, conosce bene. Il Laboratorio Sociale è di nuovo in vendita. Il Laboratorio Sociale cerca una nuova casa.