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Semi, alberi e fiaccole di resistenza

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Preparando la fiaccolata abbiamo pensato ad un momento per bambini quasi per caso, lo abbiamo proposto timidamente e timorosamente: si sono incrociate persone e capacità diverse e complementari, incontri fatti per caso, in altri luoghi, con altre persone, temperamenti entusiasti e personalità piu’ caute….persone fiduciose che hanno fornito spazio e sostenuto questo momento, desideri nel cassetto, suggestioni, ad esempio, di un nostro “compagno” che in uno dei tanti momenti difficili di questa lotta ci scrisse “se non altro, avremo seminato in queste valli qualche seme di resistenza…” ed è nata questa piccola, ennesima e, per noi nuova esperienza, che magari potremo ampliare e continuare. Dagghe No Tav!

Per fortuna esiste qualcosa che non si puo’ abbattere : la liberta’.
La libertà di dire di no al potere, di costruire un mondo diverso, di vedere rispettati grandi e piccoli diritti.
Abbiamo voluto passare anche questo messaggio, in occasione della Fiaccolata che si è svolta in Valpolcevera e Valverde sabato 24 ottobre, per chiedere la chiusura dei cantieri del Terzo Valico.
L’abbiamo fatto con un momento dedicato specialmente ai piu’ piccoli, perché vogliamo offrire loro esperienze e spunti che contribuiscano a farli diventare cittadini attivi, capaci di pensare liberamente, di decodificare i linguaggi del potere e di partecipare alla vita pubblica con la consapevolezza di chi ha potuto costruirsi un pensiero critico.
L’abbiamo fatto raccontando e ricostruendo la storia dell’Albero Azzurro, un libro dello scrittore e illustratore iraniano Amin Hassanzadeh Sharif, edito da Kite, 2015.
Prima della lettura i bimbi, in cerchio tramite il movimento corporeo, si sono fatti seme, germoglio, albero, rami….
Poi la lettura ad alta voce della storia, osservando le bellissime illustrazioni.

…C’era una volta un gigantesco albero azzurro al centro di una città…i suoi rami infiniti attraversavano le finestre e le porte delle case…
Tutti amavano l’enorme albero azzurro, compagno silenzioso della vita di ognuno. Solo il Re di quella città odiava l’albero, ne era geloso e invidioso.
L’albero azzurro occupava ogni strada, tanto che il Re doveva inchinarsi per passare, tra le risate della gente.
…Fu troppo: il Re fece abbattere il grande albero.
Il Re però non aveva previsto quello che accadde dopo: ogni ramo rimasto nelle case di quella città crebbe fino a diventare un albero azzurro. Così ora quella città è una bellissima foresta di alberi azzurri, che nessun re può abbattere.

I bambini hanno dato vita all’Albero Azzurro, dipingendo rami azzurri, e alla statua del re , simbolo del potere che opprime, colorando e dando un volto, insieme ai genitori, al re sul treno cattivo.
Coi loro rami azzurri e il re sul treno, hanno aperto il corteo: all’arrivo a Campomorone, il Re ha lasciato spazio ad una foresta di rami azzurri …
Rami azzurri poi sono stati posti di fronte al portone del Comune di Campomorone, a simboleggiare la speranza di un futuro in cui i nostri bambini siano veramente liberi di partecipare alle scelte che riguardano la vita di tutti, e di un presente in cui le scelte politiche siano lungimiranti e operate valutando coscientemente l’interesse delle future generazioni, e non l’immediato tornaconto di pochi.
Abbiamo scelto di leggere il libro coi bambini e di dare vita alla storia insieme a loro con attività che li rendessero protagonisti.
Siamo, infatti, convinti che le persone possano essere libere solo se in grado di osservare, comprendere e attribuire significati. Questa postura puo’ essere trasmessa ai bambini anche fornendo loro la possibilità di capire i processi che stanno alla base di cose anche semplici: attraverso “il fare”, il toccare con mano, introiettano gli elementi per pensare, per costruire una visione piu’ completa della realtà .
Troppe volte viene offerta una realtà fatta di proposte ludiche e ricreative preconfezionate, che non lasciano spazio all’individualità, al pensiero critico, che generano scelte conformiste, in cui talvolta grandi e piccini non si riconoscono, creando situazioni di malessere in cui veniamo schiacciati da chi percepiamo come piu’ grande e potente di noi.
Noi vogliamo provare a fare diversamente, vogliamo che questi bambini e quelli che verranno abbiano il piglio necessario a fare in modo che nessuno tenti, ad esempio, di bucare una montagna, devastando terra e salute in nome di un finto progresso.

Gruppo Valverde NoTav