
Il consiglio comunale di lunedì sera ci consegna uno spaccato fedele del dibattito politico cittadino sulla questione del Terzo Valico. La classe dirigente novese, asserragliata nel palazzo, si mostra ancora una volta sorda alle preoccupazioni dei cittadini. Forse non c’era bisogno di questo ulteriore passaggio per capire che la priorità dell’amministrazione non è la tutela del territorio ma quella di alcuni interessi particolari. Lo sapevamo da anni ma talvolta giova ricordarlo. Abbiamo assistito ad una votazione condizionata da accordi sottobanco per tenere unita la maggioranza su un argomento che poteva metterla in difficoltà. Una discussione segnata da assenze strategiche, lettura di testi preconfezionati e mal di pancia rientrati all’ultimo momento. A far testo rimangono le parole dei fedelissimi del PD: la retorica del progresso e dello sviluppo di Vignoli, la relazione del capogruppo Motta che riporta senza farsi troppe domande le ragioni dell’appaltatore (senza gara) Gavio-Impregilo. Forse gli addetti ai lavori si aspettavano tutto questo, ma di sicuro i tanti cittadini che affollavano la parte di sala riservata al pubblico sono rimasti delusi da questo vergognoso spettacolo. Di sicuro si aspettavano parole diverse pur sapendo che il PD era favorevole al progetto. Gli abitanti della zona Pieve ci sono rimasti male ascoltando una consigliera cattolica, preoccupata per la chiesa che verrebbe a trovarsi a pochi metri dalla linea, salvo poi votare contro la mozione della casa della sinistra. Una mozione che, per noi del comitato, non chiedeva nulla di impossibile per il comune: riaprire la discussione sull’utilità dell’opera, dati alla mano.
Votando contro una simile mozione si dimostra di non voler discutere nel merito del progetto, per nascondersi dietro la Legge Obiettivo che priva i comuni di qualunque strumento per opporsi legalmente alle grandi opere. No, noi pensiamo che questa legge non impedisca di dire che l’impatto sul nostro territorio sarà insostenibile. È chiaro che ai comuni rimane intatta la possibilità di esprimere il loro sacrosanto parere, il problema è che l’amministrazione non vuole esprimere un parere. Piangono la legge obiettivo come una sventura, in realtà è per loro la salvezza, perché offre la scusa per non esprimere una posizione contraria che dati alla mano è inevitabile.
Allo stesso modo, abbiamo assistito nelle scorse settimane al maldestro tentativo del PD di mostrarsi dialogante con i cittadini contrari. Ora, dopo aver diffuso a mezzo stampa consigli non richiesti su dove dovrebbe riunirsi il comitato e dove no, ci negano la disponibilità di uno spazio pubblico di capacità adeguata per riunirci per due sole ore a settimana. Sostengono che la natura politica del nostro comitato sia incompatibile con la fruizione di spazi pubblici. Rispondiamo che se la politica è quella che si è espressa lunedì sera in consiglio comunale siamo ben contenti di essere un’altra cosa. Il nostro unico scopo è salvaguardare il nostro territorio e la salute pubblica insieme ai moltissimi cittadini che negli ultimi mesi sono entrati a far parte di un comitato che, per il ruolo che svolge in città, merita rispetto e uno spazio in cui riunirsi senza affittare una sala a centinaia di euro al giorno. Negare ai cittadini democraticamente associati in comitato la fruibilità degli spazi pubblici che essi stessi contribuiscono a mantenere è un’evidente discriminazione da parte dell’amministrazione verso una parte consistente della città. È necessario chiarire, visto che siamo stati accusati di volere tutto, subito e gratis, che noi non siamo come chi ci accusa, non abbiamo sedi di proprietà né segretarie al nostro servizio, non percepiamo rimborsi elettorali astronomici, non abbiamo grossi industriali tra noi, né tantomeno percepiamo generosi “contributi” dal gruppo Gavio, come faceva un certo Penati.
Le osservazioni, supportate da dati oggettivi, che abbiamo sollevato in materia di dati di traffico, cantieristica, polveri, viabilità, rumori, vibrazioni, amianto e impatto sulla falda acquifera sono state ignorate o ridicolizzate, ma prima o poi dovranno essere affrontate seriamente. Finora nulla lascia pensare che si andrà in questa direzione, anzi l’apertura dei cantieri si avvicina e gli unici a informare i cittadini rimangono i membri del nostro comitato. Nessun tentativo di dialogo all’orizzonte: le assemblee pubbliche dei comitati vengono disertate dalla maggioranza, niente consigli comunali aperti, nessun dialogo coi contrari all’opera. Di cosa ha paura l’amministrazione?
Comitato novese no tav-terzo valico