
di Massimo Minnella da Repubblica Genova del 24.03.12
Evocare la Val Susa è francamente eccessivo. Ma l´impressione è che anche per la costruzione del Terzo Valico si dovranno fare i conti con la
protesta dei residenti interessati dai cantieri di costruzione. Il primo assaggio di protesta è arrivato la scorsa settimana, quando a Voltaggio il commissario straordinario del governo per la realizzazione dell´opera, Walter Lupi, e i tecnici del Co. Civ hanno spiegato i dettagli dell´opera nel corso di un´assemblea. Ad ascoltarli, duecento persone, gran parte delle quali contrarie a un´opera così invasiva per un territorio sensibile
come quello di confine fra Liguria e Piemonte. Una contrarietà comunque molto civile e consapevole. Fra i contestatori più accesi, Mario Lombardini e Mario Bavastro di Legambiente. Ma osservazioni sono arrivate anche da Saverio Fera, fratello dell´architetto Stefano Fera, uno dei principali collaboratori di Renzo Piano, e dal leader dei No Tav di Arquata Claudio Sanita. La preoccupazione dei residenti è stata riassunta con estrema puntualità dal sindaco di Voltaggio, ottocento anime che arrivano a duemila in estate, un territorio fra i più belli dell´Appennino, nel cuore della Val Lemme, il 41 per cento del quale conservato a parco naturale. «Che accadrà qui da noi? – ha domandato il sindaco – Dalla montagna verranno estratti milioni di metri cubi di materiale (all´incirca 4 n. d. r.) che dovrebbero essere collocati nell´ex cava Cementir». La paura è che dentro a quei detriti ci possa essere amianto. I tecnici hanno replicato a questa preoccupazione, garantendo l´impegno a verificare costantemente la composizione dei materiali provenienti dallo scavo, ma è chiaro che questo non è bastato a placare i residenti. L´impatto dei lavori sarà, anche visivamente, molto imponente.
Verrà infatti costruita una teleferica su cui i detriti verranno caricate e trasferiti nell´ex cava.
Lunedì scorso il Cociv e il commissario Lupi avevano incontrato anche Andrea Robbiano, il sindaco di Novi Ligure, comune interessato dall´uscita della galleria conclusiva del Terzo Valico. In discussione, fra le altre cose, anche le opere compensative, come una piccola tangenziale per Novi e una grande rotatoria.
Il secondo passaggio è andato in scena ieri sera ad Arquata, comune del Basso Piemonte interessato in modo significativo dalla realizzazione dell´opera. Nel territorio comunale, infatti, è previsto l´insediamento di due grandi cantieri (da quarantamila e da sessantamila metri quadri) e di un deposito per lo “smarino”, vale a dire i detriti estratti dalla montagna. Proprio la configurazione dell´opera, gran parte della quale in galleria, lasciava supporre una condivisione trasversale dei lavori che, comunque, avrebbero garantito per sette anni un indotto economico e produttivo senza precedenti. Il costo complessivo del Terzo Valico è infatti superiore a 6 miliardi di euro, i primi due dei sei lotti sono già stati finanziati dal Cipe, le ricadute sul territorio saranno enormi, date le migliaia di lavoratori coinvolti e che avranno bisogno di adeguate struttura di accoglienza. Non solo. Le attività di cantiere genereranno un grande indotto per le aziende del territorio che potranno essere coinvolte. Si dovrà comunque fare i conti con un intervento infrastrutturale comunque “invasivo” per le due regioni coinvolte.