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Nota di Legambiente Liguria su terzo valico

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

La Segreteria di Legambiente Liguria ritiene opportuno precisare che la propria posizione sul Terzo valico è contraria allo sviluppo di questa “grande” opera.

Esistono infatti già cinque valichi di raccordo ferroviario che connettono la nostra regione alle altre del Nord e del Centro-Sud. Questi risultano sotto utilizzati, essendovi ancora “tracce” ferroviarie residue che potrebbero essere utilizzate garantendo il trasporto di altre migliaia di teus verso il nord Italia.

In particolare per il traffico merci del porto di Genova le due linee di valico dei Giovi esistenti e la Voltri Ovada, potrebbero assorbire quello attuale, garantendo, anche per il futuro, un ulteriore sviluppo del trasporto merci.

Dovrebbe essere garantita prima la eventuale saturazione di queste linee e poi un loro potenziamento, valutato che, come riportato anche dalle note del WWF Liguria e dei comitati pendolari il costo per la realizzazione del Terzo Valico è lievitato, dal 1991 a oggi dell’800%, arrivando ad avere un costo per chilometro pari a 115 milioni di euro, mentre ancora resta da completare il raddoppio dei 43 km della linea ferroviaria tra Genova e Ventimiglia.

I lavori di scavo insistono su un territorio ricco in rocce amiantifere, come sottolinea il Circolo Legambiente Val Lemme ricordando la pericolosità per la salute umana di questa fibra.

In questa fase, in cui è messo in discussione il diritto alla mobilità di migliaia di cittadini nella nostra regione, troviamo inopportuno l’inserimento di questa opera, sia nel piano urbanistico comunale genovese che in qualunque altro strumento urbanistico regionale, considerata l’inesistenza di un positivo saldo nel rapporto costi/benefici, correlati all’opera stessa.

Ogni posizione presa non in coerenza con questa linea è da considerarsi personale e non rappresentativa delle linee dell’associazione.

La Segreteria di Legambiente Liguria
Genova 19/1/2012