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La scuola cancellata dal Terzo Valico

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

da Il Secolo XIX

Genova – Una coppia di tecnici entra a scuola, si guarda intorno, tutti quegli alunni, quei libri, quelle insegnanti: «Ma non era stato sgomberato questo edificio? Gli uffici del cantiere del terzo valico dove li mettiamo? Queste classi, qua non possono starci». Con una visita inaspettata da parte del consorzio delle aziende che costruiranno il terzo valico ferroviario in Valpolcevera, genitori e maestre della scuola Sanguineti di via dei Molinussi, a Trasta, qualche giorno fa hanno capito che da un momento all’altro quell’istituto non esisterà più.

Il Comune, nel 2006, ha dato l’ok per la ricollocazione della scuola e la trasformazione di quella villa in un ufficio del cantiere. Ma nessuno ha più detto nulla da quel momento e persino i costruttori, che si aspettavano di trovare un caseggiato sgombro, si sono ritrovati accerchiati da grembiuli e matite. Con la conseguente rivolta dei genitori dei 176 alunni della scuola, tra elementari e materna, che oggi si incontreranno all’Arci di Trasta per definire i piani di battaglia per tenersi cattedre e banchi di via dei Molinussi.

Non è la Val di Susa ma già dal volantino appeso fuori dall’istituto si capisce che la lotta No Tav ha fatto proseliti, con la scritta «per informazioni notavgenova.altervista.org» il manifestino svela i legami. Ma a Trasta, appena sopra la centrale del latte, non ci sono barricate, solo maestre che lavoreranno almeno sino a quando non verranno allontanate. «Questa è una storia che inizia nei primi anni 2000, ma dovranno passare sul mio corpo prima di chiuderla con lo sgombero di questa villa, qualcuno dice addirittura l’abbattimento», tuona Gianni Crivello, presidente del municipio Valpolcevera.

«Nel 2006 il Comune e il consorzio che costruirà il terzo valico si sono accordati e il progetto ha avuto la sua approvazione. Villa Sanguineti è una donazione fatta da una famiglia importante che ha voluto lasciarla al quartiere specificando che dovesse essere assegnata a una scuola». Un parco che, per le mamme di Trasta, è l’unico su cui far giocare i bambini, insegnanti che hanno impostato questa struttura come quelle di paese, un posto rassicurante per chi sta tra i banchi, per chi sta alla lavagna e per chi è fuori ad aspettare che i propri figli escano.

«Ora tutto questo dovrebbe finire ma il Comune non ha più comunicato nulla in merito a quella situazione e veniamo a sapere che il progetto è esecutivo da due signori delle ferrovie che si stupiscono di trovare la scuola ancora gremita. C’è stato un accordo economico, si è parlato di un impegno da parte di chi costruisce il terzo valico di un milione di euro, per realizzare un altro istituto scolastico, ma nulla è stato fatto e adesso i bambini dove andranno?».

I costruttori hanno bisogno della Villa per impiantarvi l’ufficio centrale di questo cantiere ma c’è anche chi parla di “centro movimentazione”, adibito allo scambio di camion e materiali. In questo caso, il caseggiato sarebbe abbattuto. «Ci chiediamo a questo punto quanto abbiano davvero bisogno di questo ufficio o abbiano al contrario necessità di quest’area, hanno parlato anche di pericoli ambientali, polveri sottili – conclude Crivello – Ma non sappiamo più quale sia la versione ufficiale».

I bambini sono stati iscritti al prossimo anno scolastico ma dopo le ferie estive la scuola potrebbe non esserci più. Verrebbero spostati in altri istituti, già pieni, o in scuole private, per chi può permettersele. Mamme e papà hanno impugnato l’ascia di guerra per difendere l’istituto, terzo valico o no.