“Desideriamo (…) sottolineare che l’inquinamento legato alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche non è limitato alla Regione Veneto. (…) la produzione in corso di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche da parte dell’azienda Solvay, a Spinetta Marengo, Alessandria, nella Regione Piemonte, (…) potrebbe creare un disastro ambientale simile a quello subito dalle comunità colpite in Veneto se si verificassero incidenti o rilasci di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche nelle acque locali”.

Questi sono alcuni dei passaggi del Rapporto del Relatore Speciale della missione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in visita in Italia dal 30 novembre al 13 dicembre 2021.
Gli emissari dell’Onu, il cui arrivo è stato fortemente voluto dalle Mamme No Pfas e da Pfas Land, hanno visitato le province di Verona, Vicenza e Padova per approfondire la vicenda dello stabilimento Miteni di Trissino e hanno incontrato il Comitato Stop Solvay per ricevere informazioni sull’inquinamento da Pfas a Spinetta Marengo.
Il Rapporto ha interessato tutta Italia e riguardato le implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento ecocompatibile di prodotti e rifiuti pericolosi.

“Lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo continua a produrre producendo C6O4, un pfas a catena corta, e ADV7800, un pfas a catena lunga, attualmente vietato in tutta Europa – ha spiegato Viola Cereda, portavoce del Comitato Stop Solvay, all’esperto in diritti umani ONU, Gotzon Onandia Zarrabe.
Viola ha raccontato di come a Spinetta si stia verificando ciò che è già accaduto nel nord-est, della presenza di pfas nei pozzi a uso umano di nove comuni della provincia di Alessandria, dei dati di morbilità e mortalità degli studi epidemiologici pubblicati a dicembre 2019.
“Abbiamo chiesto alle Istituzioni uno screening sanitario, un dosaggio dei pfas per le persone che vivono nell’area inquinata, ma non ci hanno riconosciuto questo diritto perchè sanno benissimo cosa accade quando la cittadinanza scopre questo tipo di inquinamento”.

Il Comitato Stop Solvay incontrerà tutte le persone interessate ad approfondire il tema dell’inquinamento del polo chimico, mercoledì 14 settembre alle 21.00.
All’appuntamento, dal titolo “I veleni di Solvay nel nostro sangue: perché?” interverranno anche Bruno Pesce, storico coordinatore della lotta contro Eternit a Casale Monferrato, Alice Lenaz, giornalista, Claudio Lombardi, assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria nel mandato 2012/2017, Anita Giudice, Fridays for Future Alessandria e Lelio Morricone, medico ambientalista.
Nel corso dell’incontro Valerie Dupont, giornalista belga, presenterà il documentario “Solvay, la pollution invisible”, nell’ambito del quale è stata realizzata la recente indagine sanitaria fatta dall’Università di Liegi.

Di seguito la traduzione del paragrafo dedicato a Spinetta Marengo, nel Rapporto del Relatore Speciale della missione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Qui il documento completo

“Desideriamo (…) sottolineare che l’inquinamento legato alle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche non è limitato alla Regione Veneto. Tra le altre aree, la contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche è preoccupante lungo il principale bacino del Paese, la Pianura Padana. Il relatore speciale è particolarmente preoccupato per la produzione in corso di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche da parte dell’azienda Solvay, a Spinetta Marengo, Alessandria, nella Regione Piemonte. Questa operazione potrebbe creare un disastro ambientale simile a quello subito dalle comunità colpite in Veneto se si verificassero incidenti o rilasci di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche nelle acque locali.
Oltre a questi contaminanti, la contaminazione storica e la presenza di cromo esavalente, un metallo pesante noto come causa di cancro, nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo è particolarmente preoccupante”.

Comitato Stop Solvay

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