Poco più di due settimane fa, venivano diffusi i dati raccolti da Arpa Piemonte in alcune delle abitazioni che si trovano a nord est del polo chimico di Spinetta Marengo.
Risulta – come si leggeva su Il Piccolo del 23 febbraio – che dalla falda inquinata i gas pericolosi entrino in alcune case dalle cantine.

Con la consueta solerzia Solvay si è premurata di rassicurare la cittadinanza con un bel comunicato, che come al solito, però, riporta alcune imprecisioni e omissioni sulle quali crediamo sia importante fare chiarezza.
“Le concentrazioni sono sempre inferiori alla soglia di non effetto”, scrive Solvay, dimenticando quel “dettaglio” dell’aspetto sinergico di più inquinanti sulla salute. Se sono presenti in atmosfera “n” inquinanti, ciascuno con concentrazione inferiore “alla soglia di non effetto”, significa che abbiamo una sommatoria di inquinanti che possono – nella loro forma sinergica, appunto – avere effetti gravi sulla salute delle persone. I risultati dell’indagine epidemiologica pubblicati nel gennaio del 2020 sembrano mostrare come l’effetto di quel mix di inquinanti sia altamente nocivo.

Nel documento inviato ai giornali Solvay si permette addirittura di parlare di bonifica. Ma quella che la multinazionale belga sta realizzando nel sito di Spinetta non è effettiva bonifica: la bonifica è la procedura che permette di eliminare tutti i componenti inquinanti. Solvay all’interno dello stabilimento opera, invece, interventi puntuali e mirati all’eliminazione di un determinato componente (ad esempio inocula una sostanza che trasforma il CromoVI in un composto meno pericoloso). Riduce puntualmente di 6000 volte la concentrazione di un particolare inquinante ma non tratta le circa 500.000 m3 di sostanze tossiche delle discariche.
Dice che il CromoVI è sceso al “minimo storico” con una riduzione del 60% ma omette di dichiarare che comunque rimane a livelli estremamente superiori ai limiti ammessi come anche i molti altri inquinanti (principalmente solventi clorurati e fluorurati) che non cita.
Come non ricorda che la produzione del CromoVI è cessata da 50 anni.

Per non parlare dell’incipit di quel comunicato: “Nei giorni scorsi è stato sollevato un allarme circa la possibile presenza di gas pericolosi…”. Nessuno ha sollevato alcun allarme, cara Solvay!
ARPA ha fatto una campagna di rilievi nelle abitazioni adiacenti al polo chimico durata circa un anno ed i dati sono stati resi pubblici in una relazione disponibile sul sito internet.

La falda acquifera emette vapori di sostanze tossiche e pericolose che fuoriuscendo dal suolo vanno ad impregnare le cantine delle case più vicine allo stabilimento e, con tutta probabilità, le abitazioni stesse. È incomprensibile che notizie di tale gravità non vengano rese pubbliche in modo appropriato da Comune e Provincia ai quali sicuramente ARPA, quale ente di controllo, ha inviato la relazione.

ARPA ha condotto una campagna di prelievi nelle cantine di abitazioni delle vie Sant’Audina e Garibaldi. Sono vie del quartiere di Spinetta più vicino alla Solvay, in particolare via Garibaldi è recintata da un lato dal muro esterno dello stabilimento. Sono ovviamente state scelte perché atte ad evidenziare meglio il fenomeno ricercato. Le sostanze in questione, cloroformio, trielina, tetracloruro di carbonio e tricloroetilene sono tossiche ed il tricloroetilene è considerato un “cancerogeno di gruppo 1” (che significa, sicuramente cancerogeno per l’uomo).

Nelle conclusioni della relazione ARPA si legge che “si riscontra una significativa presenza di carbonio tetracloruro e di cloroformio, misura minore di tricloroetilene e tetracloroetilene”. Per quantizzare quanto sono “significative” tali presenze le abbiamo confrontate con i valori limiti di esposizione reperibili nel database delle sostanze chimiche della Commissione Europea denominato ECHA (https://echa.europa.eu/it/home).

Il confronto è stato fatto con i limiti per esposizione a lungo termine in quanto i risultati di ARPA sono il valor medio di prelievi della durata di 8 ore. Questo il risultato estremamente allarmante:

  • Tetracloruro di Carbonio: limite per esposizione a lungo termine (DNEL): 107μg/m3. Valori rilevati da ARPA nelle abitazioni: min 130; max 2500 μg/m3. Il Tetracloruro di carbonio è “molto tossico, stabile in atmosfera tende a permanervi per lunghi periodi”.
  • Cloroformio: limite per esposizione a lungo termine (DNEL): 180μg/m3. Valori rilevati da ARPA nelle abitazioni: min 300; max 1000 μg/m3. “Il Cloroformio è tossico ed esposto alla luce in presenza di ossigeno si trasforma nell’assai più tossico Fosgene”

 

Ci chiediamo su che base Solvay riporti nel suo comunicato: “le concentrazioni sono sempre inferiori alla “soglia di non effetto” per la popolazione”!

Anche per dire basta a queste menzogne, sabato 13 marzo alle 16.00, saremo in presidio sotto il Comune di Alessandria. Vogliamo chiarezza e limiti per queste sostanze, bonifica integrale dell’area inquinata e screening di popolazione.

Vogliamo che il silenzio assordante proveniente da Palazzo Rosso sulla vicenda del polo chimico e sullo stato di salute della cittadinanza venga rotto.

Vogliamo chiusura dello stabilimento e bonifica, subito!

Comitato Stop Solvay

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