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La Provincia ha deciso: la salute delle persone non vale quanto il profitto di Solvay

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Giovedì 1 ottobre, nel corso della Conferenza dei Servizi, la Provincia di Alessandria – riunita con i rappresentanti di ARPA Piemonte, ASL AL, dei Comuni di Alessandria e di Montecastello e con i delegati di Solvay – si è definitivamente pronunciata sulla richiesta di ampliamento della produzione di cC6O4 avanzata dall’azienda.

Era chiaro a tutti che – non potendo più tergiversare davanti ai ricatti della multinazionale né concedere ulteriori e fittizie proroghe – questo sarebbe stato l’appuntamento decisivo.
Così è stato: la Provincia si è espressa a favore dell’ampliamento della produzione di cC6O4 ed ARPA Piemonte ha accettato limiti allo scarico per questa sostanza di 15 volte superiori a quelli del Veneto, regione tristemente nota alle cronache per il disastroso inquinamento da PFAs ad opera della ditta Miteni.
La Provincia ha deciso di sottostare ai dettami di Solvay che nel giugno scorso, attraverso un comunicato stampa, aveva apertamente intimato alle Istituzioni che un parere negativo alla richiesta di ampliamento avrebbe comportato il dislocamento dello stabilimento altrove.
La Provincia, invece che salvaguardarne la salute, ha deciso di voltare le spalle a tutte le famiglie di Spinetta e dei comuni limitrofi, a lavoratori e residenti.

Non è, però, la Provincia di Alessandria l’unica Istituzione responsabile della decisione presa. I colpevoli erano tutti seduti al tavolo con Solvay: ARPA – che, date le sue competenze tecniche, conosce bene quali siano le criticità di continui sversamenti in acqua e aria di queste sostanze e, di conseguenza, i rischi per le persone destinate ad assumerle -; ASL – che dalla pubblicazione gli studi epidemiologici, nel novembre 2019, non si è mai pronunciata sui dati dimostrando in modo inconfutabile che ammalarsi a Spinetta Marengo (ed in tutta la provincia di Alessandria) pare diventata uno disumana normalità -; Comune di Alessandria – a cui sembra sia bastato appurare che l’acquedotto di Alessandria è “pulito” per richiudere nel cassetto l’enorme problema di inquinamento della Fraschetta, che attende un serio progetto di bonifica da oltre 20 anni.

A queste Istituzioni, ed ai loro rappresentanti, vorremmo rinfrescare la memoria in merito alla loro funzione:

  • l’ARPA, lo dice il nome stesso, è l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, un ente pubblico dotato di autonomia;
  • l’ASL, azienda dotata di personalità giuridica ed autonomia, ha l’obbligo di gestire le proprie risorse per organizzare anche attività di screening volte a stabilire e monitorare lo stato di salute dei cittadini;
  • il Comune, da statuto, “contribuisce a rendere effettivo il diritto dei cittadini … alla tutela della salute”.

Al tavolo al quale si sono seduti i rappresentanti di tutte queste virtuose istituzioni è mancata, però, una voce: quelle delle persone. In questa occasione è, infatti, stata tolta la possibilità a coloro che partecipano al Comitato Stop Solvay, così come a tutte le realtà che si sono interessate alla questione PFAs e Solvay, di prendere parola.
Una scelta codarda che testimonia, da un lato, la volontà di non doversi confrontare realmente con la popolazione, dall’altro, la certezza che le considerazioni mosse fino ad ora dal nostro comitato sono state tanto giuste da far paura o tanto vere da essere scomode.

Ma non saranno loro a tapparci la bocca così come non basterà questa nuova e scellerata decisione a fermarci.
Nel corso del presidio di giovedì mattina abbiamo ugualmente dato voce alle nostre rivendicazioni e continueremo a farlo. L’assenso all’ampliamento della produzione di cC6O4 non ferma la nostra lotta ma, anzi, rende ancora più necessarie le nostre richieste:

  • sospensione della produzione dei veleni che Solvay disperde nell’ambiente
  • analisi approfondita della qualità delle acque di falda, dei pozzi e degli acquedotti;
  • pubblicazione dei dati degli esami ematici condotti da Solvay sui lavoratori e ripetizione degli stessi da parte di ASL a tutela dei lavoratori;
  • bonifica dei territori contaminati;
  • screening medico per la popolazione coinvolta, per avere una chiara situazione della salute degli spinettesi, degli abitanti dell’intera Fraschetta e di tutti i comuni coinvolti dall’inquinamento.

Di questo parleremo nel corso dell’assemblea pubblica che si svolgerà sabato 24 ottobre, aperta alla cittadinanza di Spinetta, Alessandria, Montecastello, di tutti i comuni coinvolti dell’inquinamento e a tutti coloro che vogliono informarsi sul perché screening e bonifica siano punti essenziali da cui ripartire con questa battaglia. Vi aspettiamo!

SOLVAY INQUINA, IL SILENZIO UCCIDE!