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Barosini mette il prezzo alla salute degli Spinettesi

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Siamo alla vigilia della Conferenza dei Servizi in cui Provincia e Comune dovranno decidere se autorizzare Solvay ad aumentare la produzione di cC6o4, PFAS di nuova generazione e membro della grande famiglia di sostanze chimiche che hanno ucciso e fatto ammalare migliaia di persone ovunque venissero prodotte e che nel 2019 Arpa ha rilevato in quantità preoccupanti in Bormida.

Siamo alla vigilia di una Conferenza dei Servizi cruciale per Solvay, che probabilmente sa che amministratori locali con a cuore la salute dei propri cittadini non accetterebbero mai di concedere quell’aumento di produzione.

Siamo anche in una condizione ottimale per i politici affaristi che sanno di avere ancora per qualche giorno una carta in mano per poter barattare qualche sovvenzione o favore sotto forma di finanziamenti, posizione succulenta per chi non ha difficoltà morali a speculare sui futuri morti e sulle persone che si ammaleranno.

Le parole dell’Assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Barosini sulla possibilità di far finanziare un secondo ponte sul Bormida a Solvay sembrano purtroppo rientrare in questa categoria.

Noi donne e uomini del Comitato Stop Solvay non ci aspettavamo che la prima posizione pubblica dell’Amministrazione Comunale di Alessandria, dopo la nostra lettera al Sindaco in cui chiedevamo di bloccare l’aumento della produzione del cC6o4, fosse quella espressa da Barosini, che implicitamente sembra disponibile a  barattare le future sofferenze degli abitanti di Spinetta con i soldi  di Solvay per un secondo ponte sulla Bormida.

Dopo gli studi epidemiologici e sulla mortalità di Arpa e ASL, dopo il ritrovamento in Bormida del cC6o4 – che i più illuminati studiosi definiscono “più pericolosa dei PFAS” tradizionali -, dopo le condanne definitive a Solvay per l’inquinamento del nostro territorio, Barosini e la giunta di cui fa parte si dimenticano di pretendere una bonifica totale e veloce da Solvay, di chiedere che non fuoriesca alcuna sostanza velenosa dallo stabilimento, di chiedere uno screening medico di tutti gli abitanti. Ma si concentrano su un fantomatico ponte nuovo.

Un termine ci ha colpiti e indignati. Barosini chiede a Solvay di essere “generosa”. Ricordiamo a Barosini che Solvay ci sta avvelenando e, insieme alle passate proprietà, si è presa la nostra salute, i nostri cari, il nostro futuro, dando in cambio tumori, aborti, malattie, come gli studi dimostrano. Solvay, così come le precedenti proprietà, non ripagherà mai ciò che ha fatto e che sta facendo e le parole dell’esponente dell’Amministrazione di Alessandria sembrano un ammiccante gesto d’intesa, per cui basta un assegno a tanti zeri per rimettere le cose a posto.

Speriamo vivamente che questo non sia l’antipasto della posizione del Comune alla Conferenza dei Servizi, a cui chiediamo con ancora più forza di anteporre la vita degli abitanti a qualsiasi speculazione.

Noi continueremo a lottare per la nostra salute e il futuro del nostro territorio, che non può e non deve essere considerato ormai discarica chimica di ogni veleno.

Un secolo di morti e veleni può bastare.

 

Comitato Stop Solvay