da infoaut.org

Un fiume di persone ha attraversato questo pomeriggio le vie di Roma. Il corteo “Non una di meno” contro la violenza di genere sulle donne è partito da piazza della Repubblica alle 15.30 e ha raggiunto Piazza San Giovanni in serata. Decine di autobus da tutta Italia hanno raggiunto il corteo che con l’avanzare ha aumentato i partecipanti di minuto in minuto, arrivando a contare 200.000 persone.

La grande giornata “Non una di meno” è stata promossa dalla rete “Io decido”, “Dire” e Udi e vi hanno aderito diversi comitati regionali “Non una di meno”, centri antiviolenza, collettivi studenteschi e non, associazioni e attivisti degli ambiti educativi e tante singolarità che hanno partecipato al corteo per gridare forte e chiaro la volontà di autodeterminarsi contro una violenza sempre più diffusa e permeata nel tessuto sociale.

 20161126 194218Diversi interventi hanno denunciato le politiche governative di tagli che negli ultimi anni hanno portato alla chiusura di tantissimi centri antiviolenza che nei territori svolgevano un importante funzione di supporto e prevenzione. Inoltre, è stato denunciato lo smantellamento dei consultori e dei presidi sanitari di quartiere, unico punto di riferimento per una fascia di donne che hanno sempre meno la possibilità di accedere alla sanità pubblica. Ma oltre alla denuncia dei tagli è stata rimarcata la tendenza del nostro paese arestringere sempre di più il diritto alla contraccezione, all’aborto, ad un salario equo e ai servizi legati alla cura dei figli e degli anziani che pesano sempre sulle spalle delle donne. Le ultime vergognose politiche del governo, infatti, come la campagna “Fertility Day” promossa dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin o il bonus bebè rappresentano la solita retorica che vuole la donna relegata al ruolo di madre con il solo compito di riproduzione senza incidere sulla reale libertà di scelta di ognuna.

La manifestazione di oggi è stata quindi l’occasione per prendere parola in maniera differente sul discorso della violenza sulle donne, rifiutando le narrazioni stereotipate e tossiche continuamente riprodotte dai media che la rappresentano (e pretendono di affrontarla) nei termini di un’emergenza. Una presa di parola forte e collettiva che ha invece ribadito come la violenza di genere sia un fenomeno strutturale della nostra società, che colpisce le donne in tanti modi e forme.

 20161126 194231 copyLa riuscita della manifestazione salta all’occhio già a partire dalla grandissima partecipazione e dalla volontà che questa non si esaurisca nel corteo di oggi ma nella ripresa di un discorso e di una mobilitazione ampia sul tema. Una giornata positiva che è riuscita a cogliere la volontà di decine di migliaia di donne di dire No ad una società patriarcale e ad un governo che le vuole silenti e disposte ad accettare un ruolo imposto e stereotipato. Domenica 27 tante altre donne e uomini continueranno a dire No scendendo in piazza contro la riforma costituzionale e le politiche del Governo Renzi che già in questi ultimi anni sono intervenute aumentando la precarietà di tutti e tutte con il Jobs Act, il Piano Casa, la Buona Scuola. La riforma costituzionale tradurrà le linee politiche di accentramento dei poteri per rendere più fluide tutte quelle riforme disastrose che il governo ancora non è riuscito ad imporre. Questo varrà anche per la restrizione dei diritti e dell’agibilità delle donne in questo paese.

Dopo questa grande giornata l’appuntamento per la manifestazione #cèchidiceno è domani alle ore 14 a Piazza della Repubblica. Il corteo si dirigerà verso Piazza del Popolo dove si svolgerà il concerto degli artisti per il No.

 

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