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Genova – No Terzo Valico e No Gronda rovinano la festa

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Era prevista questa mattina per le 10 e 30 a Genova Sampierdarena, la presentazione dell’avvio dei lavori del terzo Valico ferroviario, la linea ad altà velocità Milano-Genova e la firma del protocollo per la Gronda genovese, il potenziamento della rete autostradale del capoluogo ligure.

Al grande appuntamento presenti i Ministri Scajola e Matteoli, il presidente della Regione Liguria Burlando, l’assessore ai trasporti piemontese Daniele Borioli e il Presidente della Provincia di Alessandria Filippi.

A rovinare la festa ci hanno pensato gli attivisti dei comitati contro il Tav Terzo Valico piemontesi e liguri e gli attivisti dei comitati No Gronda.

Si sono presentati in oltre un centinaio, un numero ragguardevole per essere un lunedì mattina e dopo un primo momento di presidio nel luogo autorizzato, hanno immediatamente attraversato la strada per avvicinarsi al luogo di passaggio delle auto blu che portavano i politici alla cerimonia. I manifestanti hanno colto alla sprovvista le forze dell’ordine e sono riusciti a bloccare la strada di accesso per oltre  mezzora, rallentando l’avvio dell’inaugurazione. L’auto del presidente della Regione Liguria Burlando è stata intercettata e bloccata dai manifestanti e molto probabilmente avrà bisogno di una bella revisione in carrozzeria. Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa hanno allontanato manganelli alla mano i manifestanti che hanno a quel punto inscenato un blocco stradale mandando in tilt la circolazione Genovese.

Una passerella inutile quella di oggi, basti pensare che per la realizzazione del Terzo Valico è stanziato neppure un decimo del costo complessivo dell’opera che si aggira intorno ai cinque miliardi di Euro. La partita vera si giocherà quando cercheranno di aprire i cantieri, ammesso che trovino i soldi, nelle zone calde della contestazione contro l’alta velocità Milano – Genova. Sarà difficile passare a Fraconalto e Voltaggio, i cui Sindaci non hanno voluto partecipare alla cerimonia in polemica con la scelta di far partire i lavori. La popolazione della bassa Valle Scrivia è quasi vent’anni che si oppone tenacemente alla devastazione del proprio territorio.

Oggi hanno scelto la strada più facile, quella di una inaugurazone, la quarantesima per quanto riguarda il terzo valico, in un luogo protetto e blindato dalle forze dell’ordine. Quando e se la partita si giocherà seriamente e cercheranno di aprire dei cantieri i comitati non si faranno trovare impreparati. A Saia dua!

Riportiamo tratte dal volantino ditribuito dai comitati contro il terzo valico del basso piemonte, le ragioni tecniche, economiche e ambientali per cui opporsi all’opera:

Questi i principali dati tecnici, economici ed ambientali avvolti in una cappa di silenzio mediatico.

1. Utilità-

Nessuno studio ha provato la necessità di una nuova linea fra Liguria e Valle Padana.  La linee attuali sono già cinque, utilizzate al 30% della loro reale capacità e la Voltri-Alessandria è praticamente deserta pur avendo una potenzialità di 504.000 teu all’anno (dichiarazione dell’ing. Moretti).

2. Previsioni Traffico-

Le previsioni di traffico dei progettisti finora si sono rivelate errate. Si basano sul concetto della crescita infinita. La linea attuale, secondo le stime doveva essere satura già dal 1998, la cosa non è affatto avvenuta, infatti i calcoli erano volutamente sbagliati. La crescita continua non esiste ed il trasporto di merci voluminose diminuisce costantemente, diminuendo di conseguenza le necessità di trasporto. Per arrivare al recupero del 15% delle spese sostenute, tutte a carico dello Stato e quindi di noi tutti, si dovrebbero movimentare almeno 4 milioni di teu all’anno. Le cinque linee attuali, senza alcun intervento, possono trasportare almeno 2.400.000 teu e con migliorie addirittura 5 milioni.

I dati del 2009 indicano il traffico genovese di poco più di 1.530.000 container, con un calo del 13,2% rispetto all’anno precedente. Anche se, per assurdo, si potesse trasferire tutto il traffico merci autostradale (ben il 90% delle merci viaggia su gomma) sulla ferrovia esistente si arriverebbe ad un utilizzo delle ferrovie attuali di circa il 65% delle loro capacità.

Va detto, però, che attualmente buona parte delle merci (il 40%) da Genova si dirige verso ovest e verso est lungo il Tirreno (e quindi nulla hanno a che fare con il “TerzoValico”) e che solo il 10% dei container viene caricato sui treni. Quindi l’esigenza di trasporto attuale è ridicola: 91.860 teu, a fronte di una disponibilità immediata di 2.400.000 teu.

3. Pendolari-

I dati dicono che nel nostro paese il 95% dei pendolari ferroviari utilizzano i treni su percorsi brevi, ma per questo genere di trasporto viene utilizzata una percentuale piccolissima degli investimenti (elettrificazione totale, doppi binari, linee parallele, locomotori nuovi, carrozze confortevoli e pulite, maggiore densità, orari rispettati, stazioni efficienti e non abbandonate o trasformate in supermercati) Tutti i finanziamenti vengono invece concentrati verso l’Alta Velocità che ha pochi passeggeri. Inoltre ci raccontano che la linea in questione sarebbe mista passeggeri-merci, cosa impossibile da realizzare, a meno di non affrontare costi enormi di manutenzione.

4. Merci e Flussi-

La quantità di merci trasportate è in diminuzione generale. In particolare la concorrenza tra

ferro e gomma vede la seconda prevalere anche in forza delle politiche di sostegno statale con gli incentivi all’autotrasporto.

5. Progetti e lavori in corso-

Finora si sono realizzati e regolarmente cestinati 3 progetti, costo complessivo di almeno 300 miliardi di vecchie lire, compresi i famosi e chiacchieratissimi fori pilota del 1997 (bloccati dai carabinieri con l’accusa di truffa aggravata e con procedimenti giudiziari verso notabili, industriali, faccendieri e  onorevoli, finiti tutti in prescrizione). Eppure, a distanza di ben 17 anni dall’avvio della vicenda, non esiste ancora il progetto esecutivo

6. Costi-

Il costo a preventivo dei 54 chilometri del “Terzo Valico” è di 5. miliardi e mezzo di euro, ossia 102 milioni di euro al km., almeno tre volte in più rispetto ai costi medi francesi (vedi articoli “Sole 24 ore” del 13 gennaio corrente). Inoltre i costi a preventivo aumentano in genere di 2, 3 volte a fine lavori. Va ricordato che i 5 miliardi e mezzo di euro ora previsti non verranno coperti neanche per un cent. dai privati ai quali è stata affidata, senza alcuna gara di appalto, la progettazione-realizzazione e verifica dei lavori. Una colossale truffa completamente a carico del cittadino italiano per i prossimi trent’anni. Inoltre non è affatto vero che l’Europa stanzierà un contributo per il “Terzo Valico”.

7. Tempi-

Ammesso che si possa mai realizzare tale linea, viste le esigue risorse finanziarie, ci vorrebbero almeno 20 anni di cantieri. Durante questi anni i costi aumenterebbero, l’opposizione crescerebbe con la constatazione sempre più evidente dell’inutilità dell’opera e degli enormi danni ambientali, del tipo inaridimento delle falde, scomparsa dei ruscelli appenninici, traffico pesante in aree ora ancora vivibili, ecc. Non sono stati finora valutati l’aspetto logistico ed i costi sociali di queste eventuali scelte, allo stesso modo non è stato fatto un rapporto costi benefici per la nuova linea.

8. TAV e affari-

Le FS sono uno dei più grandi centri di distribuzione di appalti a livello nazionale. Non deve

stupire quindi se la Corte dei Conti ha già più volte criticato le modalità della suddivisione dei lavori, i loro eccessivi costi ed il debito generazionale che questi debiti creano nei confronti dei nostri figli, i quali si troveranno a pagare senza poter utilizzare i servizi a causa del deperimento strutturale che interverrà nel frattempo.

Se dividiamo la cifra di 5 miliardi e mezzo di euro per il numero delle famiglie italiane, otteniamo che per ogni famiglia vi sarà una tassa di 275 euro, ai quali vanno aggiunti i costi di gestione annuale (85% di passivo, dichiarato dagli stessi amministratori delle ferrovie). Il tutto a vantaggio degli attuali 1600 utenti che fanno l’intero percorso Genova- Milano e viceversa e, soprattutto, dei soliti arcinoti capi di imprese e del loro codazzo di banche, associazioni industriali, sindacati, politici, mass media e dei tanti viscidi “quaqquaraquà” pronti a servire i potenti di turno.

9. Rischio di infiltrazione mafiosa-

Non è possibile ignorare l’attenzione morbosa della criminalità sulle grandi opere proprio in funzione della legislazione italiana sugli appalti. Il costruttore privato attinge cioè risorse pubbliche senza dover rendere conto dei costi, anzi avendo tutto l’interesse e le possibilità di far si che i costi aumentino in corso d’opera. Insieme alla scarsa possibilità di controllo della spesa, questa situazione è l’humus ideale per le mafie.

10. Opere simili-

C’è un’opera realizzata in tunnel paragonabile al tunnel della Torino-Lyon o del Terzo Valico. Si tratta del tunnel sotto la Manica, “l’Eurotunnel”. Il disastro finanziario è facilmente riscontrabile, tanto che 700.000 francesi investitori privati hanno perso tutto il loro investimento. Lo stato francese ha poi rifinanziato varie volte per evitare il fallimento e la messa in liquidazione delle società che gestiscono l’opera. Da noi sarà ancora peggio perché i profitti della costruzione sono garantiti ai privati e i forti passivi della gestione saranno tutti a carico dello Stato.