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Con Music for Peace. Cittadini del mondo. Dalla gente per la gente

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

 

Sono cinque anni che ad Alessandria ho deciso di entrare a far parte, con una rete di solidarietà, delle iniziative a sostegno di Music for Peace, Onlus nata e operativa a Genova con una serie di progetti sul territorio locale e all’estero. La scelta non è stata casuale. Era l’estate del 2014. Io ero a casa in maternità, tra le braccia la mia bimba di pochi mesi. Su Gaza era stata da poco lanciata l’offensiva “Margine di protezione”, uno dei tanti nomi assurdi assegnati dall’esercito israeliano alle operazioni – i massacri – sulla Striscia. Durò un mese e mezzo, avrebbe comportato la morte di oltre 2.200 palestinesi, la gran parte dei quali civili. Non potevo stare a guardare. Sarei rientrata al lavoro a settembre, quell’estate venne il momento di fare qualcosa, nel mio piccolo. Con la mia Bianca tra le braccia, pensando a chi, lontano, il suo bimbo lo aveva perso sotto quelle bombe. E così incontrai Music for Peace. Tramite canali amici di sostegno alla popolazione palestinese, venni a sapere che questa associazione, con all’attivo diverse missioni internazionali, raccoglieva farmaci e materiale medico da portare a Gaza e cercava persone che si occupassero della raccolta sul territorio italiano. Non esitai, parlai con Valentina, una delle anime di questa realtà coraggiosa e concreta. E così iniziò la collaborazione. Da allora, anno dopo anno, con l’aiuto di tante persone e in particolare di Michela Ferrara dell’associazione Voci della Memoria sull’area di Casale Monferrato, siamo riusciti a portare a Genova tanto materiale. Un pezzo di cuore donato dalla gente, per la gente.

Sì perché è questa la chiave di Music for Peace, diversa rispetto alle altre associazioni che perseguono fini simili. Nessuna donazione in denaro, ma beni di prima necessità che saranno destinati a chi ne ha bisogno. È un modello diverso, che chiede consapevolezza. Un modo per stimolare la cittadinanza all’impegno in prima persona, alla riflessione, al coinvolgimento. Uscire di casa, andare in farmacia o al supermercato, riflettere su cosa acquistare e portarlo personalmente ai volontari richiede uno sforzo maggiore e consapevole che non fare una donazione in denaro. Uno sforzo rafforzato dal valore aggiunto della consegna diretta al destinatario finale che viene documentata passo passo dai volontari con report scritti e materiale fotografico pubblicati sul web. In modo che tutti possano seguire il proprio materiale, la propria donazione, il proprio pezzetto di cuore. 

Nella foto - Laboratorio Sociale AlessandriaTutto nacque nel 1994, da un’idea di Stefano Rebora che organizzò un evento dal titolo “Music for Peace” a cui presero parte molti artisti a titolo gratuito. Dieci giorni di divertimento, senza rimborsi, compensi, cachet. Il biglietto d’ingresso? Generi di prima necessità: esserci per aiutare. Quanto raccolto venne portato e distribuito ai civili di Mostar, in Bosnia Erzegovina. Si partì così. L’evento si trasformò in una realtà permanente. Una realtà capace di radicarsi sul territorio, costruire da uno spazio recuperato una sede realizzata con materiali di riciclo, con un magazzino organizzatissimo in cui vengono suddivisi i materiali per genere. C’è la parte dedicata ai beni alimentari, quella ai materiali più voluminosi, c’è l’area “farmaceutica”, dove esperti volontari, medici e farmacisti, suddividono, organizzano, stipano, tutto quanto arriva da vari punti raccolta d’Italia. C’è l’Aula Vik, dedicata a Vittorio Arrigoni, dove si tengono eventi e incontri. C’è l’area per la ristorazione, ci sono i palchi, ampi spazi esterni, tra cui un campo sportivo polivalente.

Music for Peace nacque come evento. E ora si è trasformato in un punto di riferimento. Una realtà dove lavorano 64 volontari e che ha all’attivo 30 interventi di emergenza in varie parti del mondo, 24 missioni umanitarie in territori di guerra, oltre che una serie di progetti sul territorio ligure tra cui quello per aiutare famiglie in situazioni di difficoltà economica, talvolta arrivata d’improvviso. L’associazione dalla sua nascita ha già consegnato 1.492 tonnellate di generi di prima necessità nel mondo. Attualmente distribuisce 5 tonnellate di generi di prima necessità ogni mese alle famiglie sul territorio locale. Per questo i volontari preparano dei veri e propri kit contenenti materiali alimentari, igienici e scolastici, mirati in base alle necessità culturali e sociali di chi li riceve. E poi, il lavoro con i giovani. Music for Peace incontra ogni anno 20mila studenti per educarli alla mondialità, ai diritti umani e all’educazione civica nel progetto battezzato “SolidarScuola”. Senza dimenticare la dimensione ludica e musicale da cui tutto era nato. E così, ogni anno, a inizio giugno, organizza il “Che Festival” (quest’anno dall’1 al 10 giugno 2018). Biglietto d’ingresso? Beni di prima necessità. Sempre con l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti a un gesto concreto, da compiere in prima persona.

Nella foto - Laboratorio Sociale AlessandriaE ad Alessandria cos’abbiamo fatto in questi anni? Prima di tutto cercare di sensibilizzare e, nel nostro piccolo, anche di coinvolgere. Da una prima raccolta casalinga, tra un cambio di pannolino e una poppata, ci siamo allargati, arrivando a coinvolgere sempre più persone, sempre più coscienze. Ci sono state persone e realtà che ci sono state vicine fin da subito, penso a Voci della Memoria di Casale Monferrato, al Laboratorio Sociale di Alessandria. Penso ad alcuni medici di base che si sono messi a disposizione per fornire materiale o a donazioni che mi sono arrivate da lontano, via posta, pur di partecipare a un progetto di questo tipo. E i carichi sono stati sempre più ingenti. Partenza da Alessandria con il bagagliaio (o il furgone) stipato, consegna direttamente alla sede di Music for Peace – area porto, vicino all’uscita Genova Ovest – e qualche ora passata in compagnia di Valentina, Claudia e gli altri volontari che per questa causa stanno impegnando la vita. Solo lo scorso anno abbiamo recapitato, tra le altre cose, oltre 400 confezioni di farmaci, più di 60 flaconi di disinfettanti, 750 siringhe di vari formati. C’è stata gente che è arrivata con una borsa colma, chi con una confezione di garze. Chi ci ha portato i medicinali – in confezioni integre, mi raccomando! – avanzati da una terapia. Ogni contributo è importante.   

Nella foto - Laboratorio Sociale AlessandriaQuest’anno – con le missioni umanitarie che raggiungeranno Gaza e il Sudan – abbiamo cercato di rilanciare la raccolta ancora più in grande, nel tentativo di penetrare nel territorio delle nostre città. Con l’idea e l’aiuto di Michela Ferrara abbiamo coinvolto una serie di realtà sul territorio chiedendo di farsi a loro volta punto di raccolta. Abbiamo avuto tante adesioni e molte ne stiamo ricevendo. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento del territorio in un momento in cui la società troppo spesso si è dimostrata razzista, indifferente, silenziosa. Donare un farmaco a Music for Peace deve voler dire scegliere da che parte stare. Optare per la solidarietà collettiva, non restare muti davanti ai drammi di chi è vittima di una guerra lontana o di un’indigenza che lo ha travolto a pochi passi da noi. 

La raccolta andrà avanti fino alla fine del mese di maggio. Che cosa raccogliamo? Farmaci e materiale medico in confezioni integre e con scadenza oltre dicembre 2018. Nello specifico ciò che serve di più sono: antidolorifici, antibiotici a largo spettro, antinfiammatori, cortisonici, soluzione fisiologica, ringer, garze, cotone, cerotti, guanti, mascherine, siringhe. Chi avesse la possibilità può anche donare stampelle o sedie a rotelle.

Cosa può fare il cittadino? Prima di tutto sentirsi parte di un progetto e per questo può decidere di acquistare una o più confezioni di farmaci o materiale medico, contattare le responsabili della raccolta territoriale o recarsi direttamente in uno dei punti raccolta che hanno aderito alla campagna – sotto riportiamo l’elenco – depositare la sua donazione (nel caso dei ristoranti evitare i farmaci e preferire il materiale medico non chimico). Basta anche solo una garza o un flacone di disinfettante, che in Italia sembrano banalità, ma che nella maggior parte del mondo possono essere beni rari e possono aiutare a salvare delle vite. Per diventare protagonisti basta tendere una mano e non restare indifferenti. 

DOVE CONSEGNARE LE DONAZIONI

 

Autrice

Ilaria Leccardi