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Istituto “A.Volta” di Alessandria – Occupazione e autogestione, ecco la nostra “buona scuola”

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Dopo la mattinata di venerdì 27 febbraio che ha visto centinaia di studenti di Alessandria mobilitarsi, sono continuate le iniziative di protesta nei confronti della “buona scuola” di Renzi e Giannini. L’istituto “A. Volta” è stato occupato dagli studenti e, anche dopo la campanella di fine mattinata, i giovani sono rimasti all’interno della scuola dove alle ore 16,00 ha preso vita un’assemblea studentesca cittadina alla quale hanno partecipato studenti e studentesse provenienti dalla maggior parte degli istituti e dei licei della città.

Durante questa assemblea si è discusso di come proseguire le mobilitazioni contro “la buona scuola” decidendo così di organizzare un’autogestione da parte degli studenti per la totalità delle ore scolastiche del giorno dopo, sabato 28 febbraio.

A fine assemblea gli studenti del Volta hanno ottenuto, grazie alla mobilitazione della mattina e del pomeriggio, un documento firmato dal dirigente scolastico che ha loro concesso l’autogestione che l’assemblea cittadina svoltasi nella scuola occupata pretendeva.

Così, dopo un giorno di occupazione, per un’intera mattinata gli studenti dell’istituto “A. Volta” hanno organizzato autonomamente le attività scolastiche creando l’opportunità di mettersi in gioco e di formare la propria coscienza critica distanti dall’omologazione e dall’aziendalizzazione che il modello Renzi-Giannini vorrebbe imporre.

Durante l’autogestione hanno preso vita aule studio, laboratori artistici e culturali, workshop giornalistici e molte altre attività pensate dagli studenti e totalmente gestite da loro.

Sempre sabato 28 febbraio all’interno dell’istituto “Saluzzo” gli studenti hanno preteso e ottenuto un’assemblea straordinaria durante la quale hanno discusso i dodici punti della “buona scuola” analizzandoli e contestandone i contenuti.

Per la storia dei movimenti studenteschi della città di Alessandria queste giornate hanno affermato una pratica di conflitto che pareva essere stata dimenticata da studenti e studentesse. Centinaia di giovani piuttosto che subire le conseguenze di scelte prese da chi (mal)governa questo Paese hanno preferito mobilitarsi in maniera indipendente e autorganizzata, alzando ancora una volta la testa e urlando a gran voce che l’unica buona scuola possibile è quella che nasce dagli studenti e dalle loro esigenze e non quella che il presidente del Consiglio e il Ministro dell’Istruzione vorrebbero imporre tentando di aziendalizzare gli istituti, di incrementare l’alternanza scuola-lavoro, di aumentare il potere decisionale dei dirigenti scolastici, di ampliare i sistemi meritocratici ed elitari, di promuovere il “modello Invalsi” e di introdurre dei privati negli organi decisionali e collegiali dei singoli istituti.

Le mobilitazioni studentesche ad Alessandria non sono tramontate con il finire dell’autunno ma, a quanto pare, c’è ancora parecchio fermento tra coloro che, seppur molto giovani, hanno deciso di non farsi mettere i piedi in testa e di combattere per conquistarsi un futuro che spetterebbe loro di diritto.

Le mobilitazioni non finiscono qui…se il 3 marzo “la buona scuola” verrà approvata non si farà attendere la risposta decisa da parte degli studenti e delle studentesse di Alessandria!

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