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Pfas e sostanze inquinanti: non c’è limite al peggio?

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

L’audizione, del 28 aprile scorso, della Commissione Parlamentare d’Inchiesta che sta indagando sui #PFAS e sull’attività di Solvay Group nella nostra provincia ci spinge ad alcune ulteriori considerazioni su una questione che riteniamo centrale: i “limiti” agli sversamenti di inquinanti.

Guardando l’audizione è possibile assistere alla Provincia di Alessandria che – nella persona di Coffano – compie un vero e proprio “scarica barile”, smarcandosi dalle responsabilità e relegando la questione dei “limiti” alle sostanze inquinanti al pantano legislativo che rende difficile identificare di chi sia la responsabilità in merito a quante e quali porcherie possano essere sversate nell’ambiente.
Chi pone i limiti? Quali limiti? A che sostanze?

Ad oggi, nonostante dal 2010 ci sia una raccomandazione europea in tal senso, l’Italia non ha alcuna indicazione normativa al riguardo: il “bengodi” di qualsiasi multinazionale.
Come scrive Carlo Percopo, funzionario e referente Bonifiche e Difesa Suolo del Ministero dell’Ambiente, ai comitati attivi nel richiedere limiti stringenti:
“Non risultano, allo stato attuale, ulteriori proposte tecniche sul tema dei Valori limiti di emissione (VLE ai sensi della Parte III del D.lgs. 162/2006) per i composti perfluoro-alchilici (PFAS), rispetto a quelle oggetto della proposta contenuta nel Collegato ambientale 2020”.
Percopo si premura anche di comunicarci che “la definizione dei nuovi limiti allo scarico per alcuni composti PFAS resta una priorità, così come l’attenzione nei confronti della contaminazione delle matrici ambientali”.
Strano che per un tema definito prioritario si decida di non fare assolutamente nulla!
L’ex Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa aveva fatto emergere (in un’intervista pubblicata dal giornale Il Piccolo – Alessandria) la necessità di una legge che ponesse giustamente lo “0” come unico limite accettabile per #PFAS, #PFOA e sostanze analoghe. Ma alle roboanti dichiarazioni hanno fatto seguito tavoli tecnici che, ad oggi, hanno realizzato solo un “nulla di fatto”.

Dentro questo quadro ogni vecchia e nuova autorizzazione e concessione vive nel vuoto legislativo e, in questo vuoto, il responsabile della sez. ambiente della Provincia, Claudio Coffano può autorizzare qualsiasi cosa.
Va detto che l’autonomia in materia consentirebbe alle Regioni di porre limiti a queste sostanze.
Ma l’inerzia e la connivenza sono più comode di una reale scelta di campo in favore della salute e della tutela ambientale e quindi diventa logica conseguenza il silenzio della Regione Piemonte sulla faccenda.
Il quadro è, quindi, presto fatto: una serie di rimpalli che fanno sì che tutta la vicenda – che si traduce in veleni nei territori e morte per coloro che vi abitano – resti impanata nella burocrazia e nessuna decisione venga presa.

Come Comitato Stop Solvay sappiamo che l’unica strada percorribile è quella che vede il “limite zero” come unico strumento che consentirebbe di garantire e tutelare la salute di tutte e tutti.

 

Comitato Stop Solvay