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Decreto Salvini o le nuove regole della segregazione

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Cosa ci dice ciò che sta trapelando del decreto approvato ieri, all’unanimità, in Consiglio dei Ministri?
Poche cose che in realtà nascondono un profondo attacco giuridico al mondo di sotto, agli ultimi, ai poveri e ai più vulnerabili. Un attacco a costo zero -economicamente parlando- ma che avrà un costo altissimo in termini di esclusione sociale.
Le cose sono molto semplici, banali nella loro cruda realtà di progetto politico. Salvini ha creato ad hoc due “emergenze” (sicurezza e immigrazione) già in campagna elettorale, esse non hanno riscontro sulla realtà “reale” ma hanno un valore altissimo sul “percepito” grazie ad una narrazione potentissima, incalzante e che non conosce pause.
In termini di costi vivi, è un decreto praticamente a costo zero (se si escludono i 3,5 ridicoli milioni stanziati per il fondo rimpatri), ma che drammaticamente porterà un incasso elettorale altissimo in termini di consenso.

Sulla realtà “reale” il decreto attiverà un processo di esclusione sociale violento e profondo. Rendendo praticamente impossibile accedere ai documenti, renderà gli immigrati carne da macello, ancora più invisibili.
Intere famiglie con un futuro in costruzione polverizzato da una firma.
Interi gruppi sociali penalizzati e condannati all’abisso della sopravvivenza, destinati al lavoro nero, sottopagato, indegno, sfruttato.
In questo spazio si deve provare a costruire una contro-narrazione forte, radicale e maggioritaria.
Si deve intraprendere un percorso che metta a valore e verifica ciò che le realtà sociali, con diverse gradazioni e sfumature, in questi anni hanno costruito.
Tessere e intrecciare un lungo filo che renda materialmente evidente un’altra direzione possibile. Una direzione che non va verso l’Europa di Macron ma che parla di una nostra visione globale, mediterranea ed europea.
Un campo collettivo di intervento contro esclusione e barbarie.

Rilanciamo il report dell’assemblea di movimento che si è svolta domenica a Milano:
«L’Assemblea a conclusione della discussione ha ritenuto di proporre il 10 novembre come data possibile per organizzare una manifestazione nazionale, capace di riprendere lo spirito delle piazze di Macerata, Ventimiglia, Catania.»

E invitiamo tutte e tutti al prossimo incontro sabato 14 ottobre a Roma in luogo da definire.
«Sentiamo l’esigenza di diffondere ancor di più il dibattito attorno alla prossima data e coinvolgere nel percorso quante più realtà e soggetti singoli sia possibile».

Il tempo della costruzione è poco ma mai come oggi necessario.

Enea Info-point