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L’arroganza della Riccoboni e la dignità della Valle Bormida

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Nuovo capitolo nella lunga battaglia combattuta dai cittadini della Valle Bormida contro l’insediamento della discarica della multinazionale Riccoboni sopra una falda acquifera a Sezzadio. E’ infatti dei giorni scorsi la minaccia della Riccoboni di provvedere ad una richiesta danni nei confronti del Comune di Sezzadio nel caso non possano iniziare subito i lavori per la costruzione della tangenziale propedeutica alla discarica. Questo atto di arroganza, da cui traspare una certa debolezza e preoccupazione, è la risposta alla mossa del Comune di Sezzadio concordata coi comitati di richiedere l’applicazione del procedimento 9-bis della Legge Regionale 56/77 secondo cui si può procedere alla sospensione di opere, anche in corso di costruzione, ricadenti in aree colpite da gravi calamità naturali. Cosa puntualmente avvenuta con l’ultima esondazione del fiume Bormida. Pertanto, in attesa delle decisioni della Regione, i lavori non possono incominciare e la Provincia di Alessandria, co-responsabile dello scempio, non ha potuto far altro che rinviare la conferenza dei servizi a data da destinarsi.

Non è uno scacco matto ma poco ci manca e da qui è arrivata la reazione scomposta della Riccoboni. Reazione che non ha spaventato né il Comune, né i cittadini che sono intenzionati più che mai a proseguire la battaglia fino a vincerla e che stanno in questi giorni tappezzando Sezzadio e gli altri Comuni della valle con una marea di striscioni che sono stati realizzati collettivamente nei giorni scorsi. Striscioni a dir poco poetici come: “A inquinar le acque son davvero buoni: Rossa, Terzo Valico e Riccoboni…”