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Alessandria – Migliaia di cittadini lo chiedono a gran voce: Ridateci il teatro!

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Alessandria è una storia che ha coinvolto profondamente la città e tutti gli alessandrini; sono passati ormai più di 4 mesi dal giorno in cui il teatro è stato dichiarato inagibile a causa della presenza di polveri di amianto nelle sale, dietro ai palcoscenici e nei condotti dell’aria.
La storia però è iniziata in realtà alcuni mesi prima, precisamente il 21 di giugno, durante una riunione del CdA del teatro (composto da Elvira Mancuso, Roberto Livraghi, Maurizio Carandini e Lorenza Repetto, più il direttore Franco Ferrari) in cui si decise di dare il via ai lavori di bonifica dall’amianto presente nei condotti di aerazione, pur sapendo che la pericolosa fibra veniva periodicamente monitorata dagli organi competenti, i quali non avevano mai accennato alla necessità di intervenire poiché la copertura risultava ancora in buone condizioni. Nonostante questo il CdA ha scelto di affidare i lavori di bonifica ad una ditta di Genova, la Switch 1988, scavalcando le procedure che implicano una gara d’appalto in nome di una presunta emergenza. Da quel momento l’azienda genovese ha iniziato i lavori anche se in realtà l’area interessata dalla bonifica non è mai stata sigillata a dovere, né si sapeva che il teatro stesse ospitando lavori di quel tipo, infatti a settembre la programmazione cinematografica e quella teatrale sono partite regolarmente e cittadini e lavoratori hanno iniziato ad attraversare il teatro.
Solo intorno alla fine di settembre alcuni lavoratori si sono accorti che qualcosa non andava e hanno chiesto che venissero fatti degli accertamenti: i primi campionamenti sono stati analizzati da un laboratorio privato il cui nome risulta ancora oggi un mistero e secondo il quale la presenza di polveri nell’aria era allo 0,00%, un risultato un po’ poco credibile dato che neanche in locali sterili si può raggiungere una percentuale simile. Questo risultato falso e inverosimile ha però permesso che l’ASL si prendesse carico delle analisi e dei campionamenti dell’area, tramite cui sono stati individuati valori di molto superiori a quelli che secondo le normative europee sono i massimi consentiti (16.3 fibre/litro su un massimo di 2.0), e dichiarasse chiuso l’intero stabile.
Ed eccoci di nuovo ad oggi, la situazione in realtà non è cambiata di molto, se non per diverse decine di lavoratori, alcuni dei quali hanno già perso il posto di lavoro, mentre gli altri fanno la spola tra il Teatro Sociale di Valenza e il cinema Alessandrino, aspettando notizie su cosa succederà. La ditta Switch 1988 è stata sollevata temporaneamente dall’incarico, ma alcuni mesi dopo, quando ormai era chiara a tutti l’incompetenza dell’azienda nel settore, il CdA, nella persona di Elvira Mancuso, ha proposto che fosse di nuovo la Switch ad effettuare i lavori che avrebbero dovuto riparare i danni provocati dai precedenti lavori! Fortunatamente questa mossa deve essere risultata eccessivamente sfacciata perchè il sindaco di Alessandria ha impedito la riassegnazione dell’appalto alla stessa ditta, prendendo parola per la prima volta su ciò che era accaduto in teatro, come se fino a quel momento l’amministrazione comunale non avesse responsabilità sulla questione.
Ovviamente in tutto questo tempo non è mai stata spesa una parola su Lorenzo Repetto, membro del CdA del teatro e presidente di AMAG, che fu per diversi anni sindaco di Castelletto d’Orba, luogo in cui ha sede la centrale operativa della ditta Switch 1988; come molti sanno Lorenzo Repetto esercita una forte influenza sui giornali locali grazie ai finanziamenti e agli spazi pubblicitari, motivo per cui la chiarezza degli organi di stampa sulla questione è stata piuttosto discutibile, e tutt’ora sono molte le domande che non hanno ricevuto risposta. Finalmente il 6 dicembre sulla Stampa locale sono stati resi pubblici i verbali del CdA del 21 giugno, in cui si legge che è stato proprio Repetto a proporre che venissero effettuati i lavori imponendo la massima urgenza e a scegliere la ditta Switch 1988 per la bonifica. Nonostante tutto questo oggi Repetto occupa ancora la poltrona di consigliere nel CdA, e come lui Elvira Mancuso, voce tramite cui la dirigenza del teatro ha continuato in questi mesi a minimizzare la gravità dell’accaduto, fingendo che la situazione fosse assolutamente sotto controllo.
Quando ormai le parole della presidente del TRA risultavano poco credibili per buona parte della cittadinanza e per i lavoratori del teatro il sindaco Fabbio ha deciso di assumersi la responsabilità di affrontare la situazione, convocando tavoli tecnici, commissioni e incontri durante i quali sono state “sparate” diverse cifre che la giunta vorrebbe utilizzare per effettuare i lavori di bonifica (durante l’ultimo tavolo si è parlato di 2 milioni di euro), anche se in realtà il nuovo bilancio comunale non è ancora stato discusso e non è chiaro come la giunta riesca a spendere una cifra simile; se anche questa situazione si risolverà saranno quindi gli alessandrini a dover pagare per la negligenza e la superficialità di chi ha effettuato i lavori e di chi li ha commissionati.
Di fronte ad una gestione così poco trasparente di un bene della cittadinanza intera come è il teatro sono state molte le voci che in questi mesi si sono alzate per chiedere chiarimenti e spiegazioni e le risposte, da parte di tutti i soggetti in causa, sono sempre state vaghe e irrisorie, come se non fosse un diritto dei cittadini e delle cittadine sapere cosa sia accaduto. Proprio per far sì che le voci di lavoratori, spettatori e cittadini non si perdano nell’aria si è costituito, nella prima metà dicembre, il comitato “ridatecilteatro”, che si incontra al Laboratorio Sociale di via Piave, luogo che ha ospitato il 22 ottobre un partecipato dibattito sulla questione, che ha visto intervenire, insieme ai lavoratori, alcuni esponenti dei movimenti casalesi contro l’amianto. Il 27 gennaio il comitato ha convocato i giornalisti per la prima conferenza stampa, che ha avuto luogo davanti alle porte sbarrate del teatro; durante questo incontro i membri del comitato hanno ribadito l’importanza di una riapertura (e quindi di una bonifica) dello stabile rapida e trasparente, ma soprattutto hanno ricordato alla giunta comunale e al CdA che diversi lavoratori e lavoratrici hanno perso il posto di lavoro e non percepiscono uno stipendio da diversi mesi, cosa di cui in pochi si sono accorti fino ad ora. Sono davvero tanti coloro che chiedono informazioni su “ridatecilteatro” e che chiedono di prendere parte alle assemblee per cominciare ad avere un ruolo attivo su questa vicenda e per non essere più costretti ad accettare le informazioni distorte che si leggono sui giornali. Ovviamente il Sindaco Fabbio si è dal principio scagliato contro il comitato, alimentando sterili polemiche e muovendo critiche incomprensibili. Come sempre, quando i cittadini si organizzano dal basso, il Sindaco trema e grida al complotto. Quello che è certo è che i cittadini di Alessandria sono stufi dell’arroganza di Fabbio e della sua cricca, ma soprattutto sono intenzionati a pretendere che il teatro sia bonificato e pagato non da soldi pubblici ma da chi ha commesso il danno, Repetto e la Mancuso rimossi dai loro incarichi, i lavoratori e i cittadini tutelati.