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Che bell’ambiente…

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Pubblichiamo questo commento sulla serata di ieri sera tratto dal sito corriereal.info

C’erano circa 120 persone venerdì sera al Laboratorio Sociale di via Piave ad Alessandria (ex caserma dei Vigili) per parlare di amianto, in teatro e alla fine non solo. Ecco alcuni degli elementi che mi sembra di aver estrapolato (senza andare a ripetere quanto scritto ieri, naturalmente), e alcune conseguenti considerazioni personali, come sempre: 1) le operazioni di bonifica saranno seguite passo passo da Asl e altre strutture preposte, e non saranno per nulla brevi, data la tipologia della struttura. Chi come la presidente (ancora per poco immagino) Mancuso parla di apertura l’11 di novembre fa disinformazione. Secondo me le sale del comunale non aprono neanche a gennaio, e lo dico con rammarico: è la struttura migliore del territorio, e quella che frequento più spesso in assoluto.

2) Va fatta piena luce, da parte delle autorità competenti, sui criteri che hanno portato ad affidare una prima volta le operazioni di bonifica alla Switch 1988, e sui motivi per i quali ora si starebbe per riaffidare l’incarico a chi ha fallito la prima volta, generando questo pateracchio inquietante. Non sono mancati aneddoti tragicomici, che naturalmente prendo con beneficio d’inventario, e riferisco come li ho ascoltati. Uno dei dipendenti del teatro ha raccontato ad esempio di un improbabile test effettuato dagli stessi esecutori della prima bonifica, in tempo reale e in un week end festivo presso laboratorio privato di cui non si conosce il nome. Ebbene: da quel test tutti i parametri sulla presenza di fibre di amianto pare risultassero zero: una roba che neanche in sala operatoria asettica insomma. Ci vuole del genio, e un buon senso dell’umorismo, riconosciamolo.. 3) Oggettivamente, credo sia più facile che ognuno di noi che è stato diverse volte a Teatro in questo periodo nei prossimi anni muoia di tumore a causa del polo chimico di Spinetta, o delle ex Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (che ospitano l’85% delle scorie nucleari italiane, o giù di lì), che non di amianto. Siamo una delle pattumiere d’Italia, anche e soprattutto perchè ce lo meritiamo. Per ignavia affidiamo da tanto tempo la gestione della cosa pubblica a personaggi che oscillano tra l’incompetente e il disonesto, e ce ne freghiamo, salvo poi scandalizzarci “ad orologeria” in casi specifici. 4) L’arroganza della politica, dai vari lodi berlusconiani a chi chiede di segretare le commissioni comunali, è pari solo all’apatìa della popolazione. Anzi, ne è la conseguenza. Ma avete presente cosa sta succedendo in Francia, a fronte di un tutto sommato banale innalzamento del regime pensionistico da 60 a 62 anni? 5) Il centro destra alessandrino è, mutatis mutandis, lo specchio di quello nazionale. Sull’esempio del gran capo, ogni membro della banda massimizza gli utili propri, fottendosene bellamente della comunità. Però, ripeto, la maggioranza degli elettori li sceglie e accetta, anche se supinamente e senza entusiasmo. Nessuno fra quelli che li votano insomma, quando cadranno (perchè cadranno, è solo questione di tempo) si farà avanti a difendere Berlusconi o Fabbio. Siamo un popolo di gente fatta così. Il che non significa naturalmente che le minoranze pensanti debbano indietreggiare di un millimetro, e debbano rinunciare a farsi sentire. Ma avete visto in questi giorni su La Stampa le facce e le storie di tanti nostri concittadini ad alto livello di competenza che hanno preso l’aereo e ciao ciao? Emigrano i migliori: secondo voi perchè? 6) In sala ieri sera c’èrano un paio di consiglieri comunali di opposizione, tra i più attivi: Giorgio Abonante e Paolo Bellotti. Entrambi hanno ascoltato, preso appunti, ma taciuto. C’è stato un intervento finale, mi pare equilibrato, di Rita Rossa, vice presidente della Provincia e secondo molti prossimo candidato sindaco del centro sinistra. La sensazione però è che oggi il lavoro di sensibilizzazione più importante in città lo stiano facendo (con tutti i loro limiti: ad esempio che bisogno c’è di urlare durante gli interventi, soprattutto quando si ha ragione?) i comitati civici e i laboratori come quello di via Piave. Se vi capita, tra l’altro, fateci un giro: soprattutto chi ogni tanto sbraita, anche in maniera sgrammaticata, chiedendone la chiusura come fossero un covo di ammorbati. Ho girato un po’ per le stanze della palazzina: ovunque pc, libri, giornali, progetti in corso d’opera. Con una pulizia e una cura per l’immobile che vi sfido a segnalarmi in qualsiasi ente pubblico alessandrino.

E. G.