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Verso COP15: Ghisolfi contestato ad Alessandria

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Poco dopo l’inizio del convegno dal titolo “Può esistere un bioetanolo sostenibile?” presso la sede dell’Istituto Cultura e Sviluppo (associazione culturale dell’intelligenzia imprenditoriale di targa PD), un gruppo di attivisti del Centro Sociale Crocevia ha fatto irruzione sul palco per contestare la presenza dell’industriale Ghisolfi.

Mentre questa sera si trova a domandarsi se possa esistere un bioetanolo sostenibile, presentandosi come promotore del bioetanolo di seconda generazione, Ghisolfi sembra scordarsi di aver voluto costruire (fino a pochi mesi fa), il più grande impianto per la produzione di  bioetanolo da mais in Europa in una cittadina a pochi chilometri da Alessandria.

La produzione di bioetanolo mediante l’utilizzo di alimenti è una delle ragioni dell’aumento dei prezzi di generi di prima necessità che ha scatenato nell’ultimo anno moltissime rivolte contadine in tutto il mondo. La centrale che sarebbe sorta a Rivalta, avrebbe infatti consumato più di 600.000 tonnellate di mais all’anno, emettendo 200.000 tonnellate di CO2 con gravi rischi per la già devastata provincia alessandrina.

Un progetto a cui Ghisolfi e Istituzioni hanno rinunciato grazie alla straordinaria e continua mobilitazione della comunità territoriale.

Una vittoria importante, una tappa, come quella di questa sera, verso COP15.

Una cosa infatti è certa: non può esserci giustizia climatica senza giustizia sociale, questo è uno dei messaggi che gli attivisti porteranno a Copenhagen. Di fronte a chi crede di parlare di ambiente e contemporaneamente di profitto, sono infatti i territori e la loro composizione sociale a determinare la vera giustizia climatica attraverso l’ autorganizzazione del comune.

Da Rivalta a COP15.. ci vediamo a Copenhagen.