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Nel giorno del suo settimo compleanno il Crocevia scopre di essere sotto sgombero.

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Questa è una lotta senza resa,

venite a prenderci semmai.

Noi siamo pronti alla difesa,

non ci sconfiggerete mai

Assalti Frontali

Era il 3 Settembre del 2002 e una cinquantina di giovani e giovanissimi occupò la ex fabbrica dismessa di via Lumelli. Quel giorno nacque il centro sociale Crocevia, trasferitosi pochi mesi dopo a Forte Acqui nel quartiere Cristo.

Esattamente sette anni dopo, nel giorno del compleanno, qualcuno ha voluto rovinarci la festa. Una lettera del Comune di Alessandria, proprietario della struttura che ospita il centro sociale, ci intima, in quanto occupanti abusivi, di lasciare la struttura entro 20 giorni, altrimenti si provvederà allo sgombero.

Dietro a questo sembra esserci la volontà di una bonifica e valorizzazione dell’area di Forte Acqui in previsione di chissà quale speculazione edilizia. Chi ha memoria ricorda che forte Acqui era una discarica a cielo aperto e che gratuitamente, da sette anni, l’immenso parco è tornato ad essere fruibile a tutti gli alessandrini grazie all’opera di bonifica che abbiamo fatto. Centinaia sono gli abitanti del Cristo che possono testimoniare che questa è la realtà.

Parlare dello sgombero del Crocevia non significa parlare delle quattro mura del centro sociale, significa parlare della volontà di attaccare i movimenti sociali della città di Alessandria. Il Crocevia ha rappresentato e rappresenta molto di più delle centinaia di concerti, spettacoli teatrali, proiezioni di film, corsi di teatro, attività sportive che ha offerto a prezzi popolari a migliaia di donne e uomini della città e della provincia di Alessandria. Parlare del Crocevia, come tutti gli onesti sanno, significa parlare di un’esperienza politica indipendente da partiti e sindacati che in questi anni ha saputo essere protagonista della scena politica e sociale della città di Alessandria. Il Crocevia ha rappresentato il cuore dei tanti movimenti e dei tanti conflitti susseguitisi in questi anni. Parlare del Crocevia e della sua storia, significa parlare del movimento no global, del movimento contro la guerra, delle battaglie degli studenti in difesa della scuola pubblica, dell’opposizione agli inceneritori, al terzo valico e al bioetanolo. Significa parlare della lotta per il diritto all’abitare, delle lotte dei migranti, dell’occupazione dell’ex caserma dei vigili del fuoco insieme ad altre realtà, che oggi ospita decine di attività sociali e culturali.

Crocevia è innanzi tutto un’idea, quella di una società più giusta senza guerre, razzismo, intolleranza, prepotenza, prevaricazione. Crocevia è la vita di centinaia di donne e uomini che questa piccola “grande” storia l’hanno costruita faticosamente, giorno dopo giorno. Crocevia è la dimostrazione che è possibile fare politica senza delegare nessuno. Crocevia è passione, mai calcolo. Crocevia è la dimostrazione che si possono cambiare le cose senza prendere il potere e dover governare. Crocevia è un’idea di libertà e di liberazione. Crocevia è quello che il potere non riesce a rendere compatibile.

Per questo e non per altro oggi ci vorrebbero sgomberare. La lettera che il Comune ci ha recapitato è per noi una dichiarazione di guerra inaccettabile a cui risponderemo con determinazione, gioia, rabbia, creatività, dignità. La dignità di chi in questi anni non si è venduto, non si è fatto ammagliare dalle sirene che avrebbero voluto ricondurci a compatibilità in cambio di potere, di chi continua a camminare eretto e a testa alta.

Le nostre idee nascono dal cuore e oggi il cuore ci dice di resistere con ogni mezzo necessario. In ballo c’è molto di più delle mura del Crocevia…

Guai a chi ci tocca!

Centro Sociale Crocevia