Abbiamo sempre ribadito in questi lunghi anni di lotta per la casa che la decisione di occupare un alloggio popolare da parte di una famiglia viene presa in considerazione come ultimissima scelta in alternativa alla strada.
Chi si trova in seria difficoltà abitativa, dopo aver percorso tutte le vie istituzionali senza ricevere alcun tipo di aiuto dagli enti competenti, prende legittimamente questa decisione prima di finire letteralmente per strada.
Vivere in un alloggio occupato non è un modo per non pagare l’affitto, ma una soluzione temporanea, precaria e di estrema difficoltà. L’impossibilità di accedere alle liste per ottenere un alloggio popolare, la mancanza di un certificato di residenza, che comporta la non iscrizione a scuola dei figli, la non assegnazione del medico di famiglia e il rischio quotidiano di essere sfrattati, sono solo alcuni dei problemi che compromettono la serenità dell’esistenza.
Quando una famiglia organizzata con il Movimento Per la Casa, che si trova ad essere occupante di un alloggio ATC, riesce a trovare una soluzione degna e che non sfoci nell’illegalità, libera immediatamente l’immobile e procede alla consegna delle chiavi.
A dimostrazione di ciò questa mattina la famiglia di Anna, occupante di alloggio popolare, è uscita volontariamente dall’immobile, nonostante avrebbe potuto prolungare la permanenza tentando di ottenere un rinvio.
Per l’ennesima volta una famiglia in difficoltà ha dovuto affrontare numerosi problemi senza l’aiuto delle istituzioni, che avrebbero dovuto e potuto risolvere la situazione.
La giunta comunale e l’assessorato alle politiche abitative continuano a dimostrare la non volontà di aiutare chi ne ha bisogno.
Il Movimento Per la Casa è coerente e fornisce aiuti concreti.
Ultimo picchetto antisfratto di marzo mercoledì 28 marzo alle ore 8.30 in Spalto Rovereto n.57 ad Alessandria.
Sempre e comunque dalla parte del diritto all’abitare
Movimento per la Casa Alessandria
