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L’Osservatorio Ambientale mente sulla non pericolosità dell’antigorite

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Ma l’antigorite, additata come responsabile di un falso positivo, è davvero innocua?

Facciamo un passo indietro, ricordando che in merito allo sforamento di fibre di amianto che avevamo segnalato la scorsa settimana, il sito del Commissario al Terzo Valico ha comunicato che “L’Osservatorio (…) ha concordato sul fatto che i dati rilevati dalla centraline sono considerati un falso positivo: le fibre presenti non erano fibre di amianto cancerogeno ma fibre analoghe non pericolose se inalate perché non amiantifere (antigorite considerato dalla lettura automatica come crisotilo)“.
Dello stesso tenore il Presidente dell’Osservatorio, Ing. Coffano, nell’intervista rilasciata a RadioGold:”L’Università di Genova oggi ha fornito dati rassicuranti sulla non presenza di amianto. La motivazione potrebbe essere quella della cattiva interpretazione di una fibra che è assolutamente come misure, quindi fisicamente similissima al crisotilo, che risponde nella stessa maniera all’esame del SEM, ma che poi con una disanima più dettagliata morfologica può essere scissa dal crisotilo e quindi il dato comunicato da COCIV, presumibilmente, attendiamo ancora la riconferma di ARPA, dovrebbe essere un falso positivo“.

In questo modo l’Osservatorio ha fatto passare il messaggio: non ci sono fibre di amianto cancerogeno, ma analoghe non pericolose se inalate.

Tutto vero? Non sono pericolose?

A differenza dei giornali non ce ne stiamo e abbiamo cercato di capire qualcosa in più di questa antigorite.

Quello che è sicuramente vero è che l’antigorite è un minerale non appartenente alle categorie mineralogiche dell’amianto e, in forma fibrosa, può produrre un falso positivo se analizzato col SEM (si veda, ad es. Gestione dei materiali da scavo: valutazione della presenza di amianto in roccia e suoli tramite microscopia ottica a luce polarizzata.

In quanto tale, non è classificata dalla normativa come amianto.

Le informazioni corrette fornite dall’Osservatorio sull’antigorite finiscono qua, perché se è vero che non è classificata dalla normativa italiana come amianto, è falso farne discendere l’affermazione formulata sul sito del Commissario al Terzo Valico: “non pericolose se inalate perché non amiantifere (antigorite…)“.

Infatti, a pag. 19 di queste slides (Regione Piemonte e Università di Torino) pubblicate sul sito della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia si precisa che per l’antigorite “non si conosce la potenziale patogenicità“.

E tra il non conoscerne la patogenicità e l’affermare che sia innocua, c’è un pericoloso abisso per la nostra salute.
Quello che l’Osservatorio, il suo Presidente e il Commissario non vi dicono, per es. è che “Il sistema legislativo caledoniano, ad esempio, è il solo a classificare il serpentino antigorite nella categoria amianti“, come riportato in questo studio pubblicato sul sito ARPA dell’Emilia Romagna.

Lo studio introduce l’argomento precisando che “L’interesse per la Nuova Caledonia nasce proprio dalla consapevolezza che l’amianto cosiddetto ambientale o naturale, non necessariamente legato, perciò all’attività antropica e/o industriale e presente in forma libera all’affioramento, è a tutti gli effetti un problema di sanità pubblica“.

Perché questo interesse per la Nuova Caledonia? Perché in quell’isola sono state rilevate alte incidenze di mesotelioma maligno (MM), come evidenzia questo studio Pleural Mesothelioma in New Caledonia: Associations with Environmental Risk Factors dove precisa anche che “a much stronger association with MM risk was found for antigorite … compared with tremolite-actinolite” ovvero che “per l’antigorite è stata riscontrata una più forte associazione con il rischio mesotelioma maligno che non per la tremolite-actinolite”; evidenzia inoltre che l’antigorite è un materiale abbondantemente usato in quella regione per coprire le strade.

Ricorda anche che studi recenti (2010) hanno dimostrato la citotossicità delle fibre di antigorite in vivo, cioè su organismi viventi.

Quello che appare certo è che se ad oggi non c’è uno studio approfondito sull’antigorite, ciò non basta per definirla “non pericolosa” come fatto irresponsabilmente dall’Osservatorio Ambientale, quell’Osservatorio che dovrebbe invece tutelare il nostro ambiente e la nostra salute, e non difendere ad oltranza la prosecuzione dell’opera.