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Il nuovo piano cave del Terzo Valico non decolla, l’ipocrisia di Ottria sì

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Con ogni probabilità i sostenitori del Terzo Valico speravano che la discussione sul nuovo piano cave della regione Piemonte rimanesse confinata nelle segrete stanze della conferenza dei servizi. Una speranza resa vana dal nostro articolo del 23 maggio che ha reso pubblici i siti in cui vorrebbero scaricare milioni di metri cubi di smarino contenenti amianto e schiumogeni. Grazie anche all’imponente manifestazione del 27 maggio l’argomento è diventato di dominio pubblico e sta creando non pochi grattacapi a chi sperava di chiudere la partita nella conferenza dei servizi che era prevista nella giornata di ieri e che invece è stata rimandata di un mese. Una scelta su cui ha sicuramente pesato la presa di posizione dell’amministrazione comunale di Sezzadio e la determinazione dei comitati della Valle Bormida a cui si è aggiunta la preoccupazione dell’amministrazione comunale di Pozzolo Formigaro che, pur essendo da sempre favorevole alla realizzazione del Terzo Valico, è stata costretta ad alzare la voce considerato che sul proprio territorio sono previste ben 5 nuove cave da aggiungersi alla cascina Romanellotta e a Bettole di Pozzolo già inserite nei primi due lotti costruttivi del Terzo Valico.

Pare che a volere il rinvio della conferenza dei servizi sia stato anche il Comune di Alessandria, quello che più sta soffrendo la mobilitazione del movimento viste anche le imminenti elezioni amministrative alle porte. Rita Rossa cuor di leone non se l’è sentita di pronunciare l’ennesimo sì in conferenza dei servizi per avvallare le nuove tre cave previste sul territorio comunale che andrebbero a sommarsi alla Clara e Buona al Cristo e a Cascina Bolla 1 a Spinetta Marengo. Da qui deriverebbe la decisione di spostare la conferenza dei servizi dopo il ballottaggio previsto il 25 giugno. Se la Sindaca del Partito Democratico dovesse essere rieletta è scontato il suo assenso alle nuove cave mentre se dovesse perdere e dovesse insediarsi a Palazzo Rosso qualcuno contrario al Terzo Valico la strada si farebbe sempre più in salita. Non è un caso se fra le principali criticità per lo sviluppo dell’opera sollevate dal commissario Rettighieri nella recente audizione in Senato vi sia quella del capitolo cave e discariche.

Evidentemente la battaglia congiunta del Movimento No Tav – Terzo Valico e dei comitati della Val Bormida sta dando i suoi frutti. Una battaglia che è contro le cave ma soprattutto contro il Terzo Valico da cui le cave derivano. Lo ricordiamo perché i soliti politicanti furbetti fanno finta di non saperlo o di non capirlo. Emblematica la presa di posizione di Valter Ottria, recente scissionista del Partito Democratico che ovviamente in Regione continua a sostenere il Partito Democratico di Sergio Chiamparino. Il Consigliere Regionale, ora in quota ad Articolo 1, ha rilasciato un comunicato stampa il cui contenuto è inequivocabile e si potrebbe rendere dal politichese con la seguente frase: “viva il Terzo Valico, viva le cave, ma guai se sono a casa mia”. Una posizione ipocrita che ci ricorda quella dell’ex senatore e oggi vice ministro Enrico Morando. Colui che da favorevole al Terzo Valico fece scomparire dal progetto con un tocco di magia una galleria di servizio che doveva essere realizzata a poche centinaia di metri da casa sua a Rigoroso, frazione di Arquata Scrivia. Deve essere dura la posizione dei politicanti equilibristi come Ottria, considerato che il suo micro partito non solo governa col PD in regione ma ha recentemente rinnovato l’appoggio al PD di Alessandria e alla signora delle discariche Rita Rossa.

La lotta dei comitati prosegue con coerenza, per tutto il resto c’è Valter Ottria…