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Due sfratti bloccati in una settimana! il diritto all’abitare non è negoziabile!

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

La prima settimana di primavera di blocco degli sfratti in Alessandria ha visto il Movimento per la Casa ottenere due proroghe.

Lo sfratto bloccato Martedì era quello di Lorenzo, un padre solo con due figli a carico che tempo fa, avendo perso il lavoro e conseguentemente la casa, si è trovato ad un bivio che ormai conosciamo bene: vivere per strada, in dormitorio o occupare una delle case popolari lasciate vuote da ATC? Lorenzo ha deciso di occupare un alloggio e di sistemarlo rendendolo abitabile a tutti gli effetti, per poter dare una vita normale e dignitosa ai suoi figli, per poter ricominciare nuovamente da zero e provare a trovare un contratto di lavoro in questo mondo dove purtroppo l’unica costante è che “pesce grande mangia pesce piccolo”.

Questa mattina ci siamo trovati difronte ad una situazione più complessa: Imane, Sachi e loro figlio vivono ad Alessandria da soli 2 anni e la perdita di lavoro di Sachi ha impedito alla famiglia di poter continuare a pagare l’affitto regolarmente alla proprietaria. Al fine della possibilità di essere inseriti nella graduatoria per la casa di emergenza uno dei requisiti è la residenza nella città di Alessandria non inferiore ai 3 anni, requisito che esclude la famiglia di Imane, che si trova di fatto senza alcuna opzione praticabile, senza alcuna possibilità.

La complessità di questa situazione è amplificata da due fattori: primo senz’altro è il disinteresse che fino ad ora i servizi sociali hanno dimostrato nei confronti di questo nucleo, nonostante la famiglia fosse già in carico, questa mattina nessun assistente sociale si è presentato allo sfratto cercando di fare quello che per mandato professionale sarebbe necessario: mediare tra le parti in gioco, famiglia e proprietà, al fine di trovare una soluzione il più possibile dignitosa per chi si trova in una situazione di svantaggio e da cui non riesce a tirarsi fuori.

Il Comune in primis assieme a tutti gli enti che si occupano di diritto alla casa devono prendersi carico dei soggetti più deboli che popolano le vie e i palazzi di questa città, non è più tollerabile la delega silenziosa al Movimento per la casa, quando conviene, per la risoluzione delle criticità, per poi additarci come criminali e poco di buono nelle restanti occasioni.

Non è più tollerabile l’intervento istituzionale solo quando la famiglia è di fatto in mezzo ad una strada, la prevenzione delle situazioni di bisogno deve venire prima della risoluzione contingente e spesso di carattere emergenziale e transitorio: “prevenire è meglio che curare”!

Il secondo fatto che ha reso vergognoso il tentativo di esecuzione dello sfratto è la richiesta dell’utilizzo della Forza pubblica anche in presenza di minori; la proprietà ha sollecitato con numerose chiamate l’arrivo delle forze dell’ordine, ma all’appello ha risposto solamente una volante della Polizia Municipale con a bordo 2 agenti, che si è rifiutata di intervenire visto l’ingente numero di persone che animavano il picchetto del Movimento per la casa.

Questa settimana abbiamo ricevuto conferma di quanto la solidarietà, il fare rete e rimanere uniti permetta di vivere un’esistenza migliore, non ci stancheremo mai di urlare che il problema della casa non è più un’emergenza, è purtroppo una costante per chi vive una vita precaria, legata ad un posto di lavoro in nero o con un contratto ridicolo e che spesso si trova a dover scegliere se pagare l’affitto o dare da mangiare ai propri figli.

Il diritto ad un tetto non è negoziabile!

Movimento per la Casa

Sportello per il Diritto all’Abitare

attivo tutti i Martedì dalle 18.00 alle 21.00

presso il Centro Sociale Crocevia

via Casalcermelli 49-c

Zona Cristo – Forte Acqui