Indietro

Cociv scontenta pure gli operai, il Terzo Valico non serve (quasi) a nessuno

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Scioperano gli operai di Cociv. Scioperano in Piemonte, contro i ritmi di lavoro massacranti, gli aumenti salariali negati e soprattutto le informazioni su ambiente di lavoro e salute mai ricevute. Scioperano in Valpolcevera, sul versante ligure, sotto le insegne di quei sindacati che più di tutti gli altri si ostinavano a credere alla favoletta del Terzo Valico buono per il porto, per lo sviluppo, per il territorio, per il mondo intero. Che si sia mica incrinata quella certezza? Ciò che oggi trova ulteriore conferma è a chi, solo, serve l’Alta Velocità: a chi può speculare e sfruttare. Che siano, in diverse proporzioni e modalità, gli abitanti dei territori, l’ambiente naturale, i contribuenti, i lavoratori ad accumulare capitali nelle tasche di imprenditori e banchieri! Questo lo scopo primo delle Grandi Opere. Lo sviluppo promesso eccolo qui, tra un fiume inquinato ed un monte bucato, tra una fila di camion e una fibra di amianto, tra un ospedale chiuso ed un cantiere aperto, coi campi base al posto dei campi in fiore o coltivati.
I sindacati confederali, se sono arrivati al conflitto con Cociv, ci sono arrivati con colpevole ritardo. Però non può che farci piacere non vederli al lavoro quegli operai, ma proprio nella stessa strada dove diverse volte negli ultimi anni la popolazione ha manifestato per la chiusura dei cantieri e contro le loro dinamiche di sfruttamento. Eppure sono diversi mesi che i padroni del TAV provano a farli lavorare anche sotto le polveri di amianto, noncuranti delle sue conseguenze letali.

Finchè la logica dominante sarà quella di accrescere le ricchezze private di pochi individui col pretesto di creare lavoro, non importa se inutile e dannoso, non usciremo da queste dinamiche. E dire che di lavoro edile utile ce ne sarebbe anche molto, stando al rapporto della stessa Fillea-CGIL e diLegambiente del 2012 sulle necessità di manutenzione del territorio e riconversione energetica; ma sembra mancare la volontà politica di seguire questa strada, forse per le minori possibilità speculative rispetto a quelle offerte dalle grandi opere e dalle nuove cementificazioni. Invece i lavori come quello del Terzo Valico andrebbero interrotti subito e il lavoro utile equamente distribuito tra gli individui.

Rimuovere la logica oggi dominante è la nostra volontà politica, il nostro interesse pubblico, sarebbe cosa buona che su questa strada popolazione e lavoratori si ritrovassero.

No tav terzo valico Valpolcevera e Valverde