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Le armi sporche della guerra ai poveri di Atc

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Da alcune settimane gira una voce piuttosto inquietante tra le famiglie che vivono nelle case popolari occupate di proprietà di Atc; pare infatti che l’Agenzia stia utilizzando ogni mezzo a sua disposizione per cacciare le famiglie dalle proprie abitazioni. Il cambio di marcia che ha caratterizzato l’operato di Atc nell’ultimo periodo è avvenuto alla fine del 2014 con la nomina del nuovo presidente, quando l’Agenzia ha indossato gli stessi colori di Comune e Provincia completando l’idilliaco quadretto di stampo Pd che oggi governa le politiche abitative in città. Dopo anni di silenzio e incapacità di eseguire ogni tipo di intervento, ecco che il nuovo Consiglio di Amministrazione ha ripreso in mano le redini della situazione, ergendosi a paladino della legalità e dichiarando guerra alle famiglie che, stanche di attendere le interminabili graduatorie e senza un posto dove andare, hanno deciso di riprendersi il diritto ad una casa, che peraltro sarebbe in alternativa rimasta vuota chissà per quanto tempo. Agli occhi del presidente Balossino (ma anche a quanto pare dell’Assessore Cattaneo) l’emergenza abitativa cittadina si risolverà magicamente con lo sgombero delle circa 90 case Atc occupate e poco importa se le liste di attesa sono di gran lunga più numerose e se le 90 famiglie cacciate rimarrebbero nuovamente in mezzo a una strada andando a ricadere nuovamente nel circolo vizioso delle graduatorie. Atc ha così iniziato a menar fendenti contro le occupazioni già dall’inizio del 2015, con timidi tentativi risoltisi nella maggior parte dei casi con minacce, scene isteriche da parte degli architetti della proprietà e proroghe di sei mesi. Ultimamente però pare che Atc abbia deciso di sfoderare le armi pesanti chiedendo, come è avvenuto pochi giorni fa al Villaggio Profughi, l’intervento della Forza Pubblica o cercando strade ancor più squallide e meschine.

Pare infatti che Balossino abbia tentato di rispolverare l’idea proposta un paio d’anni fa dal suo predecessore, che alla fine del suo mandato aveva dichiarato in un’intervista ad AlessandriaNews che “se gli operatori sociali facessero il proprio mestiere, per esempio sottraendo i minori alle famiglie che compiono questo reato, sarebbe più facile rientrare in possesso degli stabili”. Coinvolgere gli assistenti sociali e il Cissaca nei tentativi di sgombero comporta per le famiglie una minaccia più grande di tutte le altre, perché non serve spiegare come per una madre o un padre che hanno come unica colpa quella di non riuscire a pagare regolarmente un affitto, l’ipotesi di vedersi portar via i figli sia l’incubo peggiore che si possa immaginare. Fortunatamente il Cissaca ha avuto la lucidità di non prestarsi a questo gioco sporco rifiutando di intervenire e limitandosi, al più, a brevi sopralluoghi da parte degli assistenti sociali. Gli interventi del Cissaca sui minori avvengono esclusivamente, da che mondo è mondo, in casi di grave maltrattamento e non perchè i genitori hanno difficoltà economiche e, pur di garantire un tetto ai propri figli, si sono trovati costretti ad occupare.  La stessa legge 149 del 28/03/2001 afferma che “Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia”.

Mentre il patrimonio pubblico inutilizzato rimane abbandonato a sé stesso, mentre non esiste una mappatura pubblica degli stabili Atc e delle loro condizioni, mentre le assegnazioni delle case popolari Atc sono bloccate per i prossimi tre anni, mentre centinaia di famiglie non riescono più ad arrivare alla fine del mese e si trovano sotto sfratto, l’unica mossa concreta messa in campo dall’Agenzia per la Casa è, per l’ennesima volta, una guerra ai più poveri; una guerra giocata per altro con armi sporche, ricatti, sgomberi violenti e nessuna alternativa sul piatto.

Martedì prossimo, come decine di volte abbiamo fatto in questi due anni, saremo di nuovo in strada ad impedire che altre famiglie finiscano nella morsa di questo gioco ingiusto e pericoloso, perché la casa è un diritto e lo è anche crescere i propri figli serenamente. Le vergognose strategie messe in campo da chi vorrebbe tenere i più poveri nel silenzio e nell’ombra non avranno spazio di fronte a chi sceglie di alzare la testa, camminare al fianco di tanti altri e lottare per difendere la propria dignità.

Movimento per la Casa Alessandria

Sportello per il diritto all’abitare tutti i martedì dalle 18 alle 21 al Laboratorio Sociale di Via Piave 63