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I boschi de “La Sereta” a rischio esproprio? Sarà resistenza

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

L’agriturismo “la Sereta” di Fraconalto in alta Val Lemme, a cavallo fra Piemonte e Liguria, è un incantevole posto molto caro a tutti i militanti No Tav. Roberto e Barbara che lo gestiscono sono sempre stati parte importante e attiva del movimento e balzarono alle cronache locali ad ottobre del 2014 per il loro gran rifiuto nei confronti del Cociv. Erano stati contattati dal consorzio chiedendo se fossero disponibili a fornire letti e pasti agli operai all’opera nella distruzione delle nostre valli e con coerenza risposero un no forte e chiaro. Sono contrari al Terzo Valico e non accettarono di prendere i soldi sporchi di Impregilo. Un esempio di coerenza e rettitudine, la dimostrazione che il denaro può molto ma non può comprare le idee.

Nei giorni scorsi il Cociv è tornato a farsi vivo con una delle tante odiosissime lettere che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. Vorrebbero occupare temporaneamente per 4 anni (prorogabili naturalmente) più di 100.000 metri quadrati di bosco di loro proprietà vicini al cantiere di Fraconalto, nonostante questo non fosse previsto nel progetto esecutivo del Terzo Valico. Tanto per cambiare si saranno accorti di aver sbagliato il progetto e quindi via con l’ennesima modifica in corso d’opera e il tentativo di compiere l’ennesimo sopruso. Quello che fa rabbia è che ai signori del Cociv è permesso fare quello che a nessun altro cittadino verrebbe mai concesso. Chiunque lavori in montagna sa bene quanti e quali vincoli esistano anche solo per costruire un capanno attrezzi.

Il giorno dell’immissione in possesso era stato fissato per mercoledì 24 febbraio alle ore 10,30 e oggi il movimento riunitosi ieri sera ad Arquata avrebbe annunciato l’ennesima giornata di resistenza agli espropri. Così non sarà, perché nel mentre Cociv ha inviato un telegramma con cui ha rinviato l’immissione in possesso a data da destinarsi. L’appuntamento è quindi rimandato ma già da oggi vogliamo che sia ben chiara una cosa: i terreni della Sereta non si toccano e il movimento è pronto a difenderli con le unghie e coi denti. Tutti sono avvisati, un nuovo 30 luglio è dietro l’angolo.