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Terzo valico ripartono gli scavi ma sono ancora sperimentali

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

da repubblica.it 15/01/2016

GIUSEPPE FILETTO

SI riparte. Forse. Con scavi sperimentali iniziati ieri, per capire se scendono i livelli di amianto all’interno della galleria di Cravasco. E nei prossimi giorni il cantiere del Terzo Valico potrebbe tornare operativo. Anche se bisognerà attendere i risultati delle analisi dell’aria, appunto per accertare che la presenza delle micidiali fibre sia sotto i limiti di legge.

Lo stop sui lavori di perforazione del tunnel era scattato il 22 luglio scorso. Quando il committente, il Cociv, aveva accertato le elevate percentuali di amianto ed in autotutela aveva sospeso le operazioni. E ieri la società di Impregilo (general contractor dell’opera per conto di Rfi) in linguaggio diplomatico ha ricordato che “in data 24 novembre era stata concordata la ripresa dei lavori di scavo… limitatamente ad una fase sperimentale di 15 cicli di scavo, aventi lo scopo di valutare, calibrare ed ottimizzare il sistema impiantistico e le procedure operative previste e concordate. Tuttavia, eseguiti i primi due cicli di scavo, lo scorso 28 novembre, si è reso necessario effettuare una serie di regolazioni ed ottimizzazioni al sistema impiantistico”. Tradotto: anche in quei giorni di prove i valori erano rimasti sopra i limiti. Scrive ancora Cociv: “Nei giorni scorsi sono state effettuate le prove a vuoto del sistema, mentre le attività di scavo riprenderanno a partire dal 14 gennaio”.

Si vedrà, se questa volta l’esame è stato superato o se vi siano ancora problemi. Certo è che 172 giorni di stop peseranno nei costi di realizzazione dell’opera e soprattutto nei tempi di ultimazione. A mettersi di traverso al passante ferroviario dell’Alta Velocità, oltre le proteste dei “No-Tav”, è quel valore di 1,7 grammi di amianto contenuto nelle rocce dei versanti liguri, caratterizzate da serpentiniti. Il limite di legge, per essere considerate materiali inerti, fissa 1 grammo. Se si va oltre, vanno smaltite in opportune discariche controllate. Inoltre, secondo quanto ha stabilito lo Psal della Asl Tre, sulla sicurezza dei lavoratori all’interno dei cantieri vanno adottati opportuni accorgimenti. Tanto che il Cociv ha messo a punto un piano, sottoposto all’attenzione del tavolo tecnico (oltre alla Asl ne fanno parte Arpal, Ministero delle Infrastrutture, Prefettura e Procura della Repubblica).

La ripresa dei lavori sarebbe dovuta avvenire già a settembre, ma le prove in quei giorni avevano dato esito negativo. Con alti valori all’interno del tunnel, definito di servizio e che in un secondo tempo dovrà immettersi nelle “due canne”, lunghe 25 chilometri, che dovranno sbucare in Piemonte. Anche la seconda fase di sperimentazione, della durata di 15 cicli (uno scavo di 1,2 metri al giorno) era andata a vuoto. Fino all’altro ieri sarebbero servite a poco le misure adottate dal Cociv per abbattere le polveri: tre sezioni in cui è stata suddivisa la galleria. Nella prima, vicina al fronte di scavo e lunga 100 metri, è stato installato un aeratore di aspirazione, del diametro di 2 metri, più alcuni cannoni che sparano acqua nebulizzata e formano delle cascate che dovrebbero far precipitare le fibre. Qui, l’aria viene filtrata prima di essere spinta fuori; il materiale roccioso viene bagnato, caricato su camion coibentati. Nella seconda zona, detta di decontaminazione, i mezzi vengono lavati da getti d’acqua, gli operai a fine giornata si sottopongono a docce, si cambiano negli spogliatoi e lasciano le tute di lavoro. La terza zona è costituita dall’ultimo tratto di galleria, che collega con l’esterno, con i piazzali di abbancamento dei materiali e di carico.