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Considerazioni sulla delibera di sospensione delle cave alessandrine

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Dopo le roboanti dichiarazioni a mezzo stampa della Sindaca di Alessandria Rita Rossa sulla revoca delle concessioni all’utilizzo delle cave alessandrine per il Terzo Valico, siamo finalmente venuti in possesso della delibera e, tanto per cambiare, ci pare che la montagna abbia partorito un topolino…

Come si può leggere nel testo della delibera, non vi è stata nessuna revoca ma esclusivamente la sospensione della precedente delibera che autorizzava l’utilizzo delle cave. Sospensione che rimarrà in vigore fintanto che il Ministero dell’Ambiente non assicurerà: “…che i protocolli operativi di trattamento e destinazione delle rocce e terre da scavo del Terzo Valico garantiscano in termini massimi possibili la sicurezza per l’ambiente e per la salute umana in particolare per il rischio amianto…”. In questa frase c’è un’ammissione pesantissima, ossia che fino ad oggi il famoso protocollo amianto non ha garantito nessuna forma di tutela e sicurezza per l’ambiente e la salute umana. Cosa intende fare Rita Rossa che è anche la presidentessa della Provincia di Alessandria per tutelare la salute dei cittadini di Pozzolo, Novi, Serravalle, Arquata, Voltaggio, Fraconalto e Tortona? Un bel niente, così come siamo certi che la sospensione all’utilizzo delle cave di Alessandria ben presto verrà ritirata.

Appena terminerà la querelle fra le Arpa e Cociv su quale metodologia utilizzare per riscontrare la presenza di amianto (Arpa chiede di abbassare a 100 milligrammi per chilo di roccia il limite per considerare il rifiuto amianto, mentre Cociv fino ad oggi ha sempre utilizzato il valore di 1000 milligrammi per chilo) siamo certi che Rita Rossa e la sua Giunta torneranno sui loro passi infischiandosene della salute dei cittadini e del principio di precauzione nei confronti dell’amianto. Ormai tutti riconoscono la presenza della fibra killer, ma quasi nessuno vuole ricordare che basta respirare una sola fibra per correre il rischio di ammalarsi di mesotelioma, asbestosi, carcinoma polmonare.

Se Rita Rossa, Claudio Lombardi e il centrosinistra alessandrino avessero davvero a cuore la salute degli alessandrini dovrebbero annullare la famosa delibera che autorizzava il conferimento nelle cave, non sospenderla in attesa della determina del Ministero dell’Ambiente. Determina che con ogni probabilità accoglierà il punto di vista più restrittivo delle Arpa ma che comunque nulla potrà fare contro la dispersione della fibra killer nell’aria.

Insomma, la lotta contro lo smarino all’amianto nelle cave alessandrine è lungi dal terminare e le parole della Rossa e di Lombardi si riveleranno per quello che sono: fumo da utilizzare come anestetizzante della protesta popolare. Protesta che ha avuto il merito di mettere alle corde gli amministratori che ora goffamente cercano di salvarsi la faccia (e il misero consenso elettorale di cui godono). Per fortuna sono sempre di meno le persone che hanno ancora interesse ad ascoltare le loro parole e sempre di più i cittadini che hanno capito come siano loro i principali nemici da sconfiggere per tutelare l’ambiente e la salute di tutti.