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Venaus: una valutazione sull’assemblea nazionale di “Abitare nella Crisi” e del campeggio resistente No Tav

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

da radiondadurto.org

Venerdì 24 luglio, al presidio di Venaus durante il campeggio resistente no tav, si è svolta l’ assemblea nazionale di Abitare nella Crisi . Oltre un centinaio i partecipanti , con tanti interventi che hanno riportato le diverse esperienze di sportelli e occupazioni abitative di Roma, Firenze, Pisa, Brescia, Torino, Palermo, Catania e molte altre città. È emerso dalle analisi di tutti i partecipanti la palese incapacità, e spesso disinteresse, da parte del governo di risolvere in maniera definitiva e adatta l’emergenza abitativa. Emergenza questa che continua ad aumentare, prendendo forme di disagio sociale sempre più feroci (basti pensare alle ultime notizie di cronaca che raccontano di suicidi avvenuti pochi giorni prima di sfratti e pignoramenti). Il merito del movimento per il diritto all’abitare sta nella presenza nei territori sottoforma di sportelli, permettendo così una presenza e una costanza che, se certamente va migliorata, ha anche il merito di aver intercettato molte situazioni limite e averle rese storia di emancipazione comune attraverso il blocco degli sfratti e le occupazioni abitative comuni. Se quindi è fondamentale il lavoro costante e giornaliero nei territori, senza il quale non esisterebbe nessun movimento, è anche comune l’esigenza di ritornare a costruire momenti comuni di mobilitazione, allargando il tema della casa ad altri strettamente collegati ad esso. Inoltre, un ulteriore compito che deve coinvolgere tutte e tutti riguarda la potenziale rimonta di soggetti di estreme destre, come Casa Pound, Lega Nord e Forza Nuova che, seminando odio razziale e diffidenza, raccoglie in certi luoghi l’esigenza di intere famiglie portandole a temi nazionalisti e razzisti. Sta quindi a tutte e tutti costruire el proprio lavoro territoriale, i giusti anticorpi a queste ancora piccole, eppure esistenti, derive fasciste.La centralità della lotta per il diritto all’abitare così non dipende solo ed esclusivamente dall’emergenza abitativa in sé o dalla variegata composizione sociale che la attraversano, ma anche dalla potenzialità che questa lotta, estendendosi in questi termini, esprime come fulcro di molte altre lotte comuni presenti nei territori. Lotta alla casa quindi come centro del conflitto in senso più largo, “luogo” di ricomposizione di un blocco sociale unico che possa rivendicare diritti perduti e corrosi.

Ascolta il confronto tra Irene Bpm di Roma e Simone Prendo Casa di Pisa

Sentiamo una valutazione generale sul campeggio con Francesco Richetto del Movimento No Tav