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Cascina Clara e Buona è già una bomba ecologica: le analisi che lo provano

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

A seguito dell’assemblea svoltasi venerdì scorso presso il salone della Parrocchia di San Baudolino al Cristo che ha visto la solita grande partecipazione di pubblico torniamo ad occuparci nel dettaglio del sito di Cascina Clara e Buona. L’area è stata individuata dal Cociv per conferirvi un milione di metri cubi di smarino di terre e rocce da scavo derivanti dai lavori dei primi due lotti del Terzo Valico e l’amministrazione comunale di Alessandria ha deciso in modo scellerato di dare parere favorevole in conferenza dei servizi a tutta l’operazione. Stiamo parlando di un luogo interessato per decenni da attività estrattive condotte sopra e sotto la falda acquifera, infatti oggi l’area si presenta come una grande lago dalla profondità variabile fra i tre e i cinque metri a pochissima distanza dal corso del fiume Bormida. Una seconda area più piccola, anch’essa interessata in passato da procedimenti estrattivi, si presenta oggi come un boschetto, riconosciuto dal settore forestale della Regione Piemonte come “bosco” ai sensi della normativa vigente. L’area venne anche utilizzata come luogo di discarica dei rifiuti provenienti dalla tragica alluvione del fiume Tanaro che sconvolse la città nel 1994 provocando distruzione e numerose vittime.

Il 19 febbraio di quest’anno a seguito della richiesta di utilizzo da parte del Cociv, l’Arpa Piemonte si è recata sul posto per compiere un sopralluogo e ha messo nero su bianco tutte le sue perplessità riguardanti l’operazione. Secondo Arpa la presenza del campo pozzi Aulara, gestito da Amag, che serve l’acquedotto del Comune di Alessandria a circa 2 chilometri dalla cava “…rappresenta certamente un elemento di notevole attenzione in termini di salute pubblica rispetto al potenziale rischio di rilascio di sostanze indesiderate in falda…”. Di conseguenza Arpa esprime la necessità che vengano svolti approfonditi studi sul rischio di contaminazione della falda fra il sito di Cascina Clara e Buona e il campo pozzi Aulara, in assenza del quale esprime “…una significativa perplessità sull’opportunità di utilizzo di questo sito, motivata dall’esigenza di massima salvaguardia della qualità dell’acquifero sotterraneo di prima falda…”.

Facendola semplice secondo Arpa vi è il rischio concreto di inquinare la falda da cui pesca uno dei pozzi dell’acquedotto alessandrino e di conseguenza l’acqua che esce dai rubinetti delle case dei cittadini di Alessandria. Se fossimo davanti ad una classe politica attenta alla salute pubblica sarebbe bastato questo per decidere di fermarsi, invece la Regione Piemonte con la complicità del Comune di Alessandria ha deciso di proseguire nell’utilizzo del sito di Cascina Clara e Buona a seguito della realizzazione dell’opera di difesa idraulica da realizzare in sponda sinistra del fiume Bormida, alla separazione fisica fra il sito di deposito e l’area di discarica di inerti, la rimozione dei rifiuti, dei fabbricati e dei macchinari abbandonati nel sito e l’installazione di un numero adeguato di piezometri per verificare la qualità della falda del campo pozzi Aulara.

Profondamente colpiti da questa scelta ci siamo fatti una domanda che forse non si sono fatti gli organi preposti alla tutela della salute pubblica.

Ma oggi qual’è lo stato di inquinamento dell’area di Cascina Clara e Buona?

Siamo riusciti a rispondere a questa domanda dopo essere venuti in possesso di alcune analisi commissionate ad ottobre del 2013 da una ditta leader nel settore delle escavazioni che aveva interesse all’utilizzo del sito. Come potete constatare trattasi di un campione analitico prelevato ad una profondità di falda di 8,5 metri da cui risulta chiaramente che i valori del Cromo e del Ferro superano già oggi il valore limite definito dalla legge. Il Cromo ha un valore di 56 microgrammi/litro a fronte di un valore limite di 50, mentre il Ferro ha un valore di 1592 microgrammi/litro a fronte di un valore limite di 200. Siamo a otto volte i limiti di legge, una situazione molto preoccupante che ci fa temere come già oggi il sito di Cascina Clara e Buona rappresenti una possibile bomba ecologica alle porte di Alessandria, considerata soprattutto la sua vicinanza ad una falda acquifera da cui attinge l’acquedotto.

Visto che abbiamo l’assoluta certezza che queste analisi siano anche nella mani dei nostri amministratori pubblici ci permettiamo di fare al Sindaco Rossa, all’Assessore all’Ambiente Lombardi, alla Giunta tutta e ai Consiglieri Comunali che la sostengono alcune domande:

1) Perchè non avete reso pubblica questa situazione?

2) Cosa avete fatto in questi anni per mettere in sicurezza il sito di Cascina Clara e Buona ed evitare un potenziale inquinamento della falda del campo pozzi Aulara?

3) Non credete che davanti a questa situazione la priorità sia la bonifica del sito e non l’accumulo di un milione di metri cubi di smarino potenzialmente contenente amianto che rischierebbe di peggiorare ulteriormente la situazione di forte inquinamento?

4) A seguito dei recenti arresti che hanno coinvolto il territorio della Provincia di Alessandria per smaltimento illecito di rifiuti all’interno delle cave non avete timore che presso il sito di Cascina Clara e Buona e presso le cave di Spinetta possano finire le peggio porcherie?

5) Quando vi svegliate al mattino riuscite a guardarvi allo specchio senza provare vergogna?