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Achtung banditen

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

di Antonello Brunetti

Ieri avevo scritto un pezzo sull’incredibile comunicato degli “onorevoli” del PD piemontese in merito ai fatti accaduti a Moriassi, Arquata, Serravalle, Libarna e Pozzolo.

Il sito Notav Terzo Valico.info mi ha preceduto, e poiché totalmente d’accordo sul contenuto, vorrei solo soffermarmi su due riflessioni, forse secondarie.

Il Comunicato del trio Esposito-Borioli-Fornaro recita: Nessuno può rallegrarsi quando la realizzazione di una ferrovia (il Terzo Valico), a causa di gruppi di facinorosi disposti ad alzare costantemente il livello dello scontro, diventa anche una questione di ordine pubblico.

FACINOROSI?!

Il termine Facinoroso ha una etimologia precisa, deriva da facinus, ossia predisposto ad azioni scellerate.

Non mi interessa cosa scribacchino Esposito e Fornaro che non conosco, ma sono stupefatto di Daniele Borioli, un tempo amico e collaboratore in ricerche incentrate sulla Resistenza. Che il Pd disconosca Berlinguer passi, che faccia patti con Berlusca passi, che governi con Angiolini e Lupi passi, che voti a favore di norme che consentono la caccia a uccelletti migratori con richiami vivi passi (scusatemi questa divagazione ma a me brucia), che non muova un dito per bloccare la degenerazione del sistema ferroviario italiano passi, ma non tollero che si arrivi a definire scellerati quelle centinaia di persone che conosco bene e che sono il meglio della nostra terra perché hanno a cuore il bene comune, l’amore per la natura e l’impegno sociale; spesso unico punto di riferimento, nei paesi ove vivono, di iniziative culturali e di incontri all’insegna dei vecchi e importantissimi valori di vita dei nostri territori (ricordo serate in cortili di cascine dove si faceva teatro, musica e poesia dinanzi a un folto pubblico seduto su balle di paglia).

Sì i “nostri territori” (il trio Es.Bo.Fo. ha collocato un punto interrogativo al possessivo nostro) perché noi ci viviamo, li conosciamo in ogni dettaglio, li amiamo e abbiamo ricordi legati a ogni scorcio paesaggistico. Voi nei nostri territori vedete solo le possibilità di opere che a nostro avviso saranno inutili, e soprattutto distruttive sia dell’aspetto esteriore, sia della salute, sia dei nostri sentimenti.

Facinorosi?!

Spero che la prossima volta, caro Borioli, non ci definerai banditen, riprendendo quel bellissimo film di Lizzani, girato, guarda caso, proprio sull’Appennino ligure, in val Polcevera, a Campomorone, in valle Scrivia e dedicato ai partigiani della Pinan Cichero di cui conservo nel museo di Castelnuovo la bandiera donatami dal comandante partigiano Tino Arona (Cudega).

Ancora un passo e forse arriverai a firmare con Esposito e Fornaro un altro documento con il titolo, riferito a noi tutti, “Achtung banditen”.

Un onore per noi che resistiamo ad arroganza, prepotenza e scelte sbagliate; ma una grave onta per te.

Riflettici un attimo e rileggi ogni tanto quello che scrivevi sulle esperienze di vita degli uomini della Resistenza.

La seconda considerazione nasce da una sciocca reazione ai fatti di giovedì espressa con una affermazione più o meno di questo tono: ben vi sta, non volete discutere mai, siete dei rompiballe e non volete la crescita e il lavoro.

Quando mai alle centinaia di richieste nostre di discutere con partiti e enti e ditte è stata data una risposta affermativa?

Mai, eccetto all’inizio (1992) il Cociv, che, dopo due figuracce, si defilò per sempre dal confronto aperto al pubblico e con spazio fra i relatori anche a chi dissentiva. . Spesso atteggiamenti di commiserazione o risposte del tipo “Quest’opera s’ha da fare”. Eppure proponevamo alternative e presentavamo richieste di approfondimento su aspetti importanti, quali ad esempio amianto, infiltrazioni mafiose o inaridimento delle fonti.

I Comuni hanno recitato la parte del “Siamo per il SI ma con richieste severe e ineludibili da parte nostra ” e invece alla richiesta minimale di moratoria manco è stata data risposta e tutto è finito in un silenzio tombale.

Il lavoro? Dicono che il terzo (come farà ad essere il terzo visto che ne esistono altri 6 nell’Appennino ligure?!) valico darà lavoro per cinque anni a 3.000 persone. Ammettiamo che sia così.

Ma noi abbiamo proposto alternative e migliorie sui sei valichi esistenti e sul trasporto passeggeri (quello merci è praticamente inesistente): per intervenire sulle ferrovie (provate a entrare nella desolata, sporca e degradata stazione di Tortona e pensate a com’era 40 anni fa); per rilanciare l’edilizia nei centri storici e nell’isolamento termico delle case; per tentare di bloccare il dissesto idrogeologico e ridare spazi ai torrenti in città eliminando tombinature e offrendo spazi di espansione alle piene; per ridare fiato all’artigianato; per bloccare i feroci tagli alla sanità e alla cultura.

6 miliardi e 200 milioni di euro potrebbero dare lavoro per 5 anni a 7.000 persone creando professionalità, recuperando capacità che stiamo perdendo, rilanciando una edilizia intelligente e non mangiaterritorio, e tutto ciò offrendo condizioni di vita migliori. Professionalità che poi saranno in grado di autogestirsi e arricchiranno le nostre comunità ove i lavoratori autonomi o le piccole imprese stanno scomparendo.

Dopo cinque anni di un settimo valico, per conservare l’occupazione di ruspe, camion talpe e squadre completamente sradicate dal luogo di lavoro, occorrerà inventarne un ottavo, ossia un’altra opera inutile, costosissima, eticamente e finanziariamente disastrosa.

DOMENICA SERA 3 agosto è stata indetta una fiaccolata in mezzo al paese di Arquata Scrivia. Ritrovo in piazza Santo Bertelli ore 20.30.

E’ importante partecipare.

Invitiamo anche Daniele Borioli, qualche fischio assicurato e null’altro.

In cambio guardandoci in faccia e dialogando con noi potrà ritornare a capire la differenza fra resistenti e facinorosi.